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Epifani l’11 settembre all’assemblea dei lavoratori della brianza Epifani l’11 settembre all’assemblea dei lavoratori della Brianza
Uno striscione dice ad Epifani: “con te per affermare la dignità del lavoro”; così la sala del cinema Maestoso di Monza, gremita di lavoratrici e di lavoratori, ha accolto il Segretario Generale della Cgil all’assemblea dei quadri, dei delegati e dei pensionati della Brianza.
Al centro dell’incontro i temi delle pensioni, della Legge 30 e dei decreti attuativi entrati recentemente in vigore, che precarizzano il lavoro e sottraggono certezze e tutele.
Su queste questioni la Cgil sta attuando, a partire dal 10 di settembre fino al 3 ottobre, due ore di sciopero generale con assemblee articolate territorialmente.
Da qui è partita la relazione del neo segretario generale della Cgil brianzola, Angelo Bonsignori che, dopo aver ricordato-come ha fatto successivamente anche Guglielmo Epifani- le vittime dell’11 settembre, da Santiago a Manhattan, ha motivato con efficacia le ragioni della lotta che la Cgil continua a condurre sul terreno della difesa dei diritti.
Dopo di lui si sono succeduti sul palco delegati della scuola, metalmeccanici, edili, chimici, lavoratori del pubblico impiego, pensionati, a ribadire l’impegno della Cgil sul terreno della difesa dei diritti, da quello all’istruzione in una scuola pubblica rinnovata a quello alla salute e ad una sanità pubblica di qualità, contro un Governo che sta mettendo progressivamente in discussione tutte le tutele sociali.
Grande spazio, nelle conclusioni di Epifani, ai temi di attualità che maggiormente preoccupano il mondo del lavoro: le voci sui possibili provvedimenti in materia previdenziale e la Legge 30, con i suoi effetti negativi sullo sviluppo, la contrattazione, il mercato del lavoro.
Il ritorno dalle vacanze-ha detto-ci ha mostrato un Paese con difficoltà crescenti,
come andiamo del resto dicendo ormai da due anni.
Ci chiamavano catastrofisti, ma purtroppo il fatto che l’Italia sia in fase di recessione, che stia andando indietro è sotto gli occhi di tutti: si produce di meno, non si crea reddito né sviluppo.
Sono sempre di più le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese-ha aggiunto Epifani-e cresce la moltitudine di giovani con salari e lavori precari, mentre la Legge 30 alimenta una deriva senza senso che produce solo danni.
Dopo gli annunci del Governo sulla previdenza, è aumentato del 4% il numero delle persone che sono andate in pensione e il fenomeno aumenterà nei prossimi mesi.
Le voci alimentano confusione e insicurezza, mentre sul terreno della salute, invece di stabilire standard di servizi di qualità uguali per tutti, si parla solo di insostenibilità della spesa e di tagli.
Nel complesso si avverte un rischio al quale bisogna guardare con grande maturità e senso di responsabilità: questo Governo, con le sue politiche può ledere quei vincoli di solidarietà sociale e di coesione che sono alla base della nostra cultura, producendo lacerazioni profonde nelle coscienze e mettendo in discussione valori etici fondamentali.
Questo disegno va contrastato e la Cgil non può stare ferma; di fronte alla crisi dei consumi e degli investimenti, lanciamo una sfida anche al padronato, una sfida sul terreno della qualità, perché non c’è sviluppo se le imprese non investono.
Il lavoro, in particolare il lavoro dipendente, deve recuperare la sua centralità nella cultura di questo Paese-ha aggiunto il leader della Cgil. Non si può pensare di avere un futuro degno di questo nome se si rendono più fragili e insicuri, i lavoratori, le lavoratrici, i pensionati.
Sesto San Giovanni 11 settembre 2003
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