Allarme Sindacato e piccole imprese: la «copertura» per chi ha meno di 15 dipendenti «scoperta» per la seconda metà dell'anno 

«Un'azienda su due senza cassa in deroga»

Gli artigiani: in Lombardia a rischio 20 mila posti. Il governo: i fondi arriveranno 

Gli assetati sono ormai una folla. Sempre nuovi si aggiungono, mese dopo mese. A fine maggio erano 12.500. Altri mille ? si stima ? arriveranno entro fine giugno. In tutto fanno 13.500. Per ora è stata autorizzata la consegna di 2.100 bottiglie. Altre 1.800 stanno arrivando. Che ne sarà dei 9.600 che restano?Gli assetati sono le aziende che hanno chiesto la cassa in deroga. L'acqua è il via libera all'ammortizzatore. Parallelo azzardato? Fino a un certo punto. I dirigenti di Cgil e Cisl dopo l'ultimo incontro in Regione, giovedì sera, erano molto preoccupati. «Non ci viene in mente una similitudine migliore», è il commento condiviso. I confederali hanno firmato un accordo sulla cassa in deroga che scade a giugno. Adesso scoprono che le risorse lasciano senza copertura poco meno di diecimila aziende per un totale di 60 mila lavoratori. Bisognerebbe concludere una nuova intesa sui prossimi sei mesi. Ma il sindacato non ha nessuna voglia di sedersi al tavolo. «In queste condizioni non si può firmare nulla ? taglia corto il segretario generale della Cisl lombarda, Gigi Petteni ?. Non prendiamo in giro le imprese e i lavoratori. Sarebbe irresponsabile. Con la certezza, per di più, che il problema ci esploderà presto tra le mani». Come dire: «E chi lo firma un accordo al buio? E se poi i soldi non arrivano?».Passo indietro. La cassa in deroga è l'ammortizzatore che copre i dipendenti delle imprese con meno di 15 dipendenti. A oggi la Lombardia ha ricevuto 87 milioni (a marzo) più 42 milioni (deliberati dal governo Monti, la regione si è impegnata ad anticiparli). Ma non bisognerebbe tenere conto anche del miliardo sbloccato dal governo Letta? In realtà alle regioni saranno distribuiti 750 milioni. Alla Lombardia arriverà il 17% di questi fondi, circa 130 milioni. Secondo stime sindacali, se i soldi arrivassero tutti e subito, si coprirebbero, se va bene, i primi sei mesi dell'anno (le 10 mila aziende oggi senza fondi, per intenderci). Ma la seconda metà dell'anno resterebbe senza fondi. La Cgil provoca il presidente Roberto Maroni. E lo invita a fare il leghista fino in fondo. «Altro che 75% delle tasse al Nord ? dice Fulvia Colombini, della segreteria regionale ?. Cominciamo col chiedere che la nostra quota di cassa passi dal 17 al 22%». Petteni pretende un tavolo con il governo nazionale «per dare a imprese e lavoratori le certezze che meritano». Intanto gli artigiani si uniscono al sindacato: «Il problema c'è ed è serio ? dice il segretario generale dell'Unione Artigiani, Marco Accornero ?. Se non arrivano i soldi le nostre imprese saranno costrette a licenziare 20 mila persone in Regione». E il governo? Invita a tenere i nervi saldi. «I soldi arriveranno ? assicura il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa ?. Dobbiamo avere il tempo di ripartire i fondi. E di fissare regole più razionali per l'accesso alla cassa». Insomma l'acqua ci sarà. Per chi ha davvero bisogno.  
Rita  Querze' 
 
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(08 giugno 2013) - Corriere della Sera

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