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Memoria, sindacato
Piazza Fontana, 45 anni dopo: «Di nuovo in piazza, chiediamo giustizia»

Il 12 dicembre, giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil, le manifestazioni lombarde di Brescia e Milano si apriranno con la lettura di un testo che commemora la strage di piazza Fontana e le vittime del terrorismo

Il 12 dicembre, giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil, le manifestazioni lombarde di Brescia e Milano si apriranno con la lettura di un testo che commemora la strage di piazza Fontana e le vittime del terrorismo che non hanno avuto giustizia. Di seguito pubblichiamo il testo che sarà letto in piazza Duomo e in piazza della Loggia all'inizio dei comizi.

Quarantacinque anni fa, nel pomeriggio del 12 dicembre 1969, una bomba ad alto potenziale e di chiara matrice neofascista scoppiava nella sede della Banca nazionale dell'Agricoltura, in piazza Fontana. Era venerdì, giorno di mercato e gli uffici erano colmi di clienti venuti dalla provincia: alle 16.37 nel grande salone scoppiano 7 kg di tritolo: 17 morti e 84 feriti. Vittime innocenti per le quali, nonostante numerosi processi e diverse sentenze, nonostante i colpevoli siano stati chiaramente individuati, nessuno ha ancora pagato.

Sappiamo che quella strage segnò l’inizio della strategia della tensione e inaugurò la triste stagione del terrorismo e dell’eversione in Italia. La bomba di piazza Fontana fu il primo chiaro attentato alla democrazia e alle istituzioni dello Stato repubblicano nato dalla Resistenza antifascista.

Da quel 1969, il 12 dicembre rimane stampato e indelebile nella memoria dei cittadini di tutto il paese come giorno di lutto, dolore e rabbia. Lutto per le vittime innocenti, dolore per i loro cari e rabbia per i depistaggi e la mancanza di una verità giudiziaria.

La rabbia rimane, quella rabbia per non essere ancora riusciti a vedere condannati i colpevoli.

Altre stragi hanno insanguinato altre città come piazza della Loggia, a Brescia, nel 1974, proprio durante un comizio politico e sindacale che colpì i lavoratori radunati nella piazza a difendere i loro diritti, provocando 8 morti ed oltre 100 feriti. Fu chiaro anche in quel caso che la vittima sacrificale era la democrazia. E poi ancora altre stragi troppo spesso impunite come quella alla stazione di Bologna.

Erano anni che alcuni di noi hanno vissuto, altri - i più giovani - hanno conosciuto solo attraverso i libri di storia, o più spesso attraverso il racconto di chi quella storia l’ha vissuta in prima persona.

Milano e l’Italia intera erano allora nel pieno delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori per la difesa dei loro diritti e per la conquista dei contratti nazionali,

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