la Repubblica Milano, 26 luglio 2015

I sindacati approvano la riforma della sanità "Soddisfatti da Maroni"

VIA LIBERA dei sindacati alla riforma della sanità di Roberto Maroni. Mentre l'opposizione di centrosinistra in Regione affila ancora le armi in vista della ripresa del dibattito in Consiglio regionale giovedì. 

Per nulla soddisfatta del confronto avuto finora con la maggioranza al tavolo tecnico, Cgil, Cisl e Uil ieri hanno parlato di «passi in avanti importanti» dopo l'incontro tra i tre segretari regionali, il governatore , l'assessore regionale alla Famiglia Maria Cristina Cantù , ma non quello alla Salute Mario Mantovani e i relatori del progetto di legge, il leghista Fabio Rizzi e l'Ncd Angelo Capelli. 

I rappresentanti sindacali hanno espresso soddisfazione «per gli importanti passi avanti registrati nella stesura del testo, anche tenendo conto dei contenuti pattuiti nell'accordo tra la Regione e i sindacati nel settembre 2014 - recita una nota ufficiale firmata dai segretari regionali di Cgil, cisl e Uil, rispettivamente, Elena Lattuada, Osvaldo Domaneschi e Ciro Capuano - . È emerso il comune impegno per la stabilizzazione del personale, nel rispetto dalle applicazioni dei ruoli negoziali». Parole che stridono con la reazione del capogruppo del Pd in Regione, Enrico Brambilla, che ribadisce: «La strada per ottenere un accordo con Maroni e la sua maggioranza sulla riforma della sanità è ancora lunga e tutta in salita». 

I sindacati ribadiscono che il loro giudizio sull'incontro si basa sul fatto che Maroni ha promesso la presentazione di un ordine del giorno non solo sulla riduzione dei ticket sanitari, ma anche sulla compartecipazione al pagamento delle rette delle case di riposo e soprattutto la convocazione l'1 settembre di un primo incontro del Tavolo di confronto su compartecipazione alla spesa e lotta alla povertà. La leader di Cgil Lombardia Elena Lattuada spiega: «Non sono titolata a dare un giudizio su una legge nè vorrei averne la possibilità, il nostro giudizio sulla riforma è positivo perchè per noi era importante riaffermare i principi dell'accordo che avevamo sottoscritto nel settembre 2014 . Si era parlato nelle scorse settimane molto di reddito di cittadinanza e visto che le risorse disponibili sono scarse, a noi interessava avere garanzie che questi fondi fossero disponibili anche non solo per i precari, ma anche per altri interventi nel sociale».
(a.m.)

26 luglio 2015 sez.

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