Diritto allo studio
Il diritto allo studio è un diritto soggettivo tutelato dagli artt. 33 e 34 della Costituzione italiana. E’ assicurato mediante interventi diretti a facilitare, principalmente, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e dell’obbligo di istruzione. Il diritto allo studio è mirato a consentire l’inserimento nelle strutture scolastiche dei bambini e dei giovani diversamente abili; a eliminare i casi di evasione scolastica e di inadempienze dell’obbligo scolastico. Tra gli altri compiti vi sono: favorire l’innovazione didattico-educativa; fornire servizi di orientamento scolastico; intervenire per garantire trasporti, mense, assistenza psicosociopedagogica, libri di testo e materiale didattico, assegni di studio. La titolarità fa capo ai comuni, alle province e alla regione.
29 gennaio 2014
Diritto allo studio – Buono scuola - Istruzione e Formazione Professionale (corsi triennali).
29 gennaio 2014. Confronto con Assessore regionale all’Istruzione, formazione, lavoro.
La posizione della CGIL Lombardia
Manteniamo la nostra posizione negativa in tema di buono scuola perché riteniamo che il sistema lombardo non sia equo. Si privilegiano, sia in termini di risorse complessive destinate che di criteri che identificano il reddito, le famiglie che optano per il sistema delle scuole private, a scapito del sistema pubblico. 10 Milioni assegnati al diritto allo studio e 30 Milioni assegnati al buono scuola rappresentano una palese disparità, così come la comparazione del sostegno individuale, che risulta minimo per le famiglie povere fino a 15.000 euro di Isee e molto più consistente per le famiglie più abbienti fino a 35.000 euro di Isee, crea un’evidente ingiustizia.
La Cgil, pur apprezzando l’introduzione dell’Isee che è sicuramente più equa del solo requisito del reddito adottato nel passato, ha chiesto alla regione scelte politiche in maggiore discontinuità.
Per quanto riguarda il sistema dell’Istruzione e formazione professionale, pur accogliendo favorevolmente queste prime modifiche, ha chiesto di aprire un tavolo di confronto complessivo finalizzato a garantire:
- l’accesso a tutti coloro che lo desiderano, realizzando positivamente il diritto allo studio
- la revisione complessiva del sistema sulla base di indicatori di qualità quali ed esempio, il, tasso di inserimento lavorativo alla fine del ciclo di studi, realizzando un rating sia per le singole tipologie di corso, sia per l’attività dei singoli enti formativi
- un maggior orientamento nei confronti delle famiglie, anche sulla base dei risultati del rating
- un maggior scambio tra sistema produttivo e dei servizi con il sistema della formazione professionale, identificando i fabbisogni professionali richiesti e lo sviluppo delle competenze tecniche
- l’istituzione di nuovi corsi legati ai settori emergenti dello sviluppo sostenibile
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