14 dicembre 2013

Con CGIL CISL UIL, per cambiare la Legge di stabilità.
MIGLIAIA IN PIAZZA SAN BABILA OGGI A MILANO CON CGIL CISL UIL, PER CAMBIARE LA LEGGE DI STABILITA'. NINO BASEOTTO: "BISOGNA CAMBIARE UNA LEGGE CHE NON DA' RISPOSTE AL DISAGIO SOCIALE E NON INVESTE SUL LAVORO" .

>> Video Milano, 14.12.2013 - Nino Baseotto interviene al presidio CGIL CISL UIL Lombardia 

Anche a Milano e in Lombardia oggi migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno partecipato alla mobilitazione nazionale indetta da Cgil Cisl Uil per cambiare la legge di stabilita'.
In piazza San Babila le tre Organizzazioni Sindacali hanno dato vita ad una manifestazione presidio che dalle 10 alle 12,30 ha visto alternarsi una consistente presenza di delegazioni provenienti da tutte le province della Lombardia.
Al termine, gli interventi dei tre Segretari generali Baseotto, Petteni e Galbusera.

Di seguito alcuni stralci dell'intervento del Segretario generale della CGil Lombardia Nino Baseotto:  (clicca qui per il testo completo)
"Ieri in tutta Italia e a Milano hanno manifestato decine di migliaia di lavoratori edili per il rinnovo del loro contratto. Donne e uomini uniti sotto le bandiere del sindacato confederale, che rivendicano il diritto fondamentale di avere un contratto dignitoso, e che si battono per dare all'Italia un futuro migliore, la ripresa della crescita e il rilancio dell'occupazione.
Oggi tutto il Sindacato e' di nuovo in piazza; lavoratori e pensionati manifestano in ogni regione per chiedere un cambio deciso nella politica economica e sociale, a partire dalla necessita' di modificare profondamente la legge di stabilita', che va cambiata perche' non e' sufficiente a farci uscire dalla crisi, non da' risposte al disagio sociale sempre piu' diffuso e non investe sul lavoro.
Si deve intervenire sul fisco per avere meno tasse per lavoratori e pensionati e per recuperare risorse dall'evasione fiscale e dalle grandi rendite finanziarie. Ci vogliono politiche di investimento pubblico, altrimenti ci affideremo ancora una volta ala logica dei mercati e della finanza che in questa crisi ci hanno trascinato. Il lavoro non e' un costo che all'occorrenza si può tagliare; un paese dove quattro giovani si dieci non trovano un lavoro e' un paese che non ha futuro. Oggi e' la disoccupazione la piu' grave emergenza del Paese - ha detto ancora Baseotto - e ripartire dal lavoro vuol dire rimetterlo al centro dell'agenda politica.
Ecco perche' e' intollerabile trovare i soldi per togliere l'Imu e non per rivalutare le pensioni, non rifinanziare gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà', non risolve il problema degli esodati. Cosi' si alimentano disperazione, povertà', solitudine, assenza di futuro.
Non c'e' piu' tempo da perdere, servono risposte concrete, il Governo, il Parlamento devono cambiare la legge di stabilita'.
Le istituzioni locali, a partire dalla Regione Lombardia, devono fare di piu' sul fronte di politiche per lo sviluppo e per la creazione di nuova occupazione dignitosa e stabile.
Questa e' la svolta necessaria, la credibilità della quale la politica ha bisogno".
Si e' poi soffermato sulle recenti manifestazioni del cosiddetto "movimento dei forconi".
" C'e' una differenza fondamentale tra le nostre lotte e le proteste di questi giorni: noi abbiamo un obiettivo preciso, loro no, perché non dicono cosa vogliono. Attaccano tutto e tutti, istituzioni democratiche, partiti, sindacati, imprese, associazioni con toni minacciosi, a volte non solo nelle parole.
Manifestare e' un diritto di tutti, ma nel rispetto assoluto della non violenza. Attorno ai forconi, che sia intenzionale o no, si sente il desiderio di soluzioni autoritarie, demagogiche, eversive.
Lo diciamo chiaro: le istituzioni democratiche vanno difese sempre, perché la democrazia e' un valore in se', e' il cemento della convivenza civile.
E, ha concluso Baseotto, non dovrebbe accadere che i forconi abbiano le prime pagine dei giornali e le lotte dei lavoratori passino sotto silenzio. Al termine del suo intervento il segretario generale della Cgil Lombardia ha rivolto a tutti un augurio di pace, legalita', inclusione sociale e lavoro".

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