Un appello della CGIL Lombardia


“Indossiamo tutti un nastro bianco per dire il nostro no alla violenza sulle donne”
 

Appello

È la proposta che la CGIL della Lombardia ha lanciato nel corso dell’Assemblea delle delegate e dei delegati che si è tenuta il 4 marzo al Teatro Smeraldo, a Milano, con la partecipazione del segretario generale Guglielmo Epifani. “Portiamolo ogni giorno, in particolare l’8 marzo, ma anche il 4 aprile quando saremo a Roma per la grande manifestazione nazionale della CGIL. Lo faccia con noi tutta la CGIL” - ha detto Nino Baseotto Segretario generale della CGIL Lombardia.

“La libertà, la dignità e i diritti delle donne e degli uomini nel nostro Paese sono una priorità da rispettare e salvaguardare. Più ancora per le donne, che continuano a subire violenza, dentro e fuori le mura domestiche. La soggettività, la dignità e il diritto di una donna a vivere libera nel mondo non possono essere in discussione, in un Paese che voglia dirsi civile.

Vogliamo parlare a tutti: italiani e stranieri, di diversa religione o etnia, coscienti che va rotta un’antica complicità maschile che, spesso col silenzio e l’indifferenza, alla fine, legittima la cultura del non rispetto e della violenza sulla mente o sul corpo delle donne, dentro e fuori le mura domestiche. Bisogna ripensare la relazione tra uomo e donna e contrastare quella cultura sessuale maschile e quei messaggi che fanno sì che sia ritenuta lecita la violenza sessuale. Bisogna sconfiggere la cultura che concepisce la donna come un oggetto che si può usare o violentare, al quale, mentre si negano diritti, dignità e libertà di scelta, si offre la logica caritatevole della protezione, magari attraverso le ronde.

Vogliamo dire agli uomini italiani e stranieri che ci battiamo e ci batteremo affinchè non sia più permesso loro di devastare la mente o il corpo di donna, giovane o anziana, italiana o straniera, perché questo significa togliere futuro, libertà e dignità.

E - ha detto ancora Baseotto - aggiungo un’annotazione strettamente rivolta al mondo maschile: non basta più chiamarsi fuori, dire o dirsi che noi non condividiamo certi comportamenti, dichiararsi estranei a certa cultura o a certi diffusi modi di pensare. Penso sia venuto il momento di palesare non solo a parole un’altra cultura, un’altra etica, un più alto rispetto. Ancora: vogliamo dire alle operatrici ed agli operatori dei mass media che ci aspettiamo che raccontino la violenza sulle donne, senza spettacolarizzarla quando compiuta da uno o più stranieri, senza derubricarla quando commessa da uno o più italiani. La violenza sulle donne non va strumentalizzata perché la mente e il corpo di una persona vanno rispettati sempre e comunque ed in qualsiasi circostanza.

Le ronde per proteggere “le nostre donne” rispondono a quell’idea autoritaria circa la libertà delle persone che poi non si fa scrupoli a stravolgere la 194 o a prefigurare una legge sul testamento biologico che offende le coscienze e nega la libertà di scelta, sancita dalla Costituzione, di ogni individuo”.

Invitiamo tutte e tutti ad aderire a questa iniziativa indossando il fiocco bianco.

Marzo 2008
 

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