La cgil lombardia sulle decisioni del consiglio regionale: l’acqua è un bene pubblico, dichiarazione di susanna camusso, segretario generale cgil lombardia.


COMUNICATO STAMPA



LA CGIL LOMBARDIA SULLE DECISIONI DEL CONSIGLIO REGIONALE: L’ACQUA È UN BENE PUBBLICO.

DICHIARAZIONE DI SUSANNA CAMUSSO, SEGRETARIO GENERALE CGIL LOMBARDIA.





Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la legge n. 120 sul conferimento di funzioni agli enti locali in materia di servizi locali di interesse economico generale.

Il testo della legge recita: “La Regione riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità da tutelare in quanto risorsa esauribile di alto valore ambientale, culturale ed economico; riconosce altresì l’accesso dell’acqua quale diritto umano, individuale e collettivo e ne regolamenta l’uso al fine di salvaguardare i diritti e le aspettative delle generazioni future”.

Per Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil Lombardia si tratta di “una perfetta definizione del senso di un bene pubblico che non possiamo che sottolineare e sottoscrivere, ma dopo queste premesse le norme approvate conducono alla “obbligatorietà delle gare sulla gestione”, definendo una prospettiva certa di privatizzazione della distribuzione dell’acqua ed un rischio nella definizione della tariffazione che farà pesare sui cittadini-utenti i costi dei profitti delle imprese private e quelli degli investimenti sulle reti e sulla qualità.

Banale sarebbe richiamare, in questi giorni di siccità - prosegue Camusso - la funzione vitale dell’acqua, ma se vale quanto detto nella stessa legge di un bene pubblico così rilevante, va salvaguardata tutta la filiera del ciclo dell’acqua.

Come dimostra anche l’Art. 13 del decreto legge cosiddetto Bersani, appena approvato al Senato, il tema dei beni pubblici, delle società, delle gestioni è da rileggere con attenzione ed uniformità, non allontanandosi dalla mediazione raggiunta con la legge nazionale.

Utile sarebbe stata una fase di riflessione per determinare una visione compiuta e di salvaguardia dei beni pubblici, ed è incomprensibile la scelta di far precipitare la decisione nel quadro di una seduta fiume del Consiglio Regionale, una sorta di omnibus pre ferie, quando non solo il tema richiede grande approfondimento, ma la stessa legislazione nazionale è in fase di cambiamento.

Forse si tratta di un altro segnale della volontà della Giunta e della maggioranza regionale di contrastare il decreto Bersani, oppure di una ciambella lanciata alla sindaca Moratti, che annuncia di voler cedere le quote del servizio idrico.

In qualunque caso, in discussione sono i diritti dei cittadini e le prospettive dei servizi.

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