La valutazione della cgil lombardia sul piano socio sanitario regionale 2006-2008. dichiarazione di susanna camusso, segretario generale, e di lella brambilla, della segreteria della cgil lombardia
COMUNICATO STAMPA
LA VALUTAZIONE DELLA CGIL LOMBARDIA SUL PIANO SOCIO SANITARIO REGIONALE 2006-2008.
DICHIARAZIONE DI SUSANNA CAMUSSO, SEGRETARIO GENERALE, E DI LELLA BRAMBILLA, DELLA SEGRETERIA DELLA CGIL LOMBARDIA
Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil Lombardia e Lella Brambilla, della Segreteria della Cgil Lombardia, in merito al nuovo Piano socio sanitario regionale 2006-08, approvato dal Consiglio regionale con poche modifiche rispetto al testo presentato dalla giunta in maggio, hanno dichiarato:
"La Cgil Lombardia aveva espresso un giudizio molto critico sul testo e presentato una serie di osservazioni e di proposte, che non hanno trovato spazio nel piano ora approvato.
Confermiamo quindi il nostro giudizio negativo, alla luce delle seguenti considerazioni:
il Piano avrebbe dovuto essere l'occasione per correggere alcune storture del servizio socio sanitario lombardo ed in particolare per invertire lo strisciante processo di privatizzazione del sistema, avviato con la legge 31 del '97.
Viene confermata inoltre l'impostazione di un sistema fondato soprattutto sul ruolo dell'ospedale, che non investe in modo adeguato sui servizi domiciliari e territoriali e questo nonostante le tendenze demografiche ed epidemiologiche, che richiederebbero uno spostamento del baricentro verso il livello territoriale.
Ciò sta avvenendo in altri Paesi europei ed in alcune regioni italiane, ma non in Lombardia, dove resta un sistema centrato sull'ospedale, costoso ed inadeguato a curare le malattie cronico-degenerative, che sono in aumento anche per l'invecchiamento della popolazione.
Continua ad essere sottovalutata e non adeguatamente finanziata la prevenzione, che si limita a pure raccomandazioni sugli stili di vita e ad alcune campagne di screening, in una regione che ha il triste primato degli infortuni e delle morti sul lavoro.
Manca una politica di valorizzazione delle risorse umane, con adeguati percorsi formativi finalizzati alla qualificazione ed umanizzazione dei servizi, possibile solo attraverso una stabilizzazione del personale, oggi in larga misura con un rapporto di lavoro precario.
Avevamo richiesto la costituzione di un Fondo regionale per la non autosufficienza, anche se ora è previsto dalla Finanziaria 2007 a livello nazionale, ma il Pssr lombardo non ne parla.
Nonostante le dichiarazioni dell'assessore sul ruolo che si dovrebbe riconoscere ai Comuni, gli stessi continuano a restare esclusi dalla programmazione e dal controllo degli interventi sociosanitari nel loro territorio.
Questo Piano, carente ed inadeguato, è anche il risultato di una indisponibilità di questa giunta a confrontarsi con le parti sociali, pratica indispensabile per affrontare questioni rilevanti come la tutela della salute dei cittadini.
Sesto San Giovanni 27 ottobre 2006