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Lavoro Lombardia, ecco la mappa della crisi
da Rassegna Sindacale www.rassegna.it
La produzione industriale è ancora in frenata, aumenta il ricorso al lavoro precario. Oltre 200mila le domande di disoccupazione presentate nel corso dell'anno. Da Bergamo a Varese, il lungo elenco delle aziende in difficoltà in tutta la regione
La produzione industriale in Lombardia è ancora in frenata. Non si fermano i licenziamenti né le crisi aziendali, mentre aumenta sia il ricorso al lavoro precario sia il numero delle domande di disoccupazione (oltre 200mila da gennaio). Sono alcuni dati forniti da Cgil, Cisl e Uil regionali durante la manifestazione che si è svolta a Varese con i lavoratori delle aziende in crisi.
Durante il sit-in un gruppo di lavoratori delle categorie degli edili ha costruito, con un gesto dal forte valore simbolico, il “muro del lavoro”, per dire che solo con il lavoro si può ricostruire il futuro, soprattutto per le giovani generazioni. Alla costruzione del muro hanno contribuito anche i tre segretari generali regionali delle confederazioni, Nino Baseotto, Luigi Petteni e Walter Galbusera
"La difficile situazione della Lombardia è purtroppo evidente - affermano le tre sigle -. Nella nostra regione, nel 2010 il tasso di disoccupazione è salito al 6% e gli occupati sono diminuiti di oltre lo 0,6%. Mentre gli occupati dell’industria in senso stretto sono scesi del 4,5% rispetto al 2009. Sostanzialmente la crisi economica, purtroppo, non è conclusa, e viene confermata da Confindustria che prevede un calo di circa 1,6% del Pil a livello nazionale, con conseguenze ulteriori sull’occupazione".
Ecco la mappa della crisi provincia per provincia.
BERGAMO. Circa 465.000 addetti complessivi tra dipendenti e autonomi (i dipendenti nel settore privato sono 355.935, fonte: annuario statistico Regione Lombardia 2009. Idem per gli altri territori). Le ore di cassa totale gennaio-novembre 2011 sono state 23.275.127 (CIGO 5.878.105, CIGS 11.953.910, DEROGA 5.443.112).
PANSAC INTERNATIONAL di ZINGONIA (chimica). 70 dipendenti. Dichiarata dall’azienda la chiusura dei 5 siti del gruppo (gli altri a Mira, Marghera, Portogruaro e Ravenna). La motivazione dell’azienda è che le banche non erogano prestiti. Presidio immediato dei lavoratori e richiesta di un tavolo di trattative. Su 70 dipendenti 25 erano già in CIGS.
NEOLT di Pontesanpietro (metalmeccanica). 133 dipendenti. Da 1 anno in CIGS che terminerà il 31 dicembre 2011. E’ arrivato ora un accordo che prevede 8 mesi di cassa in deroga a partire dal 14 dicembre 2011 cui seguirà 1 anno di CIGS fino all’estate del 2013.
Sono previsti incentivi per la mobilità volontaria.
MAZZUCCONI FONDERIE di PONTE SAN PIETRO E AMBIVERE (metalmeccanica). 330 dipendenti nei due stabilimenti. In concordato preventivo. Accordo su CIGS per 166 dipendenti a rotazione. I terreni delle aziende sono stati messi in vendita ma non ci sono per ora acquirenti.
MILGRANDI di Pognano. (metalmeccanica). 33 dipendenti. L’azienda ha annunciato che vuole trasferire la produzione in Spagna e chiudere l’azienda. Immediata la reazione sindacale con scioperi.
PROMATECH di Colzate (metalmeccanica). 104 dipendenti (all’inizio della crisi 4 anni fa erano 600). Accordo per la cassa in deroga fino a dicembre 2011 e mobilità volontaria e incentivata per 55 dipendenti. La FIOM non ha sottoscritto l’accordo.
FILIPPETTI di CASIRATE D’ADDA (metalmeccanica). 139 dipendenti. Chiesta la mobilità per 13 dipendenti.
FRATTINI di SERIATE (metalmeccanica). 190 dipendenti. L’azienda è in concordato preventivo dopo la cessione di un ramo d’azienda alla MALL HERLAN (ditta tedesca). In presidio permanente da ottobre 2009, hanno la CIGS in scadenza il 26 gennaio 2011. Sono rimasti 58 dipendenti e recentemente il liquidatore ha chiesto per loro la procedura di mobilità. I sindacati chiedono invece la cassa in deroga per tutto il 2011.
DONORA elettrodomestici SPA (gruppo Candy. metalmeccanica), con sede legale a Monza ma lo stabilimento a CORTENUOVA. 157 addetti (dei 280 all’inizio della crisi nel luglio 2006), quasi tutte donne. L’ultimo frigorifero è stato prodotto a fine luglio. A fine agosto è scaduta l’ultima proroga di cassa in deroga e dal 1 settembre sono tutti in mobilità. Si prospetta l’insediamento sull’area di un polo logistico che potrebbe assorbire 15 dipendenti.
HONEGGER di ALBINO (tessile). 390 dipendenti. Raggiunto un accordo per 8 mesi di cassa in deroga a partire dal 1° gennaio 2012.
BRESCIA. Compresa Valcamonica, circa 519.000 addetti tra dipendenti e autonomi. (i dipendenti nel privato sono 391.441).Le ore di cassa gennaio-novembre 2011 sono state 42.428.797 (di cui CIGO 11.264.659, CIGS 23.462.787, DEROGA 7.701.351.
BREBEMI (autostrade). Dopo lo scandalo dei rifiuti tossici e la chiusura di 34 km di cantiere circa 1000 lavoratori dei cantieri e 3.000 dell’indotto rischiano il posto di lavoro. Si attende entro Natale la sentenza del tribunale del riesame di Brescia. Se i cantieri verranno definitivamente sequestrati si prospetta la cassa integrazione. La ripresa dei lavori dipenderà dunque dagli sviluppi della inchiesta della magistratura.
IVECO (metalmeccanica). 2500 dipendenti.
Per far fronte alla crisi, contratti di solidarietà per tutti con riduzione oraria del 46%.
MEDTRONIC di RONCADELLE (chimico farmaceutica). 600 dipendenti. L’azienda (una multinazionale americana leader nel settore biomedicale) ha annunciato un piano aziendale che mette a rischio circa 300 lavoratori, molti dei quali a causa di spostamenti di linee produttive che verrebbero trasferite in Messico. I sindacati annunciano mobilitazioni e proteste.
COMO. Circa 246.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 194.375). Le ore di cassa gennaio-novembre 2011 sono state 16.479.265 (CIGO 5.959.365, CIGS 7.676.855, DEROGA 2.843.045).
SISME di OLGINATE (metalmeccanica). 790 lavoratori. Da 2 anni in CIGS e mobilità. Sono rimasti 570 lavoratori e per 550 dal 1 gennaio 2011 inizia un periodo con contratti di solidarietà.
ORSOGRIL di Anzano al Parco (metalmeccanica). 106 dipendenti. L’azienda è a rischio chiusura. E’ stato infatti annunciato l’avvio della procedura di concordato preventivo a febbraio 2012.
CREMONA: Circa 148.000 addetti tra dipendenti e autonomi. (nel privato 109.914). Da gennaio a novembre 2011 le ore di cassa sono state 5.683.892 (CIGO 2.260.873, CIGS 1.820.795, DEROGA 1.602.224).
TAMOIL di CREMONA (CHIMICA). 300 DIPENDENTI. L’azienda ha annunciato la dismissione della raffineria entro la fine del 2011 e l’intenzione di tenere solo un deposito carburanti o polo logistico con 48 dipendenti. In realtà con l’indotto i lavoratori a rischio sono un migliaio. Il 3 aprile è stato raggiunto un accordo per la cassa integrazione a decorrere dal 1 gennaio 2012.
LECCO. Circa 146.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 110.795). Le ore di cassa gennaio-novembre 2011 sono state 13.035.098 (CIGO 4.148.264, CIGS 6.635.349, DEROGA 2.251.485).
RSI COSTARIL di Costa Masnada. (metalmeccanica). 157 dipendenti. In CIGS a zero ore e da 4 mesi non prendono soldi. Sono in presidio permanente da mesi.
RIELLO di LECCO (metalmeccanica), 340 dipendenti. 140 sono in cassa da 1 anno e circa 200 lavorano 4 giorni la settimana.
LODI: Circa 97.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 76.877). Le ore di cassa gennaio-novembre 2011 sono state 3.358.456 (CIGO 683.581, CIGS 1.550.660, DEROGA 1.124.215.
MARCEGAGLIA di Greppignana. (metalmeccanica). 100 dipendenti. Produce manufatti per l’edilizia e riflette la crisi di questo settore. Da mesi in cassa ordinaria 3 giorni la settimana, si è raggiunto un accordo per i prossimi 2 anni e verranno usati i contratti di solidarietà.
SCHERING di COMAZZO (chimica). 130 dipendenti. A metà luglio l’azienda ha annunciato la chiusura.
I licenziamenti nel piano aziendale sarebbero graduali: 40 esuberi a dicembre 2010, 15-20 a giugno 2011, altri 60 a dicembre 2011 (gli altri restano fino alla messa in sicurezza del sito). Chiesto dai sindacati un tavolo al ministero.
MANTOVA. Circa 176.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 127.563). Le ore di cassa gennaio-novembre 2011 sono state 6.086.377 (CIGO 936.523, CIGS 2.429.619, DEROGA 2.720.235).
POMPEA di Mantova ( tessile). Previsti 125 esuberi dal 1° gennaio 2012.
IVECO di SUZZARA (metalmeccanica). Dopo una settimana di chiusura in cassa, un altro brutto segnale, la riduzione della produzione di furgoni da 211 a 180 al giorno nell’ultimo periodo.
SAVIOLA di VIADANA (chimica legno). 450 dipendenti. Un gruppo con stabilimenti anche a Pavia e Mortasa. L’azienda ha chiesto 10 settimane di CIGO per tutti i dipendenti (321 a Viadana).
MILANO e PROVINCIA (compresi i comprensori Monza-Brianza e Ticino-Olona). Circa 1.790.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 1.291.593). (NB: questo dato non tiene conto della nascita della provincia di Monza, e anche l’INPS è in ritardo con lo scorporo). Da gennaio a novembre 2011 le ore di cassa sono state 50.926.093 (CIGO 8.721.648, CIGS 24.855.040, DEROGA 17.349.405).
JABIL di Cassina de’ Pecchi (metalmeccanica). 325 dipendenti. Tutti i dipendenti hanno ricevuto la lettera di licenziamento via fax il 28 settembre 2011 e il 23 dicembre dovrebbero essere tutti a casa. Le commesse NOKIA sono venute meno (si tratta di componenti per le telecomunicazioni). I lavoratori presidiano i cancelli.
EX-CELESTICA metalmeccanica fotovoltaica di VIMERCATE, ora di proprietà di Bames e Sem (Gruppo Bartolini). 550 dipendenti. Un accordo a febbraio 2009 prevedeva 210 cassaintegrati a rotazione per 5 mesi (su 660). A luglio l’azienda rompe l’accordo e chiede di portare a 390 i dipendenti in CIGS a zero ore e senza rotazione, e per altri 100 il prepensionamento. Si raggiunge un parziale accordo per 300 dipendenti in cassa a zero ore in attesa di piani di aziende del polo hi-tech del vimercatese che tarda a venire. A rischio ora sono tutti i 550 dipendenti rimasti e pochi giorni fa Bartolini ha detto ai sindacati che 330 dipendenti sono di troppo; si è aperta la procedura di mobilità e i lavoratori presidiano la fabbrica.
EX WAGON LITS (TRENITALIA). 182 dipendenti. Causa soppressione treni notturni rischiano il licenziamento. 3 di loro sono da 15 giorni su una torre alla stazione Centrale di Milano per opporsi alla decisione aziendale. Raccolte a sostegno della loro lotta 2300 firme di cittadini.
PRASSIS di Settimo milanese. (farmaceutico). 30 dipendenti (tutti ricercatori). L’azienda è stata posta in liquidazione e tutti rischiano il licenziamento.
YAMAHA di LESMO (metalmeccanica), 66 dipendenti. Nel 2010 tutti licenziati. Risposta dura del sindacato e dei lavoratori che a Natele del 2010 sono stati per qualche giorno sul tetto dell’azienda. Da 1 anno 28 lavoratori sono in presidio permanente e chiedono un risa5rcimento all’azienda che aveva “truccato” i bilanci per gestire gli esuberi. Il 10 gennaio 2012 scade la cassa integrazione e i lavoratori chiedono un altro anno di cassa in deroga.
NOKIA SIEMENS di Cassina de’ Pecchi. (metalmeccanica). 500 dipendenti. L’azienda intende trasferire altrove l’attività ed ha avviato le procedure per trasferire le ultime attività di ricerca a Shanghai. Simbolicamente sono state tolte le insegne aziendali pochi giorni fa. Proseguono scioperi e incontri al ministero.
PAGANELLI di Cinisello Balsamo. (metalmeccanica). 110 dipendenti. Da ottobre tutti in cassa integrazione, da fine novembre tutti licenziati perché il tribunale ha dichiarato l’impossibilità dell’azienda di uscire dalla crisi. I lavoratori presidiano la fabbrica.
ALFA di Arese (metalmeccanica). 136 dipendenti, quelli rimasti alle dipendenze di Powertrain. Hanno ottenuto la cassa in deroga fino al 31 dicembre 2011. E poi? L’azienda li vuole a Torino, loro cercano una ricollocazione sul territorio.
NOVACETA di MAGENTA (chimica). 220 dipendenti. In fallimento da 1 anno e 180 lavoratori in CIGS fino a dicembre 2011. Aspettano un compratore e i lavoratori, con il sindacato e tecnici qualificati, hanno preparato e presentato anche nelle varie sedi istituzionali un piano di rilancio della azienda.
MAFLOW di Trezzano sul Naviglio (metalmeccanica). 200 i dipendenti rimasti (a inizio anno erano 350). Acquistata dal gruppo polacco BORYSZEW a giugno 2011 l’accordo prevedeva che 110 lavoratori riprendessero il lavoro a ottobre e gli altri in cassa e prepensionamenti. Ora l’azienda sembra volersi rimangiare l’accordo.
LARES di PADERNO DUGNANO (metalmeccanica), 130 dipendenti, ha utilizzato la cassa a zero ore per 13 settimane per 60 dipendenti e per gli altri a orario ridotto. Sono in presidio permanente da dicembre 2008 e contano su un compratore che voglia rilanciare l’azienda ma che non si vede all’orizzonte. Sono 750 giorni che presidiano la fabbrica. E ora chiedono una proroga della cassa in deroga fino a marzo 2011.
COLOMBO FILIPPETTI di Castrate d’Adda. (metalmeccanica). 139 dipendenti. Accordo sulla mobilità volontaria per 13 dipendenti.
IMS di Caronno Pertusella (comunicazioni). 132 dipendenti. Producono Cd per le case discografiche. La EMI non paga i debiti alla IMS e questa rischia di chiudere a gennaio 2012. I lavoratori presidiano la fabbrica.
PAVIA. Circa 218.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 155.028). Le ore di cassa da gennaio a novembre 2011 sono state 8.322.274 (CIGO 3.989.287, CIGS 2.429.276, DEROGA 1.903.711).
MERCK (farmaceutico). Persi silenziosamente 120 posti in tre anni e ora si è scesi sotto i 300 dipendenti. Ulteriore preoccupazione per lo spostamento in Inghilterra di un prodotto antidiabetico oggi prodotto solo a Pavia.
SONDRIO. Circa 77.000 addetti tra dipendenti e autonomi (nel privato 54.190). Le ore di cassa da gennaio a novembre 2011 sono state 1.371.585 (CIGO 397.370, CIGS 554.054, DEROGA 420.161).
NAUTICA CRANCHI. (Commercio). 200 dipendenti. In crisi dal 2009, hanno la CIGS fino a luglio 2011.
VARESE. Circa 387.000 addetti tra dipendenti e autonomi ( nel privato 282.518). Le ore di cassa gennaio a novembre 2011 sono state 28.780.577 (CIGO 13.811.957, CIGS 10.560.533, DEROGA 4.408.087).
WHIRLPOOL di BIANDRONNO (metalmeccanica). 600 dipendenti. La multinazionale ha dichiarato 600 esuberi. Scioperi, manifestazioni e blocchi stradali immediatamente attuati da sindacati e lavoratori per attivare un tavolo tra le parti. Interrogazioni parlamentari vanno nello stesso senso.
SANOFI AVENTIS di ORIGGIO (farmaceutica). 140 dipendenti. Il gruppo francese ha annunciato 500 licenziamenti (gli altri siti coinvolti sono a Milano - si tratta di un centro ricerche importante, il “Farma ISF”-, Cuneo, Padova, L’Aquila, Frosinone, Brindisi). Il sindacato ha dichiarato 8 ore di sciopero e richiesto un incontro urgente al ministero dello sviluppo economico.
IMS (INTERNATIONAL MEDIA SERVICE) di VARESE (chimica). 132 dipendenti. L’azienda è in liquidazione da ottobre e i lavoratori da allora presidiano la fabbrica. Oltre che ad altri artisti, hanno anche chiesto a Vasco Rossi, che pare abbia accettato (stampano anche i suoi Cd), di manifestare la sua solidarietà recandosi al presidio.
INDA di VARESE (metalmeccanica). 230 dipendenti. Chiesta la CIGS per tutti i lavoratori. Il piano aziendale prevede il trasferimento dei lavoratori in aziende del gruppo a Bergamo e Malpensa.
ALENIA-AERMACCHI (metalmeccanica). Si tratta del settore aeronautico di Finmeccanica i cui vertici hanno presentato un piano di ristrutturazione che prevede in tutta Italia 1.200 esuberi e 1.000 in cassa integrazione. Si preparano scioperi e mobilitazioni.
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