Legalità Lombardia: è ora di arginare la criminalità

Il tema della legalità è più che mai decisivo per la qualità della vita e del lavoro, dice Nino Baseotto. Lo dimostra la triste vicenda della giunta Formigoni. "Il sindacato torni a presidiare il territorio"

DI CHIARA CRISTILLI

E' la legalità è l’argomento centrale degli Stati generali della Cgil Lombardia, organizzati a Pollenzo-Bra dal 17 al 19 ottobre. Di questa scelta discutiamo con Nino Baseotto, segretario generale della Cgil regionale. “Gli Stati generali sono un momento di riflessione seminariale del gruppo dirigente della Cgil. Per questo motivo, abbiamo sempre individuato contenuti che ci permettessero valutazioni strategiche sul futuro. Il tema della legalità possiede sia caratteristiche di prospettiva che di straordinaria attualità. Sempre di più, infatti, esso connoterà la qualità della vita e del lavoro, all’interno della società italiana. Le vicende giudiziarie che hanno investito la nostra giunta regionale non fanno che confermare la necessità, anche per il sindacato, di confrontarsi con tale questione”.

Rassegna Il titolo dell’iniziativa è “Economia, mafie, contrattazione, legalità”. Qual è, in tale contesto, il ruolo della contrattazione?

Baseotto La contrattazione è lo strumento attraverso cui il sindacato può concretizzare il proprio impegno a favore della legalità. Attraverso la contrattazione possiamo intervenire sulla regolarità dei rapporti di lavoro, consentire l’emersione del sommerso, tentare di arginare il vasto fenomeno della precarietà. Intendiamo partire dal lavoro quando discutiamo su come la società civile, e quindi un grande sindacato come la Cgil, può contribuire e fare la sua parte nella lotta all’illegalità e alle organizzazioni criminali.

Rassegna In che modo?

Baseotto Partiamo da Expo 2015. C’è un numero enorme di appalti già partiti o in procinto di essere assegnati, connessi all’evento fieristico vero e proprio. Stiamo cercando, e in parte ci siamo riusciti, di intervenire con la contrattazione d’anticipo. Abbiamo pattuito con il committente alcune condizioni cui vincolare la stessa modalità di attuazione dell’appalto, riguardanti la sicurezza e la regolarità del lavoro. In questo modo è stato possibile, fra le altre cose, ottenere un controllo mediante tesserino delle persone che entrano ed escono da un cantiere. Un piccolo risultato, ma di grande valore. È importante che la società capofila di un appalto si vincoli attraverso un accordo, e che le clausole sul lavoro in esso contenute vengano trasferite a eventuali subappalti. Insieme alla società Expo, e a Cisl e Uil, stiamo poi definendo un accordo con l’Inail per incrementare le regole sulla sicurezza del lavoro.

Rassegna Cosa può fare il sindacato sul fronte delle infiltrazioni mafiose?

Baseotto Insieme a Confindustria, Cisl e Uil abbiamo firmato un protocollo per la legalità, per tutelare non solo i lavoratori ma anche gli imprenditori. Confindustria ha espresso la necessità di concertare con il sindacato misure atte ad arginare l’interferenza mafiosa nel tessuto imprenditoriale. Oggi, i membri delle cosche si propongono come distinti uomini d’affari, offrendo a chi è in difficoltà il vantaggio della disponibilità di denaro. Attratti da ciò, ci sono imprenditori che acconsentono a fare accordi con queste persone. Alcuni non sospettano, almeno inizialmente, di aver intrecciato rapporti con la criminalità organizzata. Per questo è così importante fare formazione nelle aziende, per insegnare a intercettare subito quei segnali che possono essere la spia di intenzioni illecite. La zona grigia non è abitata solo da chi scende intenzionalmente a patti con le mafie ma anche da chi viene raggirato, per poi trovarsi ben presto nella morsa del ricatto.

 Rassegna Dalle indagini che hanno travolto la giunta Formigoni, emerge la disponibilità della politica nel trattare il lavoro come merce di scambio con la malavita. Come reagire a questo degrado?

 Baseotto Il sindacato può e deve rappresentare un’alternativa di legalità a determinate situazioni. Rispetto alle dure posizioni assunte nei riguardi di Formigoni, la Cgil è stata spesso accusata di non rimanere nei limiti delle proprie competenze, ma di fare politica. Nulla di più falso. La Cgil non ha mai chiesto le dimissioni del governatore in virtù del programma politico con cui ha vinto le elezioni. Siamo i primi, inoltre, a difendere il principio della presunzione di innocenza. Il punto è che Formigoni è presidente di una giunta che ha visto quattro assessori arrestati e quattordici consiglieri su ottanta indagati o condannati. Stessa sorte per persone che hanno avuto ruoli di potere cruciali, legati all’attività amministrativa della Regione. Per questo abbiamo detto ‘deve andarsene’: per una responsabilità politica oggettiva in questo sfascio, per senso dello Stato. Formigoni ha fatto uno straordinario favore all’antipolitica. Non solo: con il suo comportamento ha alimentato il disprezzo dei cittadini verso le istituzioni. Per questo stesso motivo, anche se si tratta di una dimissioni di Penati. Un sindacato come la Cgil, che rappresenta milioni di persone, non può tacere. Il silenzio di altre organizzazioni sindacali rispetto al degrado politico e morale in cui è precipitata la Regione Lombardia fa molto male, ed è grave.

Rassegna L’arresto dell’assessore Zambetti vede sullo sfondo la città di Milano, ma anche comuni di poche anime come Sedriano, anch’esso coinvolto nella compravendita di voti. Qual è la realtà sociale e lavorativa dell’hinterland milanese?

Baseotto Quella di territori poveri dal punto di vista produttivo. La crisi ha portato via il lavoro, privando questi luoghi di difese sociali. I tagli alle attività culturali e aggregative dei comuni hanno creato più estraneità tra le persone, più individualismo. Ma se ti fai i fatti tuoi, qualcun altro si sentirà libero di fare ciò che vuole. Quando la politica si ritrae e il territorio diventa terra di nessuno, è più facile, per le mafie, mostrare la loro falsa convenienza. Le organizzazioni criminali sono moderne, guardano al futuro, sanno leggere la realtà economica. Come può, una società che non innova, e che preclude il futuro ai giovani, tenere testa alle mafie? Dare uno spettacolo delle istituzioni e della politica come quello che abbiamo sotto gli occhi, offre terreno a “valori” e sistemi di regole alternativi, criminali. Il problema interroga anche il sindacato. Bisogna tornare a presidiare il territorio, essere utili. Soprattutto, occorre legare visibilmente l’attività del sindacato con quella di amministratori onesti, forze dell’ordine, magistratura, per creare quel reticolo della legalità con cui le mafie dovranno fare i conti.

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