04/12/2012 |  Corriere | 

Lombardia. Più di sessantamila i licenziati nel 2012 Disoccupazione all'8%  

MILANO — Oltre 60 mila licenziamenti in Lombardia nel 2012. La stima è più che attendibile visto che a fine novembre le persone che avevano perso il posto erano gia oltre 57 mila. Il tasso di disoccupazione è passato dai livelli fisiologici precrisi (intorno al 3.5-4 per cento) all'8 per cento di oggi. E rischia di salire ancora. La principale preoccupazione riguarda i dipendenti delle imprese con meno di 15 lavoratori. In Regione si sta discutendo il rinnovo della cassa in deroga che copre proprio questa categoria di lavoratori. Il problema è che quest'anno mancano le risorse. Al momento si sta ragionando sulla possibilità di garantire la cassa fino al mese di giugno. E poi si vedrà. La Cgil ieri ha fatto un appello al consiglio regionale. «Il 10 e l'11 di dicembre si discute la manovra di bilancio, chiediamo che in Regione si trovino almeno altri 50 milioni di euro per la cassa in deroga. Questo ci permetterebbe di allungare la copertura almeno fino a settembre», auspica Fulvia Colombini della segreteria Cgil regionale. Per intenderci, al momento in Lombardia i cassintegrati «in deroga» sono 90 mila. «Il nostro timore è che di fronte alla mancanza delle risorse troppe imprese rompano gli indugi e licenzino. Una decisione che metterebbe a rischio la coesione sociale in molti territori», riflette Colombini. Dal canto loro le associazioni degli artigiani, le cui imprese sono tra le prime fruitrici della cassa in deroga, temono che, al contrario, che le aziende corrano a chiedere i fondi proprio perché sanno che le casse sono semivuote. Tornando ai licenziamenti già avvenuti nei primi dodici mesi dell'anno, l'incremento rispetto allo stesso periodo del 2011 è stato del 26 per cento. I dati vengono dall'Inps e sono stati rielaborati dalla Cgil che li ha divulgati ieri. Nel dato sono comprese sia le persone espulse dalle grandi imprese (18.015) che quelle in uscita dalle piccole (38.846). Come si vede sono proprio le attività di dimensioni minori a provocare il maggiore impatto sull'occupazione.

Rita Querzé