Cgil e San Raffaele in corteo
Niente incidenti, traffico in tilt
Sono scesi in piazza non solo tute blu, ma anche molti lavoratori dei servizi e della conoscenzaL'altra manifestazione


Corriere della Sera, 15 settembre 2012
MILANO - Contro la crisi, i petardi. Che ne dice la Cgil che ieri ha aderito alla giornata di sciopero organizzata dal sindacato europeo? «Il nostro corteo ha visto sfilare circa 30 mila persone in modo ordinato, senza alcuna intemperanza - risponde il segretario generale della Camera del lavoro, Onorio Rosati -. Detto questo, c'è una componente che utilizza e strumentalizza la crisi per creare tensioni. Utilizzando anche il disagio reale e fortissimo dei giovani. Anche per questo è importante che il sindacato non abbandoni le piazze».

Mercoledì, al corteo della Cgil - da Palestro a piazza del Duomo - non solo tute blu, ma anche molti lavoratori dei servizi e della conoscenza. Specchio di una città dove le fabbriche hanno ceduto il passo agli uffici. Oltre agli studenti del «global strike» e alla Cgil, hanno sfilato per le vie di Milano anche un migliaio di camici bianchi del San Raffaele che, partiti da via Olgettina, hanno raggiunto piazza Duca D'Aosta. In questo caso la protesta era tutta concentrata contro i 244 licenziamenti. Ieri l'ospedale ha comunque continuato a lavorare con regolarità. Intanto, a livello regionale, la Cgil manifesta preoccupazione rispetto alla trattativa per il rinnovo dell'accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013.

«Presto incomincerà il confronto, con una situazione di grande incertezza circa i finanziamenti che arriveranno in Lombardia da parte del governo, in un quadro nazionale di risorse decrescenti - lamenta Fulvia Colombini della segreteria lombarda -. Inoltre dal prossimo anno le Regioni non contribuiranno più a finanziare, attraverso risorse proprie come il fondo sociale europeo, queste politiche di sostegno al reddito, rendendo il percorso ancora più arduo». In questo contesto, la Lombardia si confronta con un tasso di disoccupazione al 7,7 per cento e investimenti delle imprese che si avviano a chiudere il 2012 con un meno 3 per cento.

Rita Querzé
15 novembre 2012 | 9:12
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