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Conferenza di organizzazione della cgil, 29-30-31 maggio 2008: sintesi dell'intervento di susanna camussoSintesi dell'intervento di Susanna Camusso, Segretario generale della CGIL Lombardia.
Da giorni mi interrogo - ha detto Susanna Camusso aprendo il suo intervento -sul senso di fastidio che suscitano in me i provvedimenti del governo sui migranti, cosi' inconciliabili con i nostri valori. La risposta e' che ancor più del reato di clandestinita', orrido e ingiusto di per se', cio' che davvero indigna e' l'idea che un popolo possa essere giudicato "cacciabile", perseguibile in quanto popolo; che ci siano delle persone, in altre parole, che possano essere considerate "eliminabili".
Questo vuol dire che si e' minata alla base l'idea di uguaglianza e di dignita' della persona.
Vedo tante contraddizioni, tante questioni alle quali questo governo di centrodestra risponde solo con provvedimenti che dividono.
Di qui la necessita' - ha continuato il Segretario generale della CGIL Lombardia- di svolgere fino in fondo il nostro ruolo di sindacato confederale, di ricomporre le identita' multiple non in un'unica identita' ma affermando l'idea di "persone" alla quali fanno capo dei diritti. Questo principio e' ben espresso nelle due parole chiave che, incrociate, sono state al centro della nostra conferenza d'organizzazione: confederalita' e territorio, e che sarebbe un delitto smarrire nell'indistinto generico della quotidianita', nel quale l'emergenza finisce sempre per prendere il sopravvento.
Io dico esplicitamente che vedo con nettezza il legame tra la consultazione dell'autunno e la condizione di lavoro, le scelte della conferenza, l'unita' sindacale e la piattaforma unitaria sul modello contrattuale.
E' cosi' che si individua un altro punto di vista per dare risposta all'insicurezza che non sia l'ordine pubblico. So che la sfida dell'integrazione e del mondo futuro, ma anche le condizioni di riscatto per lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che vogliamo rappresentare e che si sentono se non ultimi, penultimi, si gioca sul lavoro,
sui servizi, sul welfare.
E vedo una ragione coerente- ha detto ancora Camusso- tra la dimensione del CCNL come strumento di tutela universale, l'idea di paese e la contrattazione di secondo livello, aziendale, di sito e di settore che porta a ricomporre e contrattare sulle condizioni di lavoro, non solo nelle categorie più forti ma anche in quelle più' deboli che, senza regole, sono prigioniere di rapporti di forza sempre più individualizzati.
Regole condivise contro l'imbarbarimento, per trovare una chiave unitaria per ragionare sulle condizioni di lavoro.
Come contrattare- si e' chiesta Susanna Camusso- ad esempio formazione e professionalita' senza porci il tema del tempo, e di come viene vissuto ad esempio da una donna, da un migrante, da un giovane? Senza vedere, in altre parole, i rischi di una moltiplicazione della discriminazione?
Tutto questo comporta scelte di qualita' diversa nella distribuzione delle nostre energie umane e materiali, dei nostri funzionari. Scegliere il territorio significa ragionare sullo Spi, sui servizi ma anche sulle categorie, sulle risorse, sull'esigenza di svecchiamento. Dobbiamo avere la coscienza del limite, il coraggio di passare la mano facendo uno sforzo vero di guardare al dopo.
Siamo di fronte a sfide difficili, ma non condivido letture negative: per la CGIL si apre anche una straordinaria stagione di opportunita'.
Susanna Camusso ha dedicato l'ultima parte del suo intervento alla CGIL della Lombardia. Abbiamo fatto un grande lavoro- ha detto- una conferenza dai risultati importanti che crediamo possano portare un contributo a questa conferenza nazionale. Si e' innescato un processo di rinnovamento, certo con qualche resistenza, anche se non molte. Se ne parla forse troppo; aleggiano, piuttosto fuori dalla nostra realta' che in Lombardia, preoccupazioni rispetto alle quali voglio tranquillizzare tutti. La nostra conferenza, le proposte messe in campo a me dicono che si puo' fare, e non occorre tormentarsi: l'assunzione di responsabilita' e' dentro il nostro stare nella CGIL e per la CGIL.
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