A proposito dell’attivismo della regione lombardia. dichiarazione di susanna camusso segretario generale cgil lombardia
COMUNICATO STAMPA
A PROPOSITO DELL’ATTIVISMO DELLA REGIONE LOMBARDIA. DICHIARAZIONE DI SUSANNA CAMUSSO SEGRETARIO GENERALE CGIL LOMBARDIA
Fortunatamente il Presidente continua a dire che vi è il partenariato in Lombardia.
Solo che invece della concertazione con le parti sociali, c’è una partnership con i mezzi di comunicazione e la politica degli annunci è quotidiana.
Ieri è stato il turno del “noi tagliamole tasse” contenuto nell’annuncio della finanziaria regionale.
Sembra, ma siamo in attesa di una documentazione credibile, oltre che del tavolo che abbiamo rivendicato, che ci sarà l’esonero IRPEF per i redditi fino a 15.493,71 euro, che avremo 4 milioni e 100mila contribuenti, che gli altri pagheranno l’IRPEF solo per la quota eccedente questo reddito.
Non si pagherà più il ticket di 10 euro; qui si restituisce il maltolto , ma cionostante i cittadini lombardi continueranno a compartecipare troppo, tra un ticket regionale e l’altro.
La Lombardia paga l’addizionale IRPEF al suo massimo; l’addizionale fu introdotta per compensare lo squilibrio della spesa sanitaria che, tra privatizzazioni ed accreditamenti, spesso andava – o va? – fuori controllo.
Le Organizzazioni Sindacali,
ripetutamente, avevano chiesto di conoscere quale destinazione aveva poi assunto l’addizionale IRPEF, visto che la Regione, (senza mai fornire dati, ma si sa che la trasparenza del bilancio regionale non è così brillante), ha sostenuto la regolarità del bilancio della sanità.
Inutile ripetere che questo confronto non si è mai fatto, ma l’attuale annuncio induce ad alcune riflessioni.
Certamente, se si può ridurre la pressione fiscale a partire dai redditi bassi, ben venga.
Sarebbe utile capire dove sia stata collocata l’asticella e con quali criteri, così da poterne verificare l’equità.
Perché stupisce che su una platea di poco più di 6 milioni di contribuenti, 4 milioni vadano sotto i 15mila euro.
Sicuramente abbiamo ragione noi e i redditi in Lombardia sono troppo bassi: i precari, a partire da quelli pubblici, le pensioni basse, i salari che si riducono; ma qualche problema, nella regione della finanza di evasione, evidentemente c’è.
Ma ancora, vorremmo tradurre quell’affermazione di nessun taglio alla spesa sociale; dai ticket alla compartecipazione alla spesa, dai costi dei trasporti alla monetizzazione dei servizi, troppi interrogativi restano, anche perché i tavoli di confronto non ci sono.
Queste sono le domande per le quali è difficile limitarsi a gioire delle buone notizie e, da persone adulte, sarebbe meglio che le scelte fossero segnate da equità, certezze e risposte ai cittadini.
Sesto San Giovanni 8 novembre 2007