Susanna camusso, segretario cgil lombardia: noi vogliamo lo sviluppo della regione. il presidente dov’e’?
COMUNICATO STAMPA
SUSANNA CAMUSSO, SEGRETARIO CGIL LOMBARDIA: NOI VOGLIAMO LO SVILUPPO DELLA REGIONE. IL PRESIDENTE DOV’E’?
Al termine di una conferenza stampa della Cgil Lombardia che si è tenuta oggi a Milano sui temi della crisi industriale, Susanna Camusso, Segretario generale della Cgil Lombardia ha detto:
“un esempio di ciò che diciamo valga per tutti: la Wind. Lì è evidente il nodo delle politiche industriali: l’esigenza di investimenti di qualità per l’effettiva concorrenza di un sistema che invece tende a ripiegarsi.
E’ inaudito che le grandi aziende pensino all’esternalizzazione addirittura dei grandi clienti, producendo dequalificazione, che aziende di qualità ricorrano al taglio dei costi e agli spazi marginali di mercato.
Senza parlare del valore simbolico di tali scelte in una realtà nella quale sono impiegati moltissimi giovani e ragazze, a conferma della volontà di mantenere nella precarietà un’intera generazione. Inutile poi lamentarsi della denatalità, se è proprio la precarietà ad agire da miglior mezzo contraccettivo.
Per tornare alla crisi industriale - ha proseguito Camusso – un altro esempio è quello del settore tessile, le cui difficoltà riguardano i grandi gruppi, e sono aggravate dal fatto che i problemi del settore sono la riqualificazione e la competitività alta. Alcune aziende della nostra regione si stanno anche impegnando in questa direzione, ma lo fanno nell’assoluta ignavia della Regione, che ha aperto un tavolo tre anni fa, lo ha riunito una sola volta ed è poi rimasta latitante e ancora oggi non è in grado di indicare una politica adeguata.
Il problema – ha detto ancora il segretario generale della Cgil Lombardia – è che la Regione è assolutamente disinteressata alla qualità dello sviluppo, e la conferma sta nel fatto che non si è mai preoccupata di riunire le parti nel caso di aziende in crisi.
Ne è un esempio la Vicuron di Varese, azienda farmaceutica di eccellenza delocalizzata qualche tempo fa.
E la conferma la si ritrova anche nel Pdl sulla competitività approvato nei giorni scorsi, che ha come caratteristica quella di limitarsi alla marginalità dei temi, e di non scegliere invece un intervento rispetto al nodo strutturale che è rappresentato dal nanismo delle aziende.
Mentre la Regione fa affermazioni anche roboanti sui temi della ricerca, non ha però un progetto di rilancio della ricerca pubblica (molto presente) che sia in grado di metterla in relazione con quella privata, ponendo poi tutte e due al servizio della
crescita delle imprese.
Questo atteggiamento miope, forse dettato dall’allergia del Presidente alle relazioni col sindacato, si traduce nella perdita di occasioni per lo sviluppo della regione.
Un altro problema importante è che se la Lombardia vuole competere in Europa non può farlo col più alto tasso di precariato e rifiutando la qualificazione delle giovani e dei giovani, come dimostra la vicenda Wind.
Ci vuole dunque qualificazione del lavoro e tutele.
Infine, ha aggiunto Susanna Camusso, c’è un altro ordine di problemi: in una fase nella quale c’è bisogno di un rilancio del lavoro e delle imprese, c’è la necessità di qualificare il servizio pubblico mentre la Regione continua con una politica di tassazione della sanità, e con le non scelte sull’inquinamento perde un’ulteriore occasione per la salute dei cittadini e per lo sviluppo della regione.
Per tutte queste ragioni, se non ci sarà un cambio di atteggiamento, sarà inevitabile il ricorso allo sciopero.
Sesto San Giovanni 25 gennaio 2007