CGIL LOMBARDIA - UFFICIO STAMPA
COMUNICATO STAMPA
DICHIARAZIONE DI NINO BASEOTTO, SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL LOMBARDIA SULLA POLEMICA TRA FORMIGONI E TREMONTI.
“La polemica tra il Ministro Tremonti e il Presidente Formigoni – dice Nino Baseotto da Mantova, dove prosegue la Festa regionale della CGIL Lombardia – può aiutare i cittadini a meglio comprendere cosa davvero comporti la manovra decisa dal Governo. E’ iniqua e inaccettabile non perché antilombarda, ma per il fatto che colpisce dissennatamente solo il lavoro dipendente, Regioni e autonomie locali.
Ai lavoratori pubblici e, in parte, a quelli privati, si tolgono più di 9 miliardi di euro, che equivalgono allo 0,80% del PIL.
A Regioni e autonomie locali il conto che Tremonti presenta è di circa 15 miliardi di tagli che si tradurranno in minori servizi ai cittadini e minori risorse per lo sviluppo.
Il Presidente Formigoni condivide questo giudizio?
Bene: usi gli strumenti che ha per chiedere che la manovra sia cambiata, ma lasci perdere la favoletta che i tagli vanno bene se non riguardano la Lombardia perché qui non vi sarebbero sprechi e tutto sarebbe virtuoso.
Così si finge di dimenticare che anche in Lombardia c’è chi paga e chi no, che ci sono cittadini che vivono a fatica del proprio lavoro e cittadini che campano di rendita, che ci sono evasori fiscali e contribuenti onesti.
Non ha quindi senso rivendicare maggiori risorse alla Lombardia se non si dice per cosa e per chi.
Piuttosto il Presidente si confronti su questi temi con le parti sociali e si impegni fin da ora a realizzare i risparmi che la manovra impone senza toccare, direttamente o indirettamente, i servizi ai cittadini, in particolare su scuola, sanità, assistenza, non autosufficienza, ammortizzatori in deroga e misure di sostegno all’occupazione e alla formazione.
Si taglino le spese di rappresentanza, quelle per la comunicazione istituzionale e per consulenze varie, si riducano le spese della stessa Presidenza della Regione e gli emolumenti dei consiglieri regionali.
Si convincano, Formigoni e le forze politiche lombarde, che un lavoratore o un cittadino non deve essere penalizzato, tantomeno in ragione della propria residenza. Chi guadagna 1.100 euro al mese e in due anni se ne vedrà tolti 3.000 è in tremenda difficoltà, sia che abiti a Busto Arsizio, a Bologna o a Crotone”.
Suzzara 11 giugno 2010