CGIL LOMBARDIA

UFFICIO STAMPA

LA CGIL LOMBARDIA SULLA RIUNIONE DI OGGI DELLA CABINA DI REGIA REGIONALE. DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE NINO BASEOTTO.

Si è riunita stamattina, presso la sede dell’Assessorato regionale al Lavoro, la “cabina di regia” della Regione Lombardia sui temi della crisi.

Rinviato a settembre il varo di un documento comune istituzione-forze sociali sui temi della programmazione territoriale per l’occupazione e lo sviluppo, sul quale per il momento si sta ancora lavorando, mentre, su sollecitazione delle tre organizzazioni sindacali confederali, si è ottenuto un impegno formale da parte dell’Assessore Rossoni a sostenere con il Governo la necessità di estendere le tutele della cassa in deroga a tutto il 2011, visto che il Governo stesso non ha ancora varato la riforma degli ammortizzatori sociali che la Cgil indica come una delle priorità per l’estensione in senso universale della tutela del reddito di lavoratrici e lavoratori.

Per ciò che compete alla Regione, stamattina è stato deciso, su sollecitazione della Cgil, di allungare fino al 31 dicembre del 2010 la copertura della cassa in deroga in scadenza ad agosto, per tutelare le lavoratrici e i lavoratori di quelle aziende che, non avendo come prospettiva il rilancio dell’attività, non potranno usufruire del nuovo ciclo quinquennale di cassa integrazione ordinaria.

Nel corso della riunione la Cgil Lombardia, rappresentata dal suo Segretario generale Nino Baseotto e da Fulvia Colombini della Segreteria, ha ribadito le proprie posizioni.

“Sulla bozza di documento presentato oggi dall’Assessore Rossoni – ha detto Baseotto – mi limito a tre osservazioni:

 

1) Condivido la scelta politica - peraltro più volte sollecitata dalla Cgil - di coinvolgere maggiormente i livelli territoriali (istituzionali e non), nelle politiche di contrasto alla crisi e di sostegno alla ripresa e allo sviluppo. Proprio per questo, il documento presentato può e deve essere sottoposto alle diverse articolazioni territoriali, istituzionali e associative, al fine di arricchirlo e costruire attorno ad esso un largo consenso.

2) Manca nel documento tutta la parte riguardante lo sviluppo (che rischia di essere una sorta di convitato di pietra) e ciò che si fa per sostenerlo e promuoverlo. A questo proposito – ha proseguito il Segretario generale della Cgil Lombardia – chiedo chiarezza alla Regione: o chi in Giunta ha la delega a queste materie si rende disponibile al confronto non episodico con le parti sociali, oppure non si può pensare di filosofeggiare in cabina di regia per poi decidere le politiche di sviluppo altrove. Se fosse questo lo schema scelto, deve essere chiaro che per la Cgil ogni soggetto si sentirebbe libero da ogni vincolo o impegno concertativo.

In tale contesto, tutte le Associazioni datoriali debbono assumersi le proprie responsabilità e avere più coraggio: le politiche per lo sviluppo richiedono un loro più forte impegno a dare e costruire e non solo a ricevere.

La profondità e la durata della crisi in Lombardia richiedono capacità propositive e progettuali, innovazioni di processo e di prodotto, volontà di investire in ricerca, innovazione e formazione, non limitandosi semplicemente ad ottenere il rifinanziamento - pur necessario - degli ammortizzatori anche per il 2011.

3) Sul tema della contrattazione di secondo livello, l’autonomia delle parti non è e non può essere in discussione.

Voglio però dire a Confindustria che il tema è un altro, e sarebbe bene non glissare.

Il tema che noi poniamo con forza è che non ci si può limitare a “confermare la prassi in atto", ma si deve perseguire un deciso allargamento del numero di imprese e di settori interessati dalla contrattazione di secondo livello.

In questo senso ritengo che essa non possa essere concepita solo come un fatto aziendale, ma vada allargata, laddove non la si fa aziendalmente, anche a livello di settore, comparto o filiera a livello territoriale o regionale (come accade ad esempio per l’artigianato).

Come ha recentemente affermato anche il Presidente Formigoni, la contrattazione di secondo livello non è né sostitutiva né alternativa al contratto nazionale.

 

La disponibilità della Regione a favorire- nel rispetto dell’autonomia dei contraenti - un allargamento della contrattazione di secondo livello, non è un’indebita ingerenza - ha concluso Baseotto - ma una opportunità da discutere e da approfondire”.

 

Sesto San Giovanni 30 luglio 2010

 

 

 

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