Vittime di una sola morale. intervista a susanna camusso


Vittime di una sola morale
Susanna Camusso*, 08 gennaio 2008

Tutti gli attori di questo nuovo attacco alla libertà di scelta sanno che per i cittadini del nostro paese la 194 è legge intoccabile; allora perché ci si riprova? Perché più sale il tono dell'attacco più si risponde con un balbettio confuso che suona a giustificazione, non a limpida affermazione della laicità dello Stato e dei diritti civili? Dove sono la laicità, la pluralità, i diritti di cittadinanza?




Nessuno tocchi Caino, nessuno sparga il sangue di Abele, sembra un dibattito surreale; ma si può dirlo anche così: le donne sono come il boia di Stato, ed allora il surreale si trasforma nella cognizione che il tema è come, ancora una volta, colpire la libertà femminile, quella che scardina il teorico ordine "naturale" delle cose, ovvero il monopolio maschile sulla scena pubblica che, tra l'altro, relega le donne a contenitore per la riproduzione.
Tutti gli attori di questa nuova scena della tragedia che si ripete sanno che per l'opinione pubblica, i cittadini del nostro paese la 194 è legge intoccabile; allora perché ci si riprova? Perché più sale il tono dell'attacco più si risponde con un balbettio confuso, scomposto, che suona a giustificazione, non a limpida affermazione della laicità dello Stato e dei diritti civili?

Perché la politica regisce sempre con due sole modalità: o il proditorio attacco ad un percorso politico, quindi non il merito, ma gli schieramenti e la loro articolazione, o la ricerca di quali mediazioni fare, perché non avranno tutte le ragioni ma un po' bipartisan, un po' disponibili ai temi "eticamente sensibili" bisogna esserlo.

Si cancella il soggetto dell'attacco: la libera scelta, e si torna su un terreno più congeniale quello che mostra il pericoloso vuoto di oggi, non c'è un orientamento sui temi della libertà di, ovvero dei diritti di cittadinanza. Dov'è il pensiero della politica laica, progressista, liberale, di sinistra, comunque la si voglia definire? Non vale la fuga del dire non servono le leggi anzi, le leggi garantiscono la libera scelta e rendono agibili per tutte e tutti i diritti.

Eticamente sensibile è diventato sinonimo di colpevolizzazione di qualcuno: le donne, i gay le lesbiche o i trans, di chi rifiuta l'accanimento terapeutico, di chi convive; l'etica è una sola, la coscienza dei singoli è incoscienza, la libertà viene negata perché urta la sensibilità di uno dei pensieri che popolano la nostra società plurale.

Diritto di scelta (preferisco libertà di scelta) viene contrabbandato come dovere, perché di doveri ha bisogno la Verità rivelata, d'altronde la devozione e il credo sono il fine. Quante volte sentiamo la frase "aiutare a decidere" e quanto ricorda l'idea che da sola non puoi, quanto ricorda "partoriraii con dolore", il dovere e la colpa!

Dove sono la laicità, la pluralità, i diritti di cittadinanza? Spariscono di fronte a uno o due voti che fanno la differenza in Senato o sono spariti nell'essere ogni volta arretrati a cercare un'unica morale collettiva, la sensibilità etica che pure non versa lacrime per le vittime di violenza sessuale, ma implora come vita quella che verrà solo se una di noi la porterà in grembo.

È la differenza tra soggetto e oggetto, è il coraggio di dichiararci soggetti, è il dovere della politica di vederci e riconoscerci come tali e di dire che il vulnus è l'articolo 1 della legge 40, il vulnus è non conoscere e dare senso alla parola libertà

*Segretario Generale CGIL Lombardia


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