La situazione alla riello di lecco di alberto anghileri segretario generale cgil di lecco


LA SITUAZIONE ALLA RIELLO DI LECCO
di Alberto Anghileri
Segretario generale Cgil di Lecco

Il 13 giugno, dopo un’assemblea alla quale hanno partecipato tutti i 400 dipendenti, operai ed impiegati, con 7 voti contrari e una ventina di astensioni i lavoratori della Riello di Lecco hanno deciso di occupare la fabbrica. Nella nostra città nessuno ricorda più quando si è verificata una forma di lotta così estrema, eppure negli ultimi vent’anni quasi tutte le più importanti aziende metalmeccaniche hanno chiuso i battenti; il sindacato è sempre riuscito a trovare le soluzioni migliori, evitando così drammatiche crisi occupazionali.
A fianco dei lavoratori si sono schierate tutte le istituzioni locali, le amministrazioni comunali e provinciali, i consiglieri regionali e i parlamentari locali di tutti gli schieramenti politici.
Il 3 giugno abbiamo proclamato uno sciopero provinciale di tutta l’industria, una bella manifestazione ha attraversato la nostra città; nonostante questo la direzione della Riello, assieme a Confindustria Lecco, ha deciso di procedere unilateralmente nel ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività.
144 operai non hanno più un posto di lavoro, e il nostro timore è che questo sia solo il primo passo verso la chiusura di tutte le attività che il gruppo veneto ha nella nostra città.
Non c’è infatti nessun piano industriale dietro questa scelta: fino a poche settimane fa l’azienda ha dichiarato di non avere problemi, vantando la qualità della produzione realizzata a Lecco.
La storia di questa fabbrica fotografa benissimo la situazione dell’industria nella nostra città; quando la fabbrica è sorta costruiva armadietti metallici e sponde per autocarri, poi imprenditori che interpretavano seriamente il loro lavoro seppero riconvertire la fabbrica fino a diventare, con il marchio Beretta, leader delle caldaie murali.
Poi il marchio e l’attività sono stati assorbiti da Riello, e ai rischi d’impresa si è sostituita la delocalizzazione e la rincorsa a costi di produzione sempre più bassi, fino ad arrivare a pretendere di chiudere l’attività produttiva in tre settimane.
Riello ha scelto di mantenere (per ora) una fabbrica in Valtellina, gli uffici a Lecco e la sede direzionale a Legnago; è quindi più che giustificato il nostro timore che stiamo assistendo solo al primo tempo di una vicenda che porterà altri tagli di posti di lavoro.
I lavoratori, assieme al sindacato, hanno avanzato proposte con la consapevolezza di dover pagare dei prezzi e con la disponibilità a farlo, ma con l’obiettivo di mantenere e provare a rilanciare produzioni di qualità. Da parte della proprietà solo arroganza e indisponibilità a qualsiasi discussione di merito.
Il comportamento da “padrone delle ferriere”, sostenuto dalla Confindustria, dimostra una mentalità miope e ottocentesca. Altro che partecipazione dei lavoratori e valorizzazione delle risorse umane, i lavoratori vengono usati e poi gettati come merce usata.
Il sindacato Lecchese, sia di categoria che confederale, ha sempre dimostrato di saper gestire situazioni difficili, sempre assieme ai lavoratori, anche questa volta l’unità dei lavoratori e di Cgil Cisl e Uil è indispensabile per provare a ribaltare una situazione difficile.
L’assemblea permanente in fabbrica si è data appuntamento per mercoledì 18 giugno, quando tutti assieme si farà il punto della situazione e si decideranno ulteriori iniziative; nel frattempo in fabbrica, a turno, operai ed impiegati presidiano gli impianti. Sarebbe bello che i cittadini di Lecco dimostrassero ai lavoratori la loro vicinanza e solidarietà.


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