Trasporti, pendolari in rivolta


Trasporti, pendolari in rivolta
"La riforma è una stangata"

Federconsumatori e comitati degli utenti si rifiutano di firmare: "Sono previsti rincari oltre il 5 per cento e tollerati ritardi fino a 15 minuti"
di Andrea Montanari

La ferrovia Roma-PantanoLa Regione lo presenta come l'inizio di una maxi riforma, ma per chi rappresenta pendolari e consumatori il nuovo patto sottoscritto fra Trenitalia, enti locali e sindacati significherà soprattutto nuovi aumenti di tariffe di treni, bus e metropolitane, in cambio della promessa di un miglioramento della qualità del servizio. Fino a oltre il 5 per cento per il 2009 (salvo una verifica sull´impatto sociale di questi adeguamenti) e parametrati alla media ponderata tra l´inflazione reale e quella del settore dal 2010 al 2015.

Le novità non sono piaciute né ai comitati dei pendolari e tantomeno a Federconsumatori, che alla fine hanno deciso di sbattere la porta. Soprattutto «perché l´adeguamento tariffario per il 2009 - spiega Giorgio Dahò del comitato pendolari - si fonda su un indicatore di puntualità relativo a ritardi di oltre 15 minuti quando la penale prevista dal bonus scatta già dopo 5 minuti. Un controsenso». Dello stesso avviso Giacinto Brighenti di Federconsumatori: «Come si fa a legare gli aumenti delle tariffe future all´inflazione del settore che è due punti in più dell´indice generale? È una presa in giro. A ottobre a Milano se il primo dato era 3,5, il secondo era i 5,6».

Dati che lasciano perplessa anche la Cgil, che alla fine ha firmato solo dopo aver ricevuto la garanzia che nessun aumento scatterà senza essere stato concordato con tutte le parti. Come conferma Oriella Savolti, della Filt Cgil, che definisce comunque il patto «un passo importante per superare le disfunzioni». Per Stefano Franzoni della Uil trasporti, invece, si «tratta di un buon accordo per una riforma decisiva per recuperare i livelli di efficienza e qualità del servizio pubblico».

Anche Trenitalia fino all'ultimo ha tentennato. C´è chi dice per ripicca dopo la bocciatura della sua proposta di tagli delle corse a partire dal nuovo orario invernale. Il responsabile regionale Fiorenzo Martini si è dovuto piegare però agli ordini superiori del vertice nazionale dell´azienda. E ha promesso una nuova proposta sugli orari. Perplessa, ma per motivi opposti, la Provincia di Milano. «Abbiamo posto le condizioni minime per evitare il collasso del sistema - commenta l'assessore provinciale ai Trasporti, Paolo Matteucci - restano forti criticità proprio riguardo i finanziamenti». Il governatore Roberto Formigoni è soddisfatto: «È un grande accordo per migliorare la qualità del trasporto pubblico in Lombardia. Adesso siamo più forti per trattare con Trenitalia anche sulla questione degli orari».

In sintesi, il patto stabilisce che per il 2009 le tariffe potranno aumentare automaticamente solo dello 0,75 per cento del tasso d´inflazione reale di quest´anno. Un ulteriore 0,9 per cento potrà scattare con l´arrivo dell´integrazione tariffaria. Un ulteriore 0,75 all´arrivo di una quantità minima di nuovi treni Più un ulteriore 1 per cento legato alla consegna di 150 nuove vetture e 100 nuovi autobus. In pratica, gli aumenti scatteranno solo se ci sarà un riscontro sul miglioramento della qualità del servizio. Inoltre, l´accordo prevede un nuovo assetto del sistema di gestione delle agenzie che determinano gli aumenti.

Chi si oppone agli adeguamenti non potrà più scaricare sul sistema i costi, ma dovrà farsene carico. Aumenti che Stefano Tosi del Pd definisce comunque «sbagliati visto il servizio». Damiano di Simine di Legambiente va oltre: «Altro che grande accordo». Alfio Nicotra (Rifondazione) aggiunge: «Tutto fumo e niente arrosto». Il verde Carlo Monguzzi segnala che «servono subito cento nuovi treni», ma il presidente dell´Unione delle province Leonardo Carioni precisa: «Da oggi il trasporto pubblico lombardo è più forte»

(12 novembre 2008)
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