CGIL LOMBARDIA

UFFICIOSTAMPA

DICHIARAZIONE DI NINO BASEOTTO, SEGRETARIO GENERALE CGIL LOMBARDIA SULLE RECENTI VICENDE GIUDIZIARIE DEL PREMIER E DELLA CONSIGLIERA MINETTI.

Leggo con disgusto i resoconti delle intercettazioni a proposito della vicenda delle "feste" nelle residenze del Presidente del Consiglio.

Solo alla magistratura spetta stabilire la sussistenza o meno dei gravissimi reati ipotizzati e spero che ciò avvenga al più presto.

Una cosa però è certa: ancora una volta e sempre di più le donne, la loro dignità ed il loro corpo sono calpestati, offesi, irrisi da ciò che sta emergendo.

Come cittadino e come uomo, mi sento umiliato da questo machismo dilagante, dall'idea medioevale che sia normale assecondare e giustificare le voglie del Principe, anche quando sono segno di violenza morale e di offesa alla dignità di altre persone, soprattutto se dovesse essere confermato che per soddisfare quelle voglie abiette si è violata la legge.

Ho il voltastomaco nel pensare che si vuole affermare un modello culturale secondo il quale un uomo ha tanto più appeal presso gli altri quanto più è laido e privo di ogni senso di rispetto verso l'altro genere e verso le persone in generale.

Io credo che le Istituzioni siano una cosa seria e non mi accoderò mai al coro di chi getta fango e discredito sulla politica in quanto tale: ho troppo rispetto per la politica e per chi la fa onestamente, disinteressatamente e con spirito di servizio.

Proprio per questo penso che tutti coloro che hanno cariche istituzionali, a partire dal Presidente del Consiglio, e che sono coinvolti - a torto o ragione - in questa triste e deprimente vicenda debbano avere almeno la dignità di dimettersi.

Se poi penso alla Lombardia, realtà dove vivo e lavoro, credo che anche la Consigliera regionale Nicole Minetti, quotatissima protagonista delle squallide vicende di questi giorni, farebbe bene a fare un passo indietro per separare il proprio diritto a difendersi davanti alla giustizia dal rispetto che si deve all'Istituzione di cui fa parte.

Mi stupisce che non sia anzitutto il Presidente della Regione, che ha voluto la Signorina Minetti nel proprio listino, a chiederle di dimettersi dal Consiglio regionale almeno per due buone ragioni.

In primo luogo, per quei principi di trasparenza e di etica morale e politica che va da tempo rivendicando per sé e per la maggioranza che lo sostiene.

In secondo luogo, perché sarebbe utile per tutti che la Regione Lombardia fosse sugli scudi dell'informazione per le molte cose che potrebbe e dovrebbe fare (e che in parte ha anche fatto) di fronte alla crisi economica che tuttora perdura ed a difesa dell'occupazione e del mantenimento della struttura produttiva e terziaria messa così pesantemente a rischio e così profondamente colpita in questi ultimi due anni.

Caro Presidente, procurare e istruire ragazze - anche minorenni - per il "bunga bunga" a quanto pare occupa molto tempo che la Consigliera Minetti rischia di sottrarre ai propri doveri istituzionali e, soprattutto, getta discredito e fango sul prestigio dell'Assemblea elettiva regionale.

Per questo Le chiedo: le dica di smettere.

Faccia in modo che vada via.

Sesto San Giovanni 20 gennaio 2011

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