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APERTA A BRESCIA CON SUSANNA CAMUSSO LA FESTA DELLA CGIL LOMBARDIA. STASERA IL CONCERTO DI ROBERTO VECCHIONI.
Ha preso il via stamane al Palabrescia, con l'attivo dei delegati e delle delegate, la 4a edizione della festa regionale della Cgil Lombardia.
In apertura, dopo il saluto di Damiano Galletti, Segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia e la presentazione del Segretario organizzativo Stefano Landini, che ha presieduto, Nino Baseotto, il Segretario generale della Cgil Lombardia, nella sua relazione ha innanzitutto espresso "alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati colpiti dal sisma, e tra loro in particolare la popolazione del mantovano, totale solidarietà della Cgil regionale. Ma tanti mantovani, ha detto, purtroppo toccano con mano l’assenza e l’incapacità di agire della Regione Lombardia. La giunta Formigoni non fa perché e' paralizzata dai contrasti e dagli scandali, perche' ha un potere sempre meno legittimato dalla credibilità istituzionale e dal consenso popolare. Le loro dimissioni sono indispensabili, ha aggiunto, se vogliamo salvare la dignità di una Istituzione come Regione Lombardia. Due giorni fa il Consiglio Regionale ha respinto una mozione di sfiducia al Presidente Formigoni: era prevedibile, ma tutte le forze politiche di opposizione hanno votato la sfiducia, mentre la strumentalità della Lega Nord e' emersa con evidenza. Quando ci sono da difendere interessi e poltrone, ecco che le sgangherate armate padane smentiscono tutti i proclami contro il Pdl. Non si smentisce invece il Presidente Formigoni, col suo atteggiamento arrogante e di puro disprezzo delle Istituzioni democratiche. Siamo di fronte ad un uomo logoro, livoroso con amici ed avversari, disperatamente aggrappato ad una poltrona, che sa che verrà inevitabilmente travolto, ma finge ancora di avere un futuro politico. Mi auguro - ha proseguito il Segretario della Cgil, che la mozione di sfiducia a Formigoni sia solo l’inizio di una più ampia iniziativa delle forze politiche di opposizione che sappia uscire dai soli luoghi istituzionali e della politica e si rivolga in modo aperto all’insieme della società civile e dei democratici lombardi. Sarebbe un modo giusto per reagire all’onda dell’anti politica". Baseotto ha poi affrontato i temi della crisi, e di come essa continui a colpire il territorio lombardo. Sul piano generale, "abbiamo conosciuto cosa sia il rigore per il Governo dei professori; manca l’equità,
non vi sono segnali di crescita, né di politiche capaci di stimolarla. Con la contrazione dei consumi, l’esplosione delle tasse, i tagli a Regioni ed Enti Locali, la mancanza di politiche per la difesa ed il rilancio del sistema produttivo e terziario, i tagli a istruzione, formazione e ricerca, si fa proprio fatica a capire come potrebbe ripartire la crescita. C'e' un'eccessiva imposizione fiscale solo a carico del lavoro dipendente, delle pensioni e del sistema delle imprese. Il Governo - ha detto ancora Baseotto - continua a perseguire una politica fiscale che non solo deprime i consumi, ma non affronta affatto il tema della redistribuzione della ricchezza. Anche per questo è importante la manifestazione nazionale unitaria del prossimo sabato 16 giugno a Roma. E' importante che il Sindacato confederale, unitariamente, rivendichi dal Governo una diversa politica economica e sociale, che abbia al centro il lavoro. Con Cisl e Uil abbiamo alle spalle anni di divisioni profonde e tuttora molto ci differenzia. Ma proprio per questo assume un significato politico primario essere riusciti ad organizzare questa manifestazione. Ma resta in campo anche tutta la campagna di mobilitazione definita dal direttivo nazionale della Cgil. In primo luogo, la nostra iniziativa per cambiare il ddl sul mercato del lavoro, che, dopo il Senato, passa ora alla Camera. Sul merito la CGIL riconferma le proprie posizioni. Dopo aver ricordato i temi al centro della discussione, i giovani e la precarieta', gli ammortizzatori sociali, gli esodati, Baseotto ha sottolineato che la Cgil non recede dall’obiettivo che nel caso di licenziamento illegittimo sia sempre prevista la funzione di deterrenza dell’art. 18 attraverso l’istituto del reintegro. Inaccettabile, per Baseotto, il tentativo di svuotare e peggiorare l’Accordo del 3 maggio sulle linee guida di riforma del lavoro pubblico. "Qui la Ministra del Lavoro ha dato il peggio di sé con la pretesa di introdurre il licenziamento tra i pubblici come deterrente. Un concetto di parità di trattamenti al ribasso che noi respingiamo. Per questo la CGIL continuera' la propria iniziativa per ottenere modifiche e miglioramenti al testo del ddl. Il Direttivo della CGIL ha deciso da tempo un percorso e le lotte relative, sino anche allo sciopero generale, possibilmente unitario. Si tratta ora di modulare la nostra mobilitazione in ragione della situazione, della sua evoluzione e degli spazi aperti o che si possono aprire".
Dopo aver salutato e ringraziato Antonio Pizzinato, ricordando che l'ex Segretario generale e' alla sua 65a tessera Cgil, Nino Baseotto ha concluso il suo intervento. E' stata poi la volta delle delegate, dei delegati e dei dirigenti di categoria: Monica Vanzi, della Sea di Varese, Cinzia Ongaro, delegata della Fisac, la categoria dei bancari e assicuratori, Mirco Rota, Segretario generale della Fiom Cgil Lombardia, Walter Guazzoni, Segretario generale dello Spi Cgil di Milano, Nicola Napolitano, "esodato" della Electrolux, Alexander Doia, delegato della Fillea di Pavia, Elena Belotti delegata della Funzione Pubblica Cgil di Bergamo, Ugo Verzelletti della OM Iveco di Brescia e Massimo Marchini, Segretario generale della Camera del Lavoro di Mantova, che ha portato la sua drammatica e commossa testimonianza dalle zone colpite dal sisma.
Concludendo l'incontro Susanna Camusso e' partita proprio da li', dall'emozione vissuta visitando il 2 giugno, dopo aver rinviato la manifestazione unitaria, con i Segretari generali di Cisl e Uil le zone terremotate, e dal fatto che cio' che colpiva era la disponibilita' e l'impegno delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, dei comuni, della sanita', della protezione civile, messisi subito a disposizione. "Da loro e' venuta una straordinaria lezione che dice dell'inutilita' di certi discorsi che abbiamo sentito fare dal vecchio, ma anche dal nuovo governo, a partire dalla questione dei licenziamenti. Il tema fondamentale che quella tragedia pone e' quello del lavoro, ha detto ancora Camusso: "non abbiamo più il lavoro, non sappiamo se ce la faremo" ci dicevano. Noi ci impegneremo a sostenere in ogni modo quelle popolazioni nell'opera di ricostruzione, che dovra' essere sia psicologica che materiale, e che per la Cgil e' una priorita'. Ma ognuno deve fare la sua parte: e mentre abbiamo visto intervenire tempestivamente il Presidente dell'Emilia Romagna, ci ha colpito la sproporzione con le mancate scelte del Presidente Formigoni, del quale si e' persa ogni traccia. La Regione invece ha un ruolo importante nell'impedire che qualcuno possa approfittare del terremoto per delocalizzare le aziende. E c'e' il tema di come si mette in sicurezza questo Paese, i luoghi di lavoro, le scuole, le case, per impedire che ogni fenomeno naturale si trasformi in tragedia. C'e' il tema della sospensione degli effetti del patto di stabilita' per i comuni colpiti e di dove e come reperire le necessarie risorse straordinarie: trovandole da chi puo' dare,
non da chi non ce la fa più, e non continuando ad aumentare le accise sulla benzina. Cosi' si rischia di affondare il Paese. Questi temi si intrecciano inevitabilmente con quelli più generali perche' la questione e' sempre quella delle risorse. C'e' la tendenza - ha sottolineato Camusso - qui come in Europa, a pensare che in mancanza di risposte a livello europeo, l'unica politica che si possa fare sia quella del rigore dettata dalla cancelliera tedesca. Il richiamo all'Europa non puo' essere l'alibi del Governo per cio' che non fa, perche' non ci ha imposto l'Europa di portare la tassazione sui redditi da lavoro dipendente al 58%, ne' di non tassare i grandi patrimoni. Dentro la crisi -ha aggiunto il Segretario generale della Cgil - la priorita' e' la costruzione di lavoro. Ma come si crea lavoro se non si fanno investimenti? La riforma delle pensioni fatta dal Governo riduce i posti di lavoro, non ne crea. E assume una grande centralita', in questo quadro, il decreto sul fisco, il cui rinvio testimonia del fatto che si voglia procedere solo sulla strada del rigore. Nella lotta all'evasione si e' segnato un cambio di passo ma occorre andare fino in fondo. Camusso ha a questo punto espresso la propria solidarieta' ai lavoratori Equitalia che hanno subito minacce ed intimidazioni. Ricordando poi tutte le questioni sulle quali il governo non sta indicando soluzioni adeguate, Camusso ha parlato delle risposte da dare come movimento sindacale. " Noi stiamo cercando il livello di mobilitazione più alto e unitario possibile, cercando di capire dov'e' la priorita' e come spostare i rapporti di forza" ha detto. "Abbiamo privilegiato la manifestazione del 16 giugno per cambiare l'agenda del governo". Questo non vuol dire che non faremo altro, o che non avremo momenti di mobilitazione con la sola bandiera della Cgil". Sono tre anni che costruiamo momenti ed iniziative di lotta, ricorda Camusso, e non partiamo certo da zero. Sulla riforma delle pensioni, per noi ancora aperta, abbiamo misurato una sconfitta, ma non vuol dire che non si debba continuare a costruire le condizioni per cambiarla. "Le cose non finiscono con un voto in Parlamento. La riforma del mercato del lavoro e' un danno rispetto alla crisi, perche' non estende gli ammortizzatori e diventa un elemento di debolezza anziche' di forza. E la si puo' anche archiviare, e si deve accompagnare con la nostra mobilitazione il suo percorso parlamentare.
Anche un minuto dopo lo sciopero generale, bisogna sempre pensare a come dare continuita' all'iniziativa per cambiare norme e leggi che noi riteniamo sbagliate. Bisogna indicare un'altra agenda per questo Paese. Bisogna rinnovare i contratti con le categorie, e su questo scontiamo l'accordo separato sul modello contrattuale. Dobbiamo capire come l'accordo del 28 giugno si possa applicare ai metalmeccanici. Occorre riprendere un percorso unitario, anche se e' difficile per il livello profondo delle fratture che si sono prodotte. Ma si deve ottenere un CCNL che sia per tutti i lavoratori metalmeccanici e che ripristini le regole di democrazia cancellate con l'accordo separato. E chiederemo ancora di abrogare la norma introdotta con l'articolo 8". Poi la leader della Cgil e' tornata a parlare delle vicende della Giunta lombarda: " non grida vendetta, ha detto, il fatto che chi ha sempre fatto tante prediche oggi non si dimetta, almeno per difendersi meglio come libero cittadino e non come Presidente della Regione Lombardia?". Formigoni si e' fatto portatore di un "modello" da esportare che invece sta dimostrando di essere il terreno su cui cresce il parassitismo del privato che esercita il suo monopolio a spese del pubblico. Questo e' un tema che riguarda tutta la politica, in crisi ormai da lungo tempo. Non si puo' fare a meno della politica, se si vuole cambiare la realta', ma ci vuole una riforma profonda che riponga al centro la partecipazione delle persone, piuttosto che la costruzione dei leader. Non deve passare, ha detto Camusso, l'idea che la democrazia non debba avere costi, perche' allora la politica sarebbe solo per ricchi, per chi se la puo' permettere. Ma siamo vicini ad un passaggio pericoloso, e una grande organizzazione come la Cgil deve lanciare un messaggio: "smettete di guardare solo ai vostri interessi, cominciate ad indicare la priorita' per costruire l'alternativa. Per noi quella priorita' e' il lavoro". Questa sera, a conclusione della prima giornata di "Cgil in festa"n l'atteso concerto di Roberto Vecchioni. Domani giornata dedicata al tema dell'immigrazione con dibattito pomeridiano e concerto serale dell'orchestra di via Padova. Domenica pomeriggio si parlera' invece, a partire dalle 18, di sicurezza nei luoghi di lavoro con la presentazione del libro "Amianto" di Giampiero Rossi e di violenza contro le donne. Al termine Marlene Kunz in concerto.
Brescia 8 giugno 2012
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