L'AMARO (E VECCHIO) "STIL NOVO" DEL PRESIDENTE FORMIGONI.
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DI CGIL LOMBARDIA A PROPOSITO DELLE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DAVIDE BONI E SULLA SITUAZIONE IN REGIONE LOMBARDIA.
Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia ha dichiarato: "Considero corretta la scelta di Davide Boni, interessato da una inchiesta della Magistratura a suo carico, di rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio Regionale.
Bisogna dare atto al Presidente Formigoni di essere un uomo perseverante: presiede una Giunta ormai decimata da dimissioni e dimissionati, è il Presidente di una Regione lambita da uno stillicidio di inchieste, eppure lui non si scompone e tira dritto, senza guardare in faccia nessuno, neanche la realtà.
Cambiano gli Assessori perché o vittime dei complicati e sempre più incerti equilibri nella maggioranza, o coinvolti in inchieste a loro carico della Magistratura? Le sostituzioni si chiamano rinnovamento per dare nuovo slancio all'azione di governo.
Sono indagati uomini da sempre a lui organici e vicini? Il Presidente ci ricorda che trattasi di eventuali responsabilità personali che nulla hanno a che fare con l'azione sua o della Giunta regionale.
Se si osa parlare di sanità il Presidente, un po' alterato, chiarisce un concetto semplice: se la sanità in Lombardia funziona il merito è suo, se poi sparisce qualche decina di milioni di euro da questa Fondazione o da quell'altra, le responsabilità sono di privati cittadini che hanno agito in altrettanto private strutture che nulla hanno a che fare con le competenze ed il buon governo di Regione Lombardia.
Un vero e proprio "stil novo" che sa di amaro e di vecchio e stantio.
Per quanto è possibile andare avanti così?
Che fine fa il decoro e la credibilità della Istituzione Regione Lombardia?
Presidente Formigoni, conclude Baseotto, resto convinto che se Lei guardasse in faccia la realtà e non sorvolasse sul suo primo dovere istituzionale che è quello di difendere l'onore dell'Istituzione che presiede, allora non si attarderebbe a sfidare l'opposizione dicendo "sfiduciatemi", ma sarebbe Lei stesso a dimettersi, per rispetto non solo di chi l'ha eletta ma di tutti i cittadini lombardi".
Sesto San Giovanni 17 aprile 2012