L'ARRESTO DI ZAMBETTI: IL PRESIDENTE FORMIGONI TRAGGA LE CONSEGUENZE E SI DIMETTA.

DICHIARAZIONE DI NINO BASEOTTO, SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL LOMBARDIA

"L’arresto dell’Assessore regionale Domenico Zambetti è un nuovo, insopportabile tassello dello tsunami che sta travolgendo la Giunta e Consiglio di Regione Lombardia". Così Nino Baseotto, Segretario generale della Cgil Lombardia ha commentato la notizia.
"La condanna di primo grado a dieci anni di Daccò per la bancarotta del San Raffaele e le nuove rivelazioni che sembrano emergere dall’inchiesta sulla Maugeri gettano nuove ombre su quello che sempre più appare come un vero e proprio sistema del malaffare e della corruttela.
La domanda di fondo è semplice: cosa pensa di fare il Presidente Formigoni?
Politicamente, istituzionalmente e personalmente?
Pensa di continuare a far finta di nulla? Di trincerarsi dietro al solito ritornello delle responsabilità personali altrui, della propria estraneità, e del fatto che la Giunta che presiede è scevra da ogni sospetto?
Per tutti, nessuno escluso, vale sempre e sempre dovrà valere la presunzione di innocenza: qui però il problema è ben altro.
Si rende conto il Presidente che un suo Assessore è stato arrestato con l’accusa di collusione con la ‘ndrangheta?
Per me e per noi esiste un dato incontestabile: il Presidente Formigoni è politicamente responsabile di questo sfacelo etico e morale che sta annientando la credibilità dell’Istituzione regionale.
Non gli resta che una sola via: quella delle dimissioni.
Crediamo infine - conclude Baseotto - che, di fronte alla gravità estrema della situazione, tutte le forze politiche che siedono in Consiglio regionale, e innanzitutto le forze di opposizione, debbano attentamente valutare cosa fare, perché siamo giunti ad un tale punto di non ritorno, che forse è opportuno pensare ad atti più forti delle pur sacrosante e necessarie prese di posizione.

PS:
La richiesta di rinvio a giudizio di Filippo Penati rende incomprensibile come l’ex Presidente della Provincia di Milano non abbia ancora tratto le inevitabili conseguenze politiche e non abbia rassegnato le proprie dimissioni dal Consiglio regionale".

Sesto San Giovanni 10 ottobre 2012

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