Bresciani: efficaci gli screening antitumori.

fonte: Lombardia notizie

notiziario della giunta regionale del 15 dicembre 2008

“Lo scorso anno in Lombardia sono stati effettuati circa la metà di tutti gli esami di screening per il tumore del colon retto svolti in Italia, a dimostrazione del grande impulso che vi hanno avuto le attività di diagnosi precoce delle neoplasie. I cittadini lombardi, in sostanza, stanno facendo proprio uno slogan che considero assai adeguato a questo tipo di problemi: “Sappiatelo prima, vivrete di più”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, presentando questa mattina alla stampa il convegno annuale dell’ONS (Osservatorio Nazionale Screening) che quest’anno si tiene a Milano. Le attività di screening, per la cui realizzazione la Regione Lombardia ha investito oltre 30 milioni di euro, riguardano il cancro della mammella, del colon retto e della cervice uterina, i tre principali tumori che colpiscono la popolazione italiana. Attualmente la ricerca scientifica ha fornito prove sufficienti sull’efficacia di tre screening, il cui obiettivo è quello di identificare precocemente i tumori, riducendo di conseguenza la mortalità. In Lombardia il carcinoma mammario è al primo posto per incidenza tra i tumori femminili e presenta, secondo le stime dell’Istituto superiore di Sanità riferite al 2008, tassi di poco superiore alla media nazionale (109 casi ogni 100.000 abitanti contro 93 su 100.000. Il carcinoma al colon retto invece presenta, per entrambi i sessi, tassi di incidenza sovrapponibili alle medie nazionali (maschi 69 su 100.000; femmine 39 su 100.000). Da ultimo il carcinoma della cervice uterina mostra tassi di incidenza di poco inferiori alle medie nazionali (9,4 su 100.000 contro 9,8 su 100.000). In base a questo quadro in Lombardia hanno pertanto ricevuto maggior impulso i programmi di screening del carcinoma mammario e colonrettale. “Siamo partiti nel 2000 - ha spiegato l’assessore Bresciani - invitando tutte le donne tra i 50 e i 69 anni a sottoporsi ogni due anni allo screening mammografico. Nel 2007 su un target di 1.248.321 donne sono state 546.955 le lombarde invitate a sottoporsi allo screening. Di queste 297.722 hanno aderito, facendo una mammografia, con tassi medi regionali d’adesione del 62% (dato medio nazionale 60%). I programmi di screening del carcinoma colonrettale, con offerta attiva biennale della ricerca del sangue occulto fecale (sof) ai residenti d’età compresa tra i 50 ed i 69 anni, sono stati avviati nel 2005 e sono attivi in tutte le Asl. Nel 2007 su un target di 2.481.117 persone, sono stati invitati 1.275.048 lombardi; di questi 514.575 (43.3%) si sono sottoposti al test”. “Di notevole rilievo - ha proseguito l’assessore - sono stati i risultati ottenuti per la popolazione in termini di diagnosi precoce. Solo nel 2007 sono stati diagnosticati 934 cancri della mammella di cui 101 (11%) in situ e 261 (28%) di dimensioni inferiori ai 10 mm e quindi in fase precoce. Inoltre dal 2005, anno di avvio, al 2007 sono stati diagnosticati 2.175 cancri del colon retto”. L’assessore Bresciani ha infine ricordato che “relativamente al carcinoma della cervice uterina, tenuto conto che in Lombardia circa il 70% delle donne di età compresa tra i 25 ed i 64 anni effettua il pap test con regolarità presso strutture sanitarie o consultoriali ma anche dal proprio ginecologo di fiducia, l’attività è indirizzata al coinvolgimento di quel 30% di donne che non aderisce agli inviti dell’Asl o non si reca spontaneamente ad effettuare il test”. Alla conferenza stampa è intervenuto anche il direttore dell’Osservatorio nazionale Screening, Marco Zappa, il quale ha illustrato la situazione nazionale. “In Italia, - ha detto - nel corso del 2007 sono state inviate poco meno di 8.000.000 di lettere di invito a sottoporsi ad un esame precoce (2.209.000 per lo screening mammografico, 3.021.000 per lo screening cervicale, 2.613.000 per lo screening colonrettale). A questi inviti hanno risposto oltre 3.500.000 di persone (1.221.000 per lo screening mammografico, 1.217.000 allo screening della cervice e 1.140.000 a quello del colon retto) “Un dato comune a tutte e tre i tipi di screening – ha sottolineato Zappa - è lo squilibrio tra il Nord e il Sud Italia per quanto riguarda la diffusione di questo tipo di esami. Essa è di norma nell’Italia meridionale ed insulare assai minore che nel resto del paese. Se ci confrontiamo invece col resto dell’Europa notiamo che il nostro livello i partecipazione e più basso”. Nel corso del convegno di domani verranno presentati tutti questi dati, dettagliati per Regione e confrontati con quelli degli altri paesi europei.

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