Sanità, nuove regole dopo gli scandali.

fonte: Novità Settegiorni PD

” n. 39, del 22 dicembre 2008

Ad alcuni mesi dallo scandalo S. Rita, la clinica privata accreditata di Milano sotto accusa per aver fatto operazioni non necessarie allo scopo di aumentare i guadagni, la Regione ha approvato le prime modifiche alle regole di controllo e di accreditamento delle cliniche private. D’ora in poi l’accreditamento sarà a termine e affidato alle ASL anziché alla Regione, e direttori amministrativi, sanitari e sociali del pubblico come del privato dovranno essere iscritti in appositi albi, come già avviene per direttori generali. Le strutture private con più di 250 posti letto o che abbiano il pronto soccorso dovranno obbligatoriamente avere un direttore sanitario. “Di fronte al fatto della clinica Santa Rita e alle altre strutture sotto inchiesta, non era possibile per Regione Lombardia non modificare norme e leggi. Il problema è se queste modifiche sono positive e se sono realizzabili e sufficienti - dichiara Ardemia Oriani -. Un albo unico può essere una soluzione, il problema non risolto è come evitare la lottizzazione”. E Oriani punta il dito contro la scelta di non applicare la Finanziaria del Governo Berlusconi che impone un taglio del 20% agli stipendi dei direttori generali. “Ci è stato detto che non ce n’è bisogno perché siamo in pareggio di bilancio, ma lo siamo perché i cittadini pagano i ticket!”. Nello stesso documento è stata anche approvata una norma che destina risorse alle strutture private di alta specializzazione, soprattutto IRCCS, per progetti considerati di alto valore scientifico e incentrati sull’innovazione. “Potremmo essere d’accordo sul rendere strutturali i fondi per le politiche regionali di sostegno per i soggetti non profit in campo sanitario, lo eravamo quando la legge è stata varata - ha spiegato Maria Grazia Fabrizio -. Ma a un anno di distanza dal primo stanziamento vorremmo fosse fatta una verifica e fosse stilata una relazione completa di tutti i progetti che queste strutture hanno presentato. Sarebbe inoltre corretto che il Consiglio conoscesse gli elementi su cui si costruirà la griglia attraverso cui dovrà passare chi usufruirà di questi finanziamenti”. “La legge quadro sulla sanità della Lombardia - ha concluso Carlo Porcari - ha ormai superato i dieci anni di vita e ha messo in luce diversi problemi, a partire dal sistema non efficace dei controlli. A questo punto la Regione dovrebbe cogliere la sfida di riformarla in un clima di collaborazione e di confronto”.

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