Welfare e assistenza: una riforma inadeguata.

fonte: Da “Settegiorni PD Lombardia” - Newsletter PD del Consiglio regionale lombardo.

Newsletter n. 1 del 29 febbraio 2008.

È negativo il giudizio del PD sulla nuova legge sull’assistenza, approvata giovedì in Consiglio, dopo tre giorni di discussione. Non sono passate le proposte di merito presentate dal PD e l’esito finale è una riforma molto diversa da quella contenuta nel progetto alternativo sottoposto alla commissione dall’Ulivo un anno fa. “Non è questo il welfare che la Lombardia dovrebbe avere - ha spiegato nella dichiarazione di voto la consigliera Ardemia Oriani -, perché questa legge non garantisce ai Comuni e alle Province un effettivo ruolo di partecipazione e programmazione nel governo delle reti dei servizi sociali. Inoltre non dà vera libertà di scelta ai cittadini poiché non garantisce a tutti i servizi necessari: in Lombardia, infatti, i servizi per l’infanzia non sono sufficienti, come non lo sono quelli per le donne, a sostegno della maternità libera e consapevole. Nulla è previsto per gli stranieri, mentre per gli anziani mancano le risorse necessarie. Il centrodestra non ha voluto accettare le nostre proposte, in particolare lo sportello unitario di accesso ai servizi sociali e sociosanitari, il fondo di sostegno per i piccoli comuni, un ruolo definito per le Aziende per i Servizi alla Persona (ASP), perdendo l’occasione per riformare davvero e in modo positivo il nostro sistema”. “Il welfare lombardo - spiega Maria Grazia Fabrizio - dovrebbe valorizzare il ruolo delle imprese sociali e di tutti coloro che hanno un ruolo nella risposta alla complessa domanda che giunge dal territorio. Qui si mortifica una pluralità di soggetti e non si definiscono i livelli di responsabilità della rete. Se la rete non è organizzata si darà vita solo ad un modello poco partecipato che non protegge davvero gli individui, né le famiglie, né tanto meno tutte quelle fragilità sociali temporanee e permanenti che hanno diritto a risposte concrete. Inoltre trovo che sia stato assolutamente fuori luogo affrontare in questa sede dibattiti etici come quello sulla legge 194, che nulla ha a che fare con il modello di stato sociale della nostra regione. Chi lo fa, rende un pessimo servizio alle attese dei cittadini e degli operatori che di altre soluzioni hanno bisogno”.

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies