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Economia e flussi occupazionali in Lombardia al gennaio 2016: una ripresa incerta.Dichiarazione di Massimo Balzarini della segreteria della CGIL Lombardia (Clicca qui per il testo corredato di tabelle) “Le stime rese disponibili da Prometeia lo scorso novembre calcolano il PIL della Lombardia per il 2015 in aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente (valori concatenati al 2010), con un’inversione di tendenza decisa dopo i risultati negativi registrati nel triennio 2012-2014. Le stime prevedono che la crescita reale del PIL si protrarrà nel 2016, con un +1,5%, e nel 2017 (+1,7%): il valore dell’aggregato potrebbe dunque attestarsi ad oltre 341,7 miliardi di euro nel 2016 e a 347,5 miliardi nel 2017, livelli più elevati rispetto al picco negativo registrato nel 2009 (331,9 miliardi), ma ancora inferiori al picco positivo che l’economia lombarda aveva raggiunto nel 2008 (353,5 miliardi)”. Si può dunque parlare di una ripresa incerta che, in assenza di interventi strutturali, non riesce a stabilizzarsi. A dirlo è Massimo Balzarini, segretario della Cgil Lombardia che con il Dipartimento Contrattazione ha rielaborato i dati ufficiali contenuti in questo report. ECONOMIA E FLUSSI OCCUPAZIONALI IN LOMBARDIA AL GENNAIO 2016Nel triennio 2015-2017 la crescita prevista nella regione dovrebbe essere leggermente più accentuata di quella stimata per il Paese nel suo insieme, confermando il ruolo di traino ricoperto dalla Lombardia nel panorama nazionale. Previsti in aumento anche i consumi finali interni e gli investimenti fissi lordi. I consumi finali interni dovrebbero aumentare di circa l’1% nel 2015 e nel 2016 e dell’1,2% nel 2017, trainati dal consumo delle famiglie che controbilancerebbe il calo del consumo del settore pubblico. La crescita degli investimenti è stimata in un +1,9% che dovrebbe accelerare ulteriormente nel biennio successivo (+3,6 e + 4,4%). La produzione industriale lombarda mostra nel III trimestre del 2015 (ultimo dato disponibile) variazioni positive sia su base annua (+1,7%) che su base trimestrale (+0,2%), seppur in lieve rallentamento rispetto alle variazioni rilevate nel II trimestre (quando la variazione tendenziale era del +1,9% e quella congiunturale del + 0,7%). Nel III trimestre del 2015 anche esportazioni ed importazioni risultano in crescita su base annua (rispettivamente +1,2% e +2,1%) con un rallentamento rispetto alle variazioni tendenziali positive osservate nel II trimestre del 2015. Gli andamenti congiunturali risultano però in calo per entrambi gli aggregati (-6,9% per le esportazioni e -10,5% per le importazioni). LA DINAMICA DEI FLUSSI Come premessa metodologica i dati INPS si riferiscono alle comunicazioni obbligatorie da fonte UNIEMENS, quindi finalizzati a statistiche sui flussi, mentre i dati ISTAT si basano su indagine campionaria, quindi sono dati stock con l’obiettivo primario della stima della dimensione e delle caratteristiche dei principali aggregati: occupati,
disoccupati e inattivi. Secondo i dati gennaio-novembre 2015 pubblicati da INPS, nei primi undici mesi del 2015 è aumentato, rispetto al corrispondente periodo del 2014, il numero complessivo delle assunzioni nel settore privato (+444.409, pari al +9,7%) per effetto soprattutto della crescita dei contratti a tempo a tempo indeterminato (+442.906, pari al +37%); sono aumentate anche le assunzioni con contratti a termine (+45.817, pari al +1,5%) mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-44.314, pari al -20%).
Le variazioni più significative dei flussi di nuovi rapporti di lavoro sono state registrate nelle regioni del Nord, in particolare Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Significativamente aumentate sono pure le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti: complessivamente sono risultate 469.351 con un incremento rispetto al 2014 del 25,7%. Decisamente più modeste le variazioni nelle cessazioni (+2,1% nel complesso; +1,9% per i contratti a tempo indeterminato). GLI EFFETTI SULLE POSIZIONI DI LAVOROA consuntivo di queste dinamiche dei rapporti di lavoro dipendente, la loro variazione netta – vale a dire il saldo tra assunzioni e cessazioni – attesta, per il periodo gennaio-novembre 2015, un miglioramento, nel confronto con l’analogo valore per l’anno precedente, pari a 356mila unità. Su base annua, considerando quindi gli ultimi dodici mesi, si evidenzia una crescita complessiva delle posizioni di lavoro dipendente pari a 300.000 unità, effetto di una crescita rilevante delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato (oltre 450.000 in più) e di una contrazione di quelle regolate con contratti a termine e apprendistato. Tali andamenti spiegano anche il cambiamento nell’incidenza dei rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati/variati, passata dal 31,9% dei primi undici mesi del 2014 al 38,6% dello stesso periodo del 2015. Nella fascia di età fino 29 anni, l’incidenza dei rapporti di lavoro “stabili” sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,5% del 2014 al 31,3% del 2015. IL PESO DELL’ESONERO CONTRIBUTIVOSul totale dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato (1.640.630 assunzioni e 388.454 trasformazioni da tempo determinato) quelli instaurati con la fruizione dell’esonero contributivo risultano 1.159mila (889mila assunzioni e 269mila trasformazioni). IL DATO IN LOMBARDIA
Andamento dell'occupazione Nel III trimestre 2015, in Lombardia, il numero di occupati cresce dello 0,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2014, attestandosi a 4milioni e 261mila unità. Questo incremento su base annua avviene a sintesi di un aumento del numero di occupati nella fascia di età 25-54 anni (+0,9%) e tra gli over55 (+1%) e di un calo nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni (-6,
4%). Continua dunque a contrarsi l’occupazione giovanile. Il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni), nel III trimestre 2015, si attesta al 20,2%, in calo di 1,4 punti percentuali rispetto ad un anno prima e molto distante dal 33,5% registrato nello stesso trimestre del 2008. Andamento della disoccupazione Il numero delle persone in cerca di occupazione in Lombardia, nel III trimestre 2015, diminuisce dell’11,1% nel confronto con il III trimestre del 2014, attestandosi a 307mila unità. I disoccupati diminuiscono in tutte le fasce di età. Il calo è dell’1,8% tra i più giovani (15-24 anni), ma segue un incremento dell’11,1% nel I trimestre 2015 e del 7% nel II trimestre 2015. Questa riduzione dei disoccupati nella fascia di età giovanile è imputabile sia ad effetti demografici (l’invecchiamento della popolazione) che ad effetti di scoraggiamento che riducono la partecipazione dei più giovani al mercato del lavoro. Infatti, nonostante, nel III trimestre 2015, il numero dei disoccupati si riduca, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) sale al 28,7%, un punto percentuale in più rispetto ad un anno prima, a causa di una contrazione delle forze di lavoro in questa fascia di età (-5,1%). Saldo tra avviamenti e cessazioni I dati delle Comunicazioni Obbligatorie (COb) di Regione Lombardia, a fronte di un andamento crescente nel tempo sia di avviamenti che di cessazioni, mostrano, nel periodo gennaio-novembre 2015, un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni (+93mila unità circa). Il saldo trimestrale tra avviamenti e cessazioni è quindi in peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2014 quando gli avviamenti superavano le cessazioni di 75mila movimenti. Gli avviamenti al lavoro, in Lombardia, nei primi 11 mesi del 2015, ammontano a 1 milione e 769mila in crescita del 9,7% rispetto ad un anno prima (mentre le cessazioni sono cresciute del 9%). Aumentano sia gli avviamenti delle donne (+5,7%) sia (soprattutto) quelli degli uomini (+13,2%). Gli avviati al lavoro Le persone avviate al lavoro nel periodo gennaio-novembre 2015 sono complessivamente 1milione e 457mila circa (+8,8% su base annua). Le donne avviate aumentano del 6,2%, gli uomini avviati dell’11%. Per ciascun avviato si registrano in media 1,2 avviamenti, sia per gli uomini che per le donne: si tratta di un dato stabile rispetto ai primi 11 mesi del 2014. Avviati per settore Nei primi 11 mesi del 2015, il numero di avviati al lavoro cresce (nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente), in particolar modo, nell’industria in senso stretto (+14,7%). La composizione dei lavoratori avviati per settore è variata in maniera trascurabile rispetto al periodo gennaio-novembre 2015, con il 72,5% degli avviati nel commercio e nei servizi, il 18,3% nell’industria in senso stretto, il 6,5 % nelle costruzioni e il 2,7% nel comparto agricolo. Avviati per professione La crescita del numero degli avviati interessa in maniera generalizzata tutte le professioni,
anche se ad aumentare su base annua sono soprattutto gli avviati in professioni a bassa qualifica (+11,1%), seguiti dai lavoratori avviati in professioni intermedie (+10,3%). Nel complesso, nei primi 11 mesi del 2015, poco meno della metà dei lavoratori avviati è stato assunto in professioni mediamente qualificate (47,3%), Avviamenti in apprendistato per provincia Il numero di avviati in apprendistato si riduce in tutte le province lombarde, con il calo più consistente su base annua nelle province di Lecco (-28,3%) e Monza e Brianza (- 25,7%). Provincia di Milano a parte, nella quale si concentra il grosso degli avviati in apprendistato (il 34,2%), le altre province in cui l’apprendistato continua ad essere maggiormente diffuso sono Brescia (il 14,8%) e Bergamo (il 12,8%). Andamenti per tipologia contrattuale Nel dettaglio in Lombardia, le assunzioni a tempo indeterminato sono cresciute fra 2014 e 2015 del +42,4%, mentre complessivamente (includendo quelle a termine e in apprendistato) sono +14,4% sempre nello stesso periodo. Le trasformazioni di rapporti di lavoro a termine (gennaio-novembre 2014 su gennaio-novembre 2015) sono pari al +26%, comprendendo anche le trasformazioni degli apprendisti siamo a +26,7%. Sempre in Lombardia se le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono stati complessivamente 92.230 (fino a novembre 2015), quelle che hanno usufruito dell’esonero contributivo L.190/2014 sono stati 64.109 pari al 69,5% a conferma che gran parte della stabilizzazione è frutto degli sgravi contributivi e che per gli assunti a partire dal 7marzo 2015 si applica il contratto a tutele crescenti. Il complesso delle cessazioni sempre nel periodo gennaio-novembre 2014 su gennaio-novembre 2015, per il tempo indeterminato aumenta del +3,6%, se si includono anche gli apprendisti e i rapporti a termine si registra un +7,5%, a conferma della forte dinamicità del mercato del lavoro in Lombardia. L’andamento complessivo della CIG Nel mese di dicembre 2015 le ore complessivamente autorizzate di cassa integrazione guadagni si attestano a poco più di 6,7 milioni (corrispondenti a circa 46mila lavoratori equivalenti a zero ore5), un livello decisamente inferiore a quello registrato nei mesi immediatamente precedenti (settembre-novembre) quando aveva raggiunto mediamente i 14,6 milioni (pari a circa 100 mila lavoratori equivalenti a zero ore). Nonostante i valori oscillanti registrati anche nel corso dell’ultimo semestre del 2015, si conferma la tendenza al calo osservata a partire dal picco raggiunto nell’ottobre del 2014. L’andamento delle tipologie di CIG Le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria, dopo l’aumento rilevato a settembre e il picco raggiunto nel mese di ottobre, nel bimestre successivo tornando a calare attestandosi su valori più contenuti sia a novembre che a dicembre: 2,7 e 1,6 milioni di ore rispettivamente, corrispondenti a 19mila e 11 mila lavoratori equivalenti a zero ore. L’INPS precisa che la notevole diminuzione delle ore di CIGO del mese di novembre e di dicembre 2015 “è imputabile essenzialmente all’adeguamento delle procedure amministrative dovuto al recepimento del d.
lgs. N. 148/2015”. Al dicembre 2015 la variazione congiunturale è pari al -39,8% e quella tendenziale a -70,6%. Le ore autorizzate di cassa integrazione straordinaria, mostrano andamenti crescenti fino al mese di novembre, con un aumento medio mensile per il trimestre settembre-novembre del 51% circa, per poi calare decisamente a dicembre fino ad attestarsi a circa 4 milioni di ore (pari a circa 27 mila lavoratori equivalenti a zero ore). Al dicembre 2015 la variazione congiunturale è pari al -60,4% e quella tendenziale a -22,9%. Dall’analisi dei dati di medio periodo emerge che il calo tendenziale delle ore autorizzate di cassa straordinaria è superiore a quello che si osserva per la cassa ordinaria. Nel dicembre 2015 gli interventi in deroga (CIGD) sono pari a quasi 1 milione e 70mila ore autorizzate e a 7mila lavoratori equivalenti a zero ore e si attestano su livelli analoghi a quelli osservati nel mese di ottobre, in calo dopo le tendenze al rialzo osservate nel bimestre precedente (ottobre- novembre). Nel caso della cassa in deroga, le oscillazioni congiunturali (presenti, anche se con intensità diverse, a livello nazionale) sono influenzate, oltre che dall’evoluzione positiva o negativa dell’economia, anche dalla effettiva disponibilità di fondi destinabili a questo tipo di ammortizzatore e al meccanismo di controllo previsto per le autorizzazioni, fattori, questi ultimi, che rallentano la decretazione di autorizzazione da parte degli organismi competenti. Al dicembre 2015 la variazione congiunturale è pari al -28,4% e quella tendenziale a -91,2%. La Cassa Integrazione Guadagni nei settori dell'economia lombarda In Lombardia la gran parte delle ore autorizzate di CIG è ascrivibile al settore dell'industria in senso stretto, che, salvo qualche eccezione, conta per almeno i due terzi del totale delle ore autorizzate per tutti i periodi considerati in questa analisi. A dicembre 2015, la quota di ore di cassa autorizzate nell’industria in senso stretto supera il 70% del totale regionale, pari ad oltre 4,8 milioni di ore, corrispondenti a circa 33mila lavoratori a zero ore, in forte calo rispetto al mese di novembre (-60%) e rispetto al dicembre del 2014 (-62%). Anche gli andamenti relativi agli altri settori risultano tutti in calo ad eccezione di un aumento congiunturale delle ore autorizzate nel settore del commercio. La mobilità in Lombardia La mobilità per il mese di gennaio 2016 ha coinvolto 2.979 addetti, cioè un calo significativo rispetto al corrispondente periodo del 2015 del meno 53,35%. È un fenomeno positivo che segna un arresto parziale dell’emorragia di perdita di posti di lavoro. Rimane inalterato il tema politico di creare lavoro. infatti, il tasso di occupazione tende nel tempo ad allontanarsi dalla media europea.
Milano, 4 febbraio 201 6
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