Non autosufficienza, regioni in pista con il fai –da-te.

fonte: Dal “Sole 24 ore Sanità” n. 50, del 25-31 dicembre 2007

Sulla non autosufficienza le Regioni non stanno a guardare, solo nel 2007 hanno speso 2,6 mld. di euro per il complesso degli interventi, e nel 2008 raggiungeranno i 3 mld. Non solo fondi ad hoc, attivati in 8 regioni su 21, ma anche risorse recuperate da altre voci di bilancio. Gli interventi sono però disomogenei sul territorio nazionale: ogni regione, in attesa di una legge-quadro nazionale, ha adottato un suo criterio nella scelta dei destinatari e dei settori da privilegiare. Alcune regioni (Sicilia, Calabria e Molise) sono ancora al palo; altre, come Marche e Puglia, stanno scaldando i motori; Liguria e Lazio sono state le prime a istituire un Fondo per la non autosufficienza, nel 2006. Ma sarà il 2008 l’anno di svolta per la realizzazione di politiche più strutturate a sostegno di disabili ed anziani non autosufficienti. Due le direttrici: il rafforzamento dell’assistenza territoriale (Rsa e Centri diurni) e la promozione della domiciliarità, la linea privilegiata dalle Regioni. Si va dalle misure prettamente economiche (il voucher lombardo o gli assegni di cura di altre amministrazioni) alla disponibilità di servizi effettivamente fruibili di sostegno alle famiglie. Ai primi posti per complessità di intervento ci sono Emilia Romagna, Piemonte ed Umbria. Le misure per il sostegno a casa sono: cofinanziamenti per favorire l’emersione del lavoro nero delle badanti e per l’adeguamento delle abitazioni, telesoccorso, letti di sollievo. Ma la vera scommessa su cui si gioca l’efficacia delle politiche per la non autosufficienza è la realizzazione di una rete strutturale di interventi tra territorio e domicilio. Un quadro complesso su cui pesano l’assenza di una regia nazionale e la scarsità di risorse assegnate dalla Finanziaria al fondo per la non autosufficienza: 300 mil. per il 2008, 400 per il 2009 e altri 400 per il 2010.

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