Caso englaro: serve un passo indietro della regione.

fonte: Dalla Cgil Lombardia

Comunicato stampa del 4 settembre 2008.

In merito alle dichiarazioni del Presidente Formigoni e dell’Assessore Lucchina sulla vicenda Englaro la CGIL Lombardia sottolinea tre aspetti. 1) La sentenza, che costituisce l’esito di un lungo e complesso iter giudiziario sfociato nella pronuncia della Corte di Appello di Milano, è esecutiva e deve essere rispettata anche e soprattutto dalle amministrazioni preposte istituzionalmente al servizio sanitario pubblico. 2) L’indipendenza della giustizia e le sue sentenze, soprattutto quando giungono dopo lunghe fasi di dibattimento e confronto, devono trovare applicazione anche nella nostra Regione. Chiedere alla politica di intervenire per metterle in discussione, come ha fatto Formigoni, dimostra uno scarso rispetto della laicità e del principio della separazione dei poteri dello Stato. 3) I diritti delle persone, le scelte e le volontà degli individui, tanto più se sostenute da una chiara definizione da parte della ricerca e della scienza medica, imporrebbero alla politica un passo indietro ed un rispetto che in questo caso sono mancati. Le dichiarazioni di queste ore attaccano anche l’autonomia e le competenze dei medici, arrivando a minacciare sanzioni disciplinari verso chi “verrebbe meno ai propri obblighi professionali e di servizio”…In realtà gli “obblighi professionali” non competono alla sfera politica: sono già definiti dal codice deontologico dei medici, cui ogni medico deve far riferimento. La Cgil della Lombardia chiede alla Regione un passo indietro e il rispetto delle sentenze, della legge, dell’autonomia professionale e delle prerogative dei medici. A Formigoni chiede, al di là delle sue convinzioni personali, di rispettare la volontà e le scelte, senz’altro dolorose, della famiglia Englaro, restituendo così alla politica un profilo di solidarietà e di umanità.

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