Sottosegretario roccella su decisione consiglio di stato su l. 194.

fonte: Il settimanale del Ministero della Salute

“La decisione del Consiglio di Stato di sospendere le linee guida della Regione Lombardia sulla legge 194 suscita delle perplessità. L’indicazione di impedire, come indicato dalla Lombardia, gli aborti tardivi oltre 22 settimane e 3 giorni di gravidanza, infatti, non è stata una decisione arbitraria delle istituzioni politiche locali, ma l’estensione a tutta la Regione di codici di autoregolamentazione già vigenti in diverse cliniche sul territorio, come ad esempio presso la Mangiagalli. Non ritenere valido estendere a tutte le aziende sanitarie regionali quel che invece si permette in alcune di esse, indipendentemente dalle motivazioni del Consiglio di Stato, significa consentire che i criteri di attuazione delle leggi possano variare da ospedale ad ospedale anche all’interno di una stessa regione. Proprio la non omogeneità dell’applicazione della 194 sul territorio nazionale è riconosciuta da tutti come un problema; in particolare gli articoli 6 e 7 della legge permettono l’aborto oltre i 90 giorni solo in presenza di un grave pericolo per la vita della donna, ma lo vietano nel caso in cui sussista la possibilità di vita autonoma del feto. Stabilire la definizione del concetto di vita autonoma del feto e individuare l’epoca gestazionale che possa essere assunta a riferimento per la sua comparsa non può essere una variabile territoriale: per fornire indicazioni che abbiano possibile valenza su tutto il territorio nazionale ho rivolto un quesito a riguardo al Consiglio Superiore di Sanità”.

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