Salute donne: primo rapporto dell'apposita commissione.

fonte: Newsletter Regioni.it n. 1103 dell’11 marzo 2008.

E’ stato presentato dal ministero della salute il primo Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia, prodotto dalla “Commissione Salute delle donne” che è stata istituita nel giugno del 2007. Le proposte più significative riportate nel Rapporto sono state incentrate innanzitutto nel migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza e nel ridurre le disuguaglianze territoriali e sociali. E’ stata indicata anche la Promozione del ruolo dei consultori (1 in ogni distretto per 6 mattine e 5 pomeriggi la settimana; 50% dell’attività nelle scuole, per corsi di accompagnamento a genitorialità e menopausa, per violenza contro le donne; mediazione culturale; budget specifico). Così come vanno incentivate le politiche per la riduzione dei tagli cesarei. Ecco alcuni dei dati più significativi riportati nel Rapporto. Le donne italiane al 1° gennaio 2007 sono 30 milioni (il 51,4% della popolazione); le donne straniere sono il 4,4% della popolazione femminile. Negli ultimi dieci anni il tasso di nuzialità è diminuito dal 4,8 al 4,2 per mille; il numero medio di figli per donna è rimasto stabile (pari a 1,2-1,3). L’aspettativa di vita delle donne ha raggiunto 84 anni (6 anni in più rispetto agli uomini). Le cause di morte più frequenti fra le donne (per tutte le età) sono le malattie dell’apparato circolatorio (46,8%) ed il cancro (23,8%). Seguono le malattie dell’apparato respiratorio (5,5%), le cause violente (3,7%). I tumori femminili (mammella e cervice) rappresentano il 15,7% delle cause di morte per le età fra i 35 e i 64 anni. Oltre i 65 anni: le patologie cardiocircolatorie rappresentano il 50%. Il cancro alla mammella causa il 17,1% della mortalità per tutti i tumori; il cancro alla cervice 0,6%. La mortalità per cancro al polmone è in continuo aumento (9,8% di tutti i tumori nelle donne). Screening mammografia: 71% delle donne sopra i 50 anni ha eseguito almeno 1 mammografia. Il maggiore incremento si è verificato nelle donne meno istruite (+13.7%), grazie all’effetto “riequilibratore” dei programmi di screening. Copertura dei programmi di screening mammografico: dal 56.2 al 78.2% in tre anni, ma nel sud resta ancora al 10%, nel centro-nord è al 90%. Copertura dei programmi di screening cervicale: copertura del 70% (con minori differenze territoriali). I maggiori fattori di rischio, associati alla mortalità prematura (prima dei 65 anni) sono: fumo, eccessivo consumo di alcool, dieta non salutare e assenza di attività fisica. Il 17% delle donne è abituale fumatrice, il 3,4% forte fumatrice. Il 26,8% delle donne italiane è in sovrappeso, con un 10% di obese. Nel 2005, il 13,8% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana (Centro- nord: 20%). L’età media della madre al parto è 31,9 anni per le italiane; 28,6 anni per le cittadine straniere. Il 40,9% delle madri ha una scolarità medio alta, il 41,5% medio bassa ed il 17,6% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale una scolarità medio bassa (53%). Il 50,4% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 39,1% sono casalinghe e il 10,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. Controlli in gravidanza: nell’83% dei casi, si effettuano più di 4 visite, di più nelle gravidanze fisiologiche (83.4%) rispetto alle patologiche (77.5%). La prima visita oltre la 12° settimana di gestazione è effettuata dal 4,6% delle donne italiane e dal 18,6% delle donne straniere. Il numero delle ecografie è in media 4,3 (nel 73,6% delle gravidanze è > 3). Si effettua il 16% di amniocentesi. Oltre l’88% dei parti avviene negli istituti di cura pubblici, l’11,6% nelle case di cura e lo 0,18% a domicilio. L’incidenza dei tagli cesarei è 38,2% del 2005 (l’Italia è ai primi posti in Europa e nel mondo). Circa il 70% dei parti avviene con taglio cesareo in strutture private e accreditate. Punti nascita: 560 totali (di cui quasi 200 con meno di 500 parti l’anno). Il 15% dei parti molto pretermine avviene in punti nascita con meno di 1.000 parti l’anno. Il 2% dei parti molto pretermine avviene in punti nascita con meno di 500 parti l’anno e prive di Terapia Intensiva neonatale. I metodi contraccettivi maggiormente impiegati: coito interrotto (31,6%), condom (28,4%), “pillola” (20,9%), metodi naturali (4,2%), dispositivi intrauterini (3,2%), diaframma (1,3%) mentre “nessun metodo” risultava adottato nel 10,4% delle coppie. Nel corso degli anni in Italia è notevolmente diminuito il ricorso all’IVG. All’inizio degli anni 80 (a ridosso della promulgazione della Legge 194) le IVG erano oltre 200.000; negli anni più recenti (2005-2006) circa 130.000 casi. Il tasso di abortività (numero di IVG su 1000 donne in età 15-49 anni), è diminuito da 17 nel 1982 a 9,4 nel 2006. La riduzione per le donne italiane è stata del 60%. Nel 1995 il 7% delle IVG risultava essere effettuata da cittadine straniere, nel 2005 è il 30%. Il tasso di abortività delle donne straniere (soprattutto molto giovani e nubili) risulta quattro volte superiore a quello delle donne italiane. Numero consultori: 2.186 (553 con spazi giovani), con notevoli differenze territoriali.
E’ possibile consultare il Rapporto completo sul sito www.ministerosalute.it
Primo rapporto sullo Stato di salute delle donne in Italia (pdf, 300 Kb)

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