Block Notes n. 19, novembre 2010


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Intramoenia. La relazione annuale al Parlamento: costi e ricavi in calo
Malpractice. Dati Ania: meno denunce contro i medici
Ocse. Italia, tanti medici e pochi letti
Sdo 2009. cure appropriate sul territorio

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Approvato dal consiglio il Piano socio sanitario
Falsi invalidi, Boscagli: non penalizzare i veri
Approvato il piano socio sanitario regionale

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Federalismo fiscale: via libero definitivo al decreto sui fabbisogni standard
Sanità: al via Struttura Tecnica di Monitoraggio, STEM
Sanità: accordo in Stato-Regioni per farmaci innovativi
Piano Sanitario nazionale 2011-13: ok a documento concertato
Piemonte: sostegno socio-sanitario agli anziani
Relazione 2010 dell’Oedt sulle droghe in Europa
Il ricorso al Pap test è frequente, ma non supera l’asticella del 75%: i dati Passi 2009

4. Links:
“SOS Sanità”, www.sossanita.it
La voce.info : Una tradizionale famiglia italiana. Tutto ruota intorno ai fabbisogni standard.


1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 28, del 20-26 luglio 2010
Intramoenia. La relazione annuale al Parlamento: costi e ricavi in calo.
L’attività libero professionale in intramoenia continua ad essere un buon affare solo per i medici che la praticano. E’ quanto emerge dalla relazione presentata al Parlamento dall’Osservatorio nazionale per l’attività libero professionale dei medici esclusivisti del Ssn (nel 2008 il 94,5% dei medici, il 98,1% dei veterinari ed il 97,1% dei dirigenti sanitari non medici), cha analizza i trend economici e normativi, anche alla luce del differimento al 31 gennaio 2011 del termine per il superamento dell’intramoenia allargata sancito al “Milleproroghe” 2009. La spesa per prestazioni in libera professione, dopo essere cresciuta del 9,5% dal 2006 al 2008, passando da 1.148.171mila euro a 1.258.163mila (da19,5 a 21,1 euro pro-capite), ha subito nel 2009 un’inversione di tendenza, attestandosi a 1.228.169mila euro (20,5 pro-capite). Il tutto ha comportato un saldo a favore delle Asl e delle Ao di soli 163,5 mil. di euro (+10% rispetto al 2008). Il 209 ha visto aumentare i ricavi per l’intramoenia relativa alla specialistica (58,4% nel 2009, 56,6% nel 2008), mentre sono rimaste costanti le entrate relative all’ospedaliera e si sono ridotte le altre prestazioni (sanità pubblica, consulenze,…). La situazione è sempre molto differenziata tra Nord e Sud. La specialistica è al top in Basilicata, Marche, Emilia Romagna, Campania e Trento, mentre prevalgono i ricoveri in Abruzzo, Calabria e Lombardia. Dall’analisi della situazione nelle regioni (effettuata sulla base di 10 indicatori) contenuta nel rapporto risulta la difficoltà di Asl e Ao nel governare la libera professione; l’aspetto più problematico riguarda l’attivazione d un servizio di prenotazione ad hoc da parte dell’azienda, quindi la riscossione degli onorari sotto la responsabilità dell’azienda e l’adozione di un tariffario concordato coi professionisti. Degli 826,14 mil. di euro destinati al programma di investimenti per realizzare le strutture aziendali da dedicare alla libera professione, alla fine del 2009 era stato speso l’88,38%, pari a 730,13 mil. per 410 progetti finalizzati sia a interventi edilizi, sia a dotazioni di tecnologie.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 30-31, del 3 agosto-6 settembre 2010
Malpractice. Dati Ania: meno denunce contro i medici.
L’ultimo censimento su denunce e sinistri in corsia è contenuto nell’ultimo rapporto dell’Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici, da cui emerge un duplice segnale di inversione rispetto agli anni scorsi: il calo delle denunce contro i singoli professionisti e l’aumento di quelle contro le Asl. Le denunce contro i medici sono passate dalle 13.415 del 2007 alle 11.851 del 2008 (con un calo dell’11,7%), le azioni contro Asl e ospedali sono aumentate del 10%, passando dalle 16.128 del 2007 alle 17.746 del 2008. Il totale dei sinistri è invece stabile: sono stati 29.597 nel 2008 e 29.543 del 2007 (+0,2%), se si considera invece il periodo che va dal 1994 al 2008, si verifica un incremento del 200% (essendo passati da 9.567 a 29.597), parallelo a quello dei premi assicurativi pagati da Asl e medici (dai 35 mil. del 1994 si è passati ai 453 mil. del 2007) ed a quello dei tempi di definizione del sinistro, pari a 15 anni per il 95% dei sinistri liquidati.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 32-33, del 7-13 settembre 2010
Ocse. Italia, tanti medici e pochi letti.
L’Italia è il Paese dei medici, anche se ormai ha perso il primato assoluto, ma è anche il Paese che è riuscito a razionalizzare la sua rete ospedaliera ed oggi ha meno ospedali e posti letto di molti altri Paesi. E’ quanto emerge dalla pubblicazione degli “Health data” dell’Ocse. Se si considera il numero di medici veramente attivi nelle corsie e negli ambulatori risulta che nel 2008 c’erano 4,19 dottori ogni mille abitanti (solo la Grecia, con 6,02 ne contava di più, mentre la Francia ne aveva 3,34, la Germania 3,89 e la Spagna 3,88), dato in continua diminuzione da diversi anni, a seguito dell’introduzione del numero chiuso nelle facoltà di medicina, che paradossalmente nei prossimi anni potrebbe portare ad una carenza di camici bianchi nel nostro Paese. Se si considera invece il numero di posti letto in strutture sanitarie, con 3,8 p.l. (di cui 3 per acuti) ogni mille abitanti siamo molto al disotto di quelli esistenti in altri stati. A parte l’eccezione del Giappone, che conta ben 13,8 p.l. per mille abitanti (8,1 per acuti), anche la Germania con 8,2 p.l (5,7 per acuti) e la Francia con 6.9 p.l. (3,5 per acuti) ne hanno quasi il doppio. Se si considerano i Paesi più vicini a noi per organizzazione sanitaria, meno di noi ne hanno invece la Spagna (3,3 p.l. di cui 2,6 per acuti) e la Gran Bretagna (3,4 p.l. di cui 2,7 per acuti). Il dato degli Stati Uniti è stimato e indica 3,1 p.l, di cui 2,7 per acuti. Anche se si considerano altri indicatori (degenza media pari a 7,5 giorni e tasso di occupazione dei p.l. pari al 78,8%), l’Italia conferma il trend di razionalizzazione della rete ospedaliera.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 34, del 14-20 settembre 2010
Sdo 2009. cure appropriate sul territorio.
Anziani con l’influenza, diabetici e alcolisti, se non c’è una ragione grave che costringa al ricovero, queste patologie andrebbero curate a casa; il loro ricovero ha una sola spiegazione: “Ridotta accessibilità e funzionalità dei servizi territoriali”, che si dovrebbero occupare di assistere diabete, asma, insufficienza cardiaca, influenza (soprattutto negli anziani) e patologie correlate all’alcol. Nel 2009, secondo l’analisi preliminare del Ministero della Salute sulle Sdo, il territorio ha funzionato meglio: queste patologie sono finite sempre meno in un letto d’ospedale. L’utilizzo dell’ospedale, in questi casi si trasforma nelle Sdo in un “indicatore proxy”, aiutano cioè a misurare in modo indiretto un fenomeno non misurabile direttamente. La riduzione maggiore interessa l’ospedalizzazione degli anziani per influenza. Il tasso 2009 di ricovero per 100.000 anziani è stato di 6,79 (4,06 in Lombardia), in diminuzione rispetto al 2008 (7,81); nel caso di diabete non controllato il tasso di ricovero è diminuito da 29,15 (sempre ogni 100.000 abitanti) del 2008 a 25,83 nel 2009 (in Lombardia 31,94). Il ricovero per asma nell’adulto è sceso da 13,38 nel 2008 a 12,02 nel 2009 (13,85 in Lombardia); l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nelle persone maggiori di 18 anni si riduce dell’1,14%, attestandosi su 336,4 ricoveri per 100.000 (312,81 in Lombardia); nel caso degli over 65 si riduce dello 0,84% (1.238,99 ogni 100.000 abitanti, 1180,44 in Lombardia). Finiscono in ospedale 42,55 casi di patologie alcool-correlate, con un calo del 9,46% (42,35 in Lombardia). Le Sdo indicano anche la destinazione finale dei pazienti: l’88,8% dei ricoverati in reparti per acuti torna a casa guarita, lo 0,35% è affidato all’ospedalizzazione domiciliare, lo 0,2% all’Adi, e lo 0,6% in Rsa.

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 17 novembre 2010
Approvato dal consiglio il Piano socio sanitario.
Con 38 voti a favore, 23 contrari e 4 astenuti, il Consiglio regionale ha approvato oggi il Piano Socio Sanitario. Il documento detta le linee programmatiche per il settore sanitario e sociale per i prossimi anni. L’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, nell’esprimere “grande soddisfazione” per la conclusione dell’iter di questo importante provvedimento - “che prosegue l’azione del precedente introducendo elementi di miglioramento continuo della qualità del sistema” - ha sottolineato i punti cardine del documento. Primo, “portare la medicina, cioè le cure, più vicine al paziente sul territorio, introducendo la funzione territoriale degli ospedali accanto a quella classica”. L’ospedale, secondo l’assessore, può essere paragonato a un polipo, con la “testa tecnologica” che permette di eseguire diagnosi e cura di alta complessità e i bracci, che rappresentano la funzione territoriale, nel cui ambito si garantiscono diagnosi e cure di primo e secondo livello di complessità. “Sostanzialmente - ha spiegato Bresciani – abbiamo costruito l’organizzazione su tre livelli, l’ospedale inteso in senso classico, la funzione territoriale degli stessi ospedali e i medici di medicina generale”. Secondo, “la rete provinciale degli ospedali”. Gli ospedali non sono più “monadi” ma “esprimono funzioni di alto, medio e basso livello: in questo modo abbiamo realizzato la rete per intensità di cure nell’ospedale e tra gli ospedali”. Nella rete ci sono i nodi (le stesse funzioni) e i cluster (reti di patologia come quello oncologico, cardio-cerebro-vascolare o altri). Terzo, la “sfida delle cronicità”. “Attraverso un sistema di teletrasmissione dei dati o in strutture ospedaliere più agili - ha aggiunto Bresciani - noi vogliamo monitorizzare i pazienti cronici e saremo in grado di verificare quando la cronicità si sta destabilizzando, in modo da intervenire con lo specialista o con il medico per evitare che si vada verso le acuzie e l’ospedalizzazione”. “E’ necessario quindi - ha sottolineato Bresciani – sviluppare la scienza della teletrasmissione dei dati clinici. Da qui la piattaforma tecnologica della Regione Lombardia che è costituita dal Sistema sanitario, che applica i raggiungimenti scientifici, dal sistema universitario e delle ricerca, dall’industria che presenta i progetti e da Finlombarda per gli aspetti economici e finanziari: i ‘quattro moschettieri’ creano un sistema nuovo che è quello appunto dello sviluppo tecnologico della Regione Lombardia”. “Il Piano Socio Sanitario, è il commento dell’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, fa fare dei passi avanti importanti alla complessiva politica regionale nel campo della sanità, del sociale e ovviamente nell’ambito socio sanitario. Per quanto riguarda il mio assessorato in particolare posso dire che è stato fatto un passo avanti nel processo di semplificazione. La famiglia, con le sue problematiche e i suoi bisogni è al centro; la semplificazione dei percorsi che portano ad incrociare le diverse risposte a questi bisogni è quindi fondamentale e il Piano prevede proprio questo. Particolare attenzione è stata quindi posta al sostegno della famiglia e alla natalità. Recentemente abbiamo approvato il fondo Nasko; nel Piano trova ampio spazio il sostegno della natalità che rimane una delle nostre priorità. Sono previste anche alcune forme innovative come la mutualità famigliare che prevede che diverse famiglie si possano mettere insieme per affrontare i bisogni”. “Noi abbiamo un’eccellenza - ha concluso Boscagli - a livello di strutture, che non ha nessun altro in tutta Italia. Mi riferisco alle diverse RSA, CDI e alla politica di assistenza domiciliare. Con questo provvedimento viene affrontato il tema delle cosiddette cure intermedie: uno spazio nuovo che metteremo a punto nei prossimi mesi per quelle tipologie di bisogno che ancora non sono soddisfatte”.

Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 23 novembre 2010
Falsi invalidi, Boscagli: non penalizzare i veri. Fondate le segnalazioni di chi si è visto togliere l’assegno. Avviato un tavolo tecnico nazionale per risolvere i problemi.
“La battaglia contro i falsi invalidi rischia di trasformarsi in una battaglia a sfavore dei veri invalidi”. E’ quanto ha detto l’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, rispondendo oggi in Consiglio regionale all’interrogazione sulle problematiche emerse nelle procedure di accertamento dei requisiti per il riconoscimento dell’invalidità civile, presentata dal consigliere Elisabetta Fatuzzo. “Dal primo gennaio 2010, ha spiegato Boscagli, le procedure sono profondamente cambiate e la Regione ha dovuto cedere all’INPS, che non è più solo ente pagatore, il compito dell’accertamento dell’invalidità. I problemi nascono perché l’INPS sta facendo riferimento alla legge finanziaria, peraltro non ancora approvata dal Parlamento, e a criteri contrari alla vigente disciplina. Ritengo perciò motivate e giustificate le numerose segnalazioni pervenuteci di persone che nella sostanza non hanno perso il diritto dell’assegno di invalidità, ma se lo son visto togliere sulla base di norme non ancora valide”. “Regione Lombardia, ha aggiunto Boscagli, si sta impegnando sia in un confronto costante con l’INPS regionale sia a livello nazionale per risolvere questi problemi. È stato, infatti, formalizzato un tavolo tecnico tra Regione, ASL e INPS per l’esame delle diverse problematiche emergenti e per la loro risoluzione. Inoltre su nostra sollecitazione è stato istituito un tavolo tecnico a livello nazionale perché il problema ha origine proprio lì”.

Da “Settegiorni PD”, notiziario del gruppo PD in Consiglio regionale.
È uscito il numero 117 del 19 novembre 2010.
Approvato il piano socio sanitario regionale.
Dopo aver chiesto la sospensiva del Piano socio sanitario regionale, in Aula, martedì 16, e il ritorno della discussione in Commissione per inserire quelle indicazioni ritenute necessarie ad un documento che avrebbe il compito di programmare uno dei settori più importanti della società lombarda, il Pd è passato all’attacco. La sospensiva non è stata infatti approvata e il dibattito è continuato per due giorni tra emendamenti e ordini giorno, sino all’approvazione definitiva del piano, bocciato dal Pd. “Questo documento - ha detto Sara Valmaggi - non reca in sé tutti quegli elementi che possono portare a una valutazione consapevole di quanto andiamo a programmare. Nel Piano non sono inseriti infatti tutti quegli elementi e quei dati che servono a valutare gli obiettivi di salute e benessere raggiunti e quelli da raggiungere nei prossimi anni come prevede la legge 3 approvata dalla scorsa legislatura e il Testo Unico della Sanità; non ci sono inoltre dati epidemiologici sufficienti, non si trattano questioni organizzative fondamentali come quella dell’Areu. Non si tratta insomma di un piano che riconosca dignità al lavoro di questo Consiglio regionale”. Un piano senza una linea chiara sulle politiche regionali in tema di sanità e assistenza e frutto di mediazioni ad alta tensione tra PDL e Lega. “Il dibattito in Aula - secondo Valmaggi - non ha fatto altro che mettere in evidenza uno dei limiti del piano che già avevamo più volte sottolineato ossia la sua assoluta genericità. In più si ravvisano anche elementi di pericolosità dovuti al fatto che, pur nel condivisibile intento di valorizzare la medicina del territorio andando incontro alle necessità dei cittadini, troppo spesso dimessi precocemente e lasciati soli in momenti di particolare fragilità, si palesa il rischio che la mancanza di risorse pubbliche (più volte ammessa dalla stessa relatrice in Aula) possa portare ad un’ulteriore privatizzazione sia delle strutture che delle cure intermedie, rinunciando di fatto alla garanzia di una presa in carico di tutti i pazienti”. Poche note positive sono date dall’approvazione di alcuni emendamenti e ordini del giorno presentati dal Pd inerenti, per esempio, il sostegno alla rete della terapia del dolore e delle cure palliative; la prevenzione sugli episodi di violenza e abuso sessuale sulle donne attraverso il sostegno all’operato dei centri antiviolenza; la previsione dell’avvio di un piano d’interventi rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie; la valorizzazione dei medici di base e dei pediatri di libera scelta e la previsione di istituire un punto unico d’accesso per le prestazioni sociosanitarie e sociali a rilevanza sanitaria.

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Da “Governo.it”, la newsletter del governo italiano
Newsletter n. 43 del 23 novembre 2010
Federalismo fiscale: via libero definitivo al decreto sui fabbisogni standard.
Il decreto legislativo sui fabbisogni standard di regioni, province e comuni è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 18 novembre scorso. Spesa storica e fabbisogni standard, efficienza dei servizi e risparmi di spesa, è su questi parametri che nei prossimi anni si potrà valutare l’attuazione concreta del federalismo fiscale nei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche. Il processo di determinazione dei fabbisogni standard punta a soddisfare le esigenze dei cittadini promuovendo un uso più efficiente delle risorse pubbliche. Per valutare l’efficienza, l’efficacia e l’adeguatezza dei servizi erogati al fine di migliorarli a vantaggio di cittadini ed imprese servono però indicatori significativi. Il procedimento di individuazione di questi indicatori è affidato alla Società per gli studi di settore-Sose, con la collaborazione di altri soggetti qualificati, come l’Ifel, l’Istat e la Ragioneria dello Stato. La determinazione dei fabbisogni standard per regioni, province, comuni e città metropolitane rappresenta dunque un passaggio fondamentale nel percorso di attuazione del federalismo fiscale. L’avvio della fase transitoria per il superamento della spesa storica è prevista a partire dal 2012 e terminerà nel 2017. Il passaggio sarà graduale per gruppi di funzioni, le quali vengono individuate in via provvisoria dal decreto sui fabbisogni standard in attesa del varo della Carta delle Autonomie. Il fabbisogno standard sarà determinato con riferimento a ciascuna funzione fondamentale, ad un singolo servizio, o ad aggregati di servizi, in relazione alla natura delle singole funzioni fondamentali. Link al Dossier:
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/fabbisogni_standard_decreto/

Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1689 del 19 novembre 2010
Sanità: al via Struttura Tecnica di Monitoraggio, STEM.
Nella seduta del 18 novembre della Conferenza Stato-Regioni è stata istituita la Struttura Tecnica di monitoraggio sulla Sanità, denominata STEM, prevista dal Patto per la Salute 2010-2012. La STEM è un una struttura paritetica tra Stato e Regioni, di natura collegiale. A capo della struttura, su proposta del Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto, è stata nominata Laura Pellegrini, già direttore generale dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari e dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. La STEM avrà il compito di monitorare lo stato dei servizi sanitari del paese attraverso un sistema di indicatori di efficienza e appropriatezza in grado di valutare l’effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza da parte delle Regioni e di garantire il maggior soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e, al tempo stesso, un maggior controllo della spesa. La STEM avrà, inoltre, il compito di valutare i Piani di rientro delle Regioni in disavanzo e di seguirne l’attuazione.

Sanità: accordo in Stato-Regioni per farmaci innovativi.
Stop alle difformità di accesso ai farmaci innovativi. E’, in estrema sintesi, il contenuto di un accordo approvato il 18 novembre in Conferenza Stato-Regioni, “un passo importante - secondo il ministro della Salute Ferruccio Fazio - per garantire l’uniformità di accesso ai farmaci su tutto il territorio nazionale”. Si tratta, nello specifico, di un’intesa sul diretto recepimento nei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali dei farmaci valutati come innovativi dall’Agenzia italiana del farmaco. “I punti essenziali dell’Accordo sono due - sottolinea il ministro - il primo prevede che le Regioni garantiscano da parte degli ospedali l’immediata disponibilità agli assistiti, anche senza il formale inserimento dei prodotti nei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali, dei medicinali che, a giudizio della Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, possiedono il requisito della innovatività terapeutica, individuata secondo i criteri predefiniti dalla medesima Commissione. Il secondo punto, che riveste particolare importanza è l’istituzione all’Aifa di un ‘Tavolo permanente di monitoraggio dei prontuari terapeutici ospedalieri regionali’, dove i rappresentanti dell’Aifa, dell Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e del ministero della Salute, lavoreranno per fornire periodiche indicazioni e linee guida per l’omogeneizzazione e l’aggiornamento dei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali”.

Regioni.it n. 1691 del 23 novembre 2010
Piano Sanitario nazionale 2011-13: ok a documento concertato.
La Conferenza delle Regioni del 18 novembre ha licenziato il documento concertato con il Ministero della salute, relativo al Piano sanitario nazionale 2011-2013. Il Piano sarà prossimamente iscritto, nella sua versione definitiva, all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni. Il testo integrale è stato pubblicato nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it. Il link è: http://www.regioni.it/upload/181110_per_PSN.pdf

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it/
Indice della Newsletter del 18.11.2010. La stanza dei ricordi anni ‘50 per aiutare i malati di Alzheimer. Piemonte: sostegno socio-sanitario agli anziani. Rosetta: le nuove tecnologie al servizio della perdita di autonomia.
Piemonte: sostegno socio-sanitario agli anziani .(Centro Maderna)
La Giunta Regionale del Piemonte ha deliberato il finanziamento di 12 milioni di euro per interventi socio sanitari a sostegno di anziani non autosufficienti, specificatamente destinati al mantenimento a domicilio. I soggetti beneficiari delle risorse sono gli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali. E’ stata prevista in particolare l’attivazione di servizi diversificati in base alle singole situazioni degli anziani, come interventi economici a sostegno della domiciliarità, cure domiciliari in lungoassistenza, letti di sollievo, ricoveri in strutture residenziali e semiresidenziali. L’obiettivo è dare una risposta adeguata ai bisogni degli anziani, ma anche alle famiglie che li assistono a domicilio. Il numero degli anziani è infatti in costante aumento e la condizione di non autosufficienza si manifesta con diversi gradi di intensità e diverse esigenze di assistenza. Inoltre, sono sempre in maggior numero le famiglie nel cui nucleo vi è la presenza di un anziano non autosufficiente bisognoso di assistenza continuativa.

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro é uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 364 dell’11 novembre 2010. Giornata mondiale del diabete. Sono oltre 220 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di diabete. Come ogni anno, il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale del diabete, promossa da Oms e International diabetes federation. Simi: i dati delle malattie invasive. Sistema informatizzato malattie infettive (Simi): disponibili i dati aggiornati sulle malattie invasive batteriche, incluse le meningiti, riferiti al 2010 con informazioni provenienti da tutte le Regioni. Allattamento al seno. Leonardo Speri, coordinatore della task force Bfhi/Bfci Unicef, illustra le nuove iniziative dell’Unicef, presentate a ottobre 2010, per favorire la promozione dell’allattamento al seno in Italia. Le droghe in Europa. Quasi 14 milioni di adulti hanno provato la cocaina nella loro vita e circa 4 milioni l’hanno consumata nell’ultimo anno. On line la Relazione 2010 dell’Osservatorio europeo delle droghe e tossicodipendenze.
 
Relazione 2010 dell’Oedt sulle droghe in Europa
Quasi 14 milioni di adulti europei (15-64 anni) hanno provato la cocaina nella loro vita e circa 4 milioni l’hanno consumata nell’ultimo anno. Il consumo di cocaina è particolarmente concentrato in Danimarca, Irlanda, Spagna, Italia e Regno Unito. È quanto emerge dalla Relazione annuale 2010 dell’Osservatorio europeo delle droghe e tossicodipendenze (Oedt). Il consumo nell’ultimo anno tra i giovani adulti (15-34 anni) va dal 2,9% (Italia) al 6,2% (Regno Unito) per il 2008. Il consumo problematico di amfetamina si registra principalmente nei Paesi dell’Europa settentrionale, riflettendosi in misura significativa nella percentuale di pazienti che iniziano un trattamento in Svezia (32%), Finlandia (20%) e Lettonia (15%). L’andamento del consumo di ecstasy in Europa è generalmente stabile: circa 11 milioni di europei l’hanno provata e circa 2,5 milioni l’hanno consumata nell’ultimo anno. Nell’ultimo anno i livelli di consumo di cannabis più elevati tra i giovani adulti (15-34 anni) sono stati registrati in Repubblica Ceca (28,2%), Slovacchia (14,7%) ed Estonia (13,6%). Nei Paesi occidentali, la prevalenza più elevata è stata segnalata in Italia (20,3%), Spagna (18,8%) e Francia (16,7%). In concomitanza con l’uscita del rapporto dell’Oedt, sono stati, inoltre, presentati i dati del rapporto nazionale del Focal point italiano, elaborati sulla base dati 2009-2010. Scarica: il rapporto annuale dell’Oedt, la scheda sull’Italia (pdf 6,3 Mb), il documento “L’evoluzione del fenomeno della droga in Europa” (pdf 2,4 Mb) il documento “Treatment and care for older drug users” (pdf 515 kb), il comunicato stampa dell’Oedt (in italiano, pdf 65 kb).
http://www.epicentro.iss.it/focus/tossicodipendenza/indice_tossicodipendenza.asp

Sul numero 365 del 18 novembre 2010. Antibioticoresistenze. Si celebra il 18 novembre la Giornata europea degli antibiotici. In Italia, Aifa e Iss lanciano la campagna di comunicazione sull’uso corretto di questi farmaci. On line i dati 2006-2008 della sorveglianza Ar-Iss. Passi: rapporto nazionale 2009. Continua la pubblicazione del rapporto Passi 2009. Per la sezione “Programmi di prevenzione individuale”, è disponibile il capitolo dedicato alla diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero. Influenza stagionale. L’Europa si avvicina alla prima stagione invernale dopo la pandemia di A/H1N1v e l’Ecdc mette a punto “Spotlight Seasonal Influenza”, un sito tematico interamente dedicato all’influenza stagionale. Salute dei giovani europei. Per mettere in luce le strategie che i Paesi europei hanno adottato per rispondere ai bisogni sanitari di bambini e adolescenti, l’Oms Europa pubblica un rapporto con l’obiettivo di stimolare nuove iniziative. Gestione del rischio chimico. C’è ancora tempo per iscriversi al corso della Snop previsto per il 10 dicembre. Un’opportunità per capire come si può concretizzare la collaborazione del medico al processo di valutazione del rischio chimico.

Il ricorso al Pap test è frequente, ma non supera l’asticella del 75%: i dati Passi 2009.
In Italia, è alta la copertura complessiva del Pap test preventivo per il cancro della cervice uterina: nel 2009 lo hanno eseguito quasi tre donne su quattro. È però ancora insufficiente in alcune Regioni, soprattutto dell’Italia meridionale e insulare, dove poco più di una donna su due pratica il Pap test nell’intervallo giusto. E da tre anni il trend non migliora. La metà delle donne esegue il test nell’ambito dei programmi organizzati dalle Asl, mentre l’altra metà per iniziativa personale. Le donne straniere, quelle con più basso livello di istruzione e difficoltà economiche raggiungono livelli di prevenzione meno buoni. Tuttavia queste differenze sono più piccole o addirittura inesistenti nei programmi organizzati delle Asl, mentre risultano più marcate in assenza di un programma organizzato o tra chi effettua il Pap test per iniziativa personale. Per i dettagli, consulta il capitolo del rapporto nazionale Passi 2009 dedicato allo screening cervicale nel 2009: http://www.epicentro.iss.it/passi/Cervicale09.asp

4.Links:
“SOS Sanità”, www.sossanita.it
Le news del 16 novembre 2010. Iniziativa CGIL su “Sanità e federalismo, diritti e risorse” il 1° dicembre a Roma. Regioni Federalismo e Manovra: atteso confronto con Governo. Finanziaria Errani: maxiemendamento alla legge di stabilità del tutto insoddisfacente. Finanziaria Lamonica (CGIL) tagli pesanti a sanità e sociale. Finanziaria, CISL: combattere gli sprechi senza tagliare le conquiste sociali. Se la famiglia entra in campagna elettorale. Cerrito: evidente la sproporzione tra le competenze dei soggetti sociali e le risposte inadeguate della politica. Critiche a Sacconi e Carfagna. Belletti (Forum): alleanza con Cisl segnale di grande responsabilità sociale. Universale e locale. Istituzioni e terzo settore per un nuovo welfare. Finanziaria Lamonica (CGIL) tagli pesanti a sanità e sociale.

La voce.info
Dalla Newsletter del 9 novembre 2010
Una tradizionale famiglia italiana. di Daniela Del Boca e Chiara Saraceno
Per ora è solo un documento di intenti, ma “Verso un piano nazionale per la famiglia” indica gli strumenti per fornire un sostegno a chi ha figli o ha famigliari non del tutto autosufficienti: riforma del fisco, espansione dei servizi, costruzione di reti di solidarietà locali. Senza però far cenno a risorse o priorità. E in una visione tutta ideologica della famiglia, riconosciuta come tale solo quando è eterosessuale e basata sul matrimonio, mentre rimane indifferente di fronte ai cambiamenti e alla pluralizzazione dei modi di fare famiglia.
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002002.html

Tutto ruota intorno ai fabbisogni standard. di Giampaolo Arachi e Alberto Zanardi
Ancor più della riforma dei tributi regionali e locali, il vero punto critico del federalismo fiscale è la definizione dei fabbisogni standard. Nei due schemi di decreti finora approvati sugli standard di comuni e province e sugli standard sanitari per le Regioni, il governo ha seguito due ispirazioni e due approcci metodologici profondamente diversi. Ma come far convivere le due accezioni, entrambe presenti nella Costituzione e nella stessa legge delega? Momenti di collegamento vanno ricercati in tutte le fasi del processo di decisione e di applicazione dei fabbisogni standard.
Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001999.html
 

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