Block Notes n. 2, fabbraio 2010


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalle Agenzie di stampa regionali
La Cgil Lombardia sull’accordo per il buono famiglia 2010
Presentata prima ricerca in Italia su efficacia prestazioni
Famiglia, pacchetto di interventi da 27 milioni

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Eurispes: Rapporto Italia 2010
Mobilità sanitaria: testo unico, anno 2009
Presentato Piano oncologico
Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008
Un esame della vista per diagnosticare l’Alzheimer
La salute degli europei: il rapporto Oms 2009
Donne e salute, il rapporto 2009 dell’Oms
3. Links
La sanità integrativa in Italia
Per la sanità è tempo di scelte strategiche

Dalle Agenzie di stampa regionali
Dalla Cgil Lombardia
3/2/2010 comunicato stampa. Dichiarazione di Elena Lattuada della Segreteria “La Cgil Lombardia sull’accordo per il buono famiglia 2010”.
Elena Lattuada, della Segreteria della Cgil Lombardia, a proposito dell’accordo siglato oggi in Regione sull’erogazione del “buono famiglia 2010”, dopo aver precisato che la presenza delle segreterie regionali era finalizzata alla sola firma dell’accordo sottoscritto con l’Assessorato alla Famiglia, mentre non era stata concordata alcuna conferenza stampa congiunta, ha detto: “Abbiamo sottoscritto, insieme a Cisl e Uil e alle categorie dei pensionati, l’accordo sul bonus famiglia per i seguenti motivi: - perché sostiene i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione che contribuiscono ai costi per la cura di persone non autosufficienti ricoverate in strutture protette. - Perché tutti i cittadini lombardi, senza discriminazioni razziali, possono ricevere il contributo se ne hanno titolo. - Perché per la prima volta la Regione Lombardia accetta, nell’ambito dei controlli, di menzionare anche il patrimonio e non solo il reddito. Riteniamo che questo accordo, ha proseguito Elena Lattuada, così come quello sottoscritto a novembre del 2009 sulla non autosufficienza, segni un’inversione di tendenza nei rapporti tra parti sociali e Regione, che auspichiamo si mantenga anche nei prossimi mesi”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 1° febbraio 2010
Presentata prima ricerca in Italia su efficacia prestazioni.
La prima ricerca in Italia e tra le prime in Europa sull’efficacia delle prestazioni ospedaliere, realizzata da Regione Lombardia sul proprio sistema sanitario, è stata presentata oggi in un convegno. Lo studio, svolto dalla Direzione generale Sanità, insieme al CRISP (Centro di ricerca interuniversitario per i sevizi di pubblica utilità dell’Università Bicocca) e al CESP (Centro di studio e ricerca sulla sanità pubblica), ha permesso di misurare diversi parametri, così da restituire una fotografia completa sull’efficacia delle cure e di elaborare un modello di valutazione. “Il nostro obiettivo - ha detto il presidente Roberto Formigoni aprendo i lavori - è di perfezionare sempre il nostro sistema sanitario, tendendo verso l’alto. La sfida è sempre quella di garantire servizi efficienti a costi sostenibili”. L’obiettivo di mantenere e incrementare “qualità ed eccellenza” va dunque perseguito anche creando “addizionalità di risorse, esplorando sempre nuovi modelli di collaborazione con soggetti privati” e perseguendo “una costante razionalizzazione delle risorse, riducendo a zero gli sprechi, gli errori e le inefficienze grazie ad azioni sempre più incisive su una serie di ambiti”. Tra questi, riveste un ruolo determinante quello dell’appropriatezza delle prestazioni, resa possibile dalla capacità del Sistema di poter valutare correttamente le proprie performance. “La Lombardia - ha aggiunto Formigoni - ha saputo garantire un costante innalzamento della qualità e al contempo un’estrema razionalizzazione delle risorse”. E questo è avvenuto “senza aggravi ulteriori di costi per i cittadini, potendo usufruire di una percentuale di fondi pro capite inferiori alla media delle altre Regioni e chiudendo il bilancio in equilibrio senza disavanzi per gli ultimi otto anni consecutivi, ovvero da quando tale obbligo è stabilito per legge”. I principali dati - Secondo gli ultimi dati disponibili, presenti nella pubblicazione presentata oggi, la Lombardia rimane la Regione con il rapporto spesa sanitaria/PIL più basso d’Italia. Tale valore si attesta al 6,7% contro una media nazionale dell’8,7% (dati ISTAT). Questo dato viene confermato da quello sulla spesa sanitaria pubblica corrente pro capite che, nello stesso periodo di riferimento, risulta in Lombardia corrispondente a 1.603 euro contro una media nazionale di 1.703. Si tratta del dato più basso a livello assoluto, fatta eccezione per tre Regioni (Puglia, Basilicata e Calabria) il cui livello di offerta di servizi non risulta però paragonabile. La ricerca costante della massima appropriatezza e la costruzione di percorsi terapeutici integrati tra ospedale e territorio ha saputo generare nel tempo una stabilizzazione e una progressiva riduzione dei tassi di ospedalizzazione, unita ad un aumento del valore degli indicatori di complessità della casistica ospedaliera. Questo è ciò che è avvenuto in Lombardia, dove il tasso di ospedalizzazione è sceso nei primi 12 anni di vita della riforma sanitaria dal valore di 176,7 per 1000 residenti nel 1997 al valore di 135,3 per 1000 residenti nel 2008. I servizi erogati sono andati in modo evidente verso un incremento significativo delle prestazioni ambulatoriali e verso una riduzione sia dei ricoveri sia dei day hospital diagnostici inappropriati. Tutto questo è avvenuto nonostante un contestuale incremento di popolazione pari a 800.000 abitanti, dimostrando il notevole lavoro fatto per promuovere il ricorso appropriato al ricovero. I controlli - Tra le attività volte a garantire l’obiettivo di una sempre maggiore appropriatezza, senza dubbio occupa un posto di particolare rilievo il continuo perfezionamento del sistema dei controlli. Fin dal 2004 Regione Lombardia ha controllato un numero di cartelle superiore (quasi il triplo: 5,9% nel 2008) alla percentuale del 2% stabilita dalla normativa nazionale. Con il 2009 è stata raggiunta una soglia di controlli pari al 10% delle prestazioni erogate sui ricoveri e al 3,5% sulla specialistica e per il 2010 si confermano e si consolidano i metodi e le quantità svolte. Sempre in tema di appropriatezza, è stato inoltre introdotto nel 2009 l’accreditamento dinamico o a termine: in sostanza viene superata la logica dell’accreditamento a tempo indefinito per tutte le strutture pubbliche e private, collegandolo invece a verifiche triennali sul rispetto del mantenimento di alti livelli qualitativi. Laddove venga riscontrato un livello qualitativo non in linea con gli indirizzi stabiliti, si procederà alla revoca dell’accreditamento. D’altra parte, il processo di miglioramento della qualità dell’offerta è cominciato con la riforma stessa del sistema sanitario lombardo (legge regionale n. 31 del 1997). Nel 1998 è stato introdotto il sistema di accreditamento, l’attività dei NOC (Nuclei operativi di controllo delle Asl) e il controllo dei tempi d’attesa, così come la diffusione della certificazione ISO per le strutture pubbliche e private. Dal 2000 è invece stata avviata la collaborazione con la Joint Commission (conoscenza e messa in atto di 200 standard qualitativi) e con un gruppo di Università(sviluppo di un sistema di valutazione).

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 3 febbraio 2010
Famiglia, pacchetto di interventi da 27 milioni. Buono da 1300 euro per nuclei bisognosi, intesa con sindacati.
“Regione Lombardia mette a disposizione della famiglie lombarde un pacchetto di interventi del valore di 27 milioni; un aiuto alle famiglie in difficoltà per affrontare la difficile situazione economica del momento. La famiglia, che è un bene in sé e perciò un bene per tutti, da salvaguardare e proteggere, è infatti il vero soggetto debole della società contemporanea”. Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Formigoni presentando alla stampa il pacchetto di interventi, in una conferenza stampa al Palazzo Pirelli, cui hanno partecipato i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil (Elena Lattuada, Gigi Petteni e Walter Galbusera) e i segretari dei sindacati pensionati. Dei 27 milioni messi a disposizione della famiglia, 17 milioni sono per il “Buono famiglia 2010” per nuclei disagiati; 7 milioni per progetti di sostegno delle responsabilità familiari e di contrasto al disagio adolescenziale e all’abbandono scolastico e 3 milioni per realizzare progetti di “aiuto alla vita”, destinati a sostenere le madri in difficoltà, durante la gravidanza e fino al primo anno di vita del bambino. Buono famiglia. Prosegue anche quest’anno, con nuove caratteristiche, l’erogazione del “Buono famiglia”, avviata lo scorso anno. “In particolare, per il corrente anno, le caratteristiche dell’intervento - ha voluto precisare l’assessore regionale alla famiglia e solidarietà sociale Giulio Boscagli - sono il frutto di un proficuo confronto tra il mio assessorato e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, regionali e di categoria. L’esito di questo confronto è stata la stesura di un Accordo, che ho sottoscritto con loro, insieme al presidente Formigoni, che contiene gli obiettivi condivisi tra le parti e presenta alle famiglie lombarde i nuovi requisiti per poter ottenere il contributo. Il Buono quest’anno sarà di 1.300 euro e verrà corrisposto in un’unica soluzione. Verrà assegnato a tutte le famiglie che sono residenti in Lombardia, che si fanno carico del pagamento della retta di un familiare, anziano o disabile, ricoverato in una struttura residenziale della Lombardia (RSA o CSS - Comunità socio sanitaria) e che presentino almeno una delle seguenti due condizioni: avere nel proprio nucleo familiare almeno un figlio, anche in affido, minorenne e un indicatore della situazione di reddito familiare (ISR) non superiore a 22.000 euro; percepire ammortizzatori sociali a causa dell’interruzione o sospensione del rapporto di lavoro. Al calcolo dell’Indicatore della Situazione di Reddito (ISR) concorrono: il reddito familiare (eventualmente ridotto del canone annuale di locazione dell’abitazione in cui risiede la famiglia) e altre caratteristiche strutturali (numero dei componenti, presenza di persone con handicap permanenti o invalidità superiore al 66%, famiglie monogenitoriali e famiglia con entrambi i genitori lavoratori). Per fare degli esempi un reddito ISE di 22.000 può corrispondere ad un reddito di 58.520 euro, se la famiglia è composta da due genitori che lavorano e hanno due figli a carico, o ad un reddito di 73.000 euro se a lavorare è un solo genitore ma i figli sono tre, dei quali uno disabile. La domanda per ottenere il Buono va presentata presso gli sportelli territoriali attivati a livello distrettuale nelle Asl dal 15 febbraio al 5 marzo 2010. Il Buono di 1.300 euro sarà accreditato, in un’unica soluzione, sul conto corrente bancario o postale della famiglia beneficiaria ovvero inviato con un assegno a coloro che non fossero titolari di conto corrente. “Ci tengo - ha precisato Formigoni - a consegnare i buoni quanto prima: dare alle famiglie la possibilità di spendere è infatti anche un contributo all’economia”. Poichè si stima che le famiglie con i requisiti richiesti siano un numero oscillante tra 13 e 14 mila, con i 17 milioni di euro stanziati sarà possibile soddisfare tutte le richieste. Entro il 30 aprile prossimo, alla luce delle domande presentate e delle risorse erogate, verrà esaminata la possibilità di incrementare la quota da erogare con particolare riferimento al numero dei figli. Per verificare la veridicità delle affermazioni e la loro rispondenza ai requisiti richiesti per ottenere il Buono, la Regione effettuerà controlli a campione su almeno il 15% delle domande presentate. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i rappresentanti sindacali che hanno sottoscritto l’Accordo. Tutti hanno voluto precisare che: “Con questo accordo, il nono in 18 mesi che sottoscriviamo con la Regione, noi costruiamo un pezzo del welfare. Esso è strettamente collegato a quello che firmammo due mesi fa su come affrontare i problemi sulla non autosufficienza. Stiamo facendo cose, non stiamo facendo retorica”. Oltre al “Buono famiglia” il presidente Formigoni ha poi illustrato il contenuto di altri due provvedimenti, approvati questa mattina dalla giunta e per la cui realizzazione sono stati stanziati 10 milioni di euro. I relativi bandi saranno pubblicati entro pochi giorni. Sostegno delle responsabilità familiari. Si tratta di una bando da 7 milioni di euro connesso alla legge lombarda 23/99, che ha lo scopo di cofinanziare la realizzazione di progetti innovativi che rispondano alle esigenze delle famiglie per la tutela della maternità, la formazione al ruolo di genitore per contrastare il disagio adolescenziale e l’abbandono scolastico. Progetti cioè il cui obiettivo è quello di aiutare i genitori nella loro funzione di cura e di educazione. Le azioni dovranno essere rivolte in particolare a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, organizzare e attivare esperienze di associazionismo sociale, favorire il mutuo aiuto nel lavoro domestico e di cura familiare, fornire adeguate forme di aiuto e sostegno alle donne che subiscono o hanno subito violenze e/o maltrattamenti, organizzare “banche del tempo”; promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione delle famiglie in relazione ai loro compiti sociali ed educativi. Destinatari, invitati a presentare i progetti, sono: le associazioni di solidarietà familiare le organizzazioni di volontariato, le associazioni senza scopo di lucro e le associazioni di promozione sociale, le cooperative sociali, gli enti privati con personalità giuridica riconosciuta e gli enti ecclesiastici. Il finanziamento regionale è a fondo perduto ed è erogato a titolo di rimborso delle spese sostenute. Per ogni singolo progetto, di durata annuale, il finanziamento regionale fino al 70% del costo complessivo, fino a un massimo di 35.000 euro per i progetti di contrasto alla dispersione scolastica realizzati in partnership tra associazioni e fino a un massimo di 15.000 euro per i progetti di mutuo aiuto e formazione ai compiti genitoriali. I tempi e modalità di presentazione dei progetti saranno definiti dal Bando. Sostegno della maternità. Per realizzare interventi sperimentali e innovativi di “aiuto alla vita”, cioè di tutela e sostegno alla maternità, la Giunta lombarda stanzia 3 milioni di euro. I progetti potranno essere presentati da associazioni di solidarietà familiare, da altri soggetti non profit e da organizzazioni pubbliche e private che gestiscono consultori familiari accreditati. Per ogni singolo progetto, di durata annuale, il finanziamento regionale potrà arrivare fino all’80% del suo costo complessivo, per un importo non superiore a 50.000 euro per i progetti il cui obiettivo sia quello di prevenire e rimuovere le difficoltà che potrebbero indurre la madre all’interruzione di gravidanza e di 100.000 euro per i progetti il cui scopo sia quello di predisporre e organizzare, per ogni famiglia che lo richieda, un piano personalizzato di sostegno psicologico, socio-assistenziale e sanitario utilizzando le risorse di enti pubblici e di privato sociale, di volontariato, nonché le reti informali di solidarietà. Le proposte presentate dovranno contenere: progetti integrati di “aiuto alla vita” che prevedano percorsi di sostegno alle madri in difficoltà, durante la gravidanza e fino ad 1 anno di vita del bambino attraverso servizi di assistenza sanitaria e psicologica, fornitura di beni materiali (abiti, pannolini, alimenti per l’infanzia), sostegno al reddito, eventuali aperture di crediti verso farmacie, inserimento in asili nido, accompagnamento alla formazione e alla ricerca di un lavoro, attraverso la formula di voucher e/o buoni sociali. I progetti potranno riguardare anche la sperimentazione di protocolli operativi integrati di intervento tra i soggetti presenti sul territorio.

Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1507 del 29 gennaio 2010.
Eurispes: Rapporto Italia 2010.
Alcuni dati colpiscono più di altri, come quello che il disavanzo della spesa sanitaria nazionale del Lazio nel 2008, pari a 1,67 miliardi di euro, rappresenta da solo il 49,5% di tutto il disavanzo nazionale. Esaminando i dati relativi all’indebitamento totale degli enti del Servizio sanitario nazionale da parte della Corte dei Conti, si evidenzia “l’esplosione” dei debiti del Lazio (+62,5%): da 8,4 miliardi di euro del 2004 a 13,7 miliardi di euro nel 2007, ossia poco più di un quarto (27,8%) dell’indebitamento totale nazionale del Ssn nel 2007. Il debito verso fornitori della Regione Lazio e’ cresciuto considerevolmente nel periodo 2004-2006 (+66%), per stabilizzarsi negli anni 2006 e 2007 intorno al valore di circa 11 miliardi di euro, pari al 34,1% del totale nazionale dei debiti verso fornitori del Ssn nel 2007: www.eurispes.it.

Mobilità sanitaria: testo unico, anno 2009.
La Conferenza delle Regioni riunitasi il 27 gennaio (sotto la Presidenza di Michele Iorio) ha approvato un documento sulla “compensazione interregionale della mobilità sanitaria”, un “testo unico”, nella “versione in vigore per le attività dell’anno 2009”. Leggi il documento: http://www.regioni.it/upload/mob_san_270110.pdf.

Regioni.it n. 1509 del 2 febbraio 2010.
Presentato Piano oncologico.
L’Organizzazione mondiale della sanità avverte: nei tumori la prevenzione è fondamentale. I morti di tumore nel mondo potrebbero passare dai 7,6 milioni attuali a 17 milioni entro il 2030. L’OMS lancia l’allarme in vista del World Cancer Day che si celebrerà il 4 febbraio. Oggi il cancro fa registrare oltre 12 milioni di nuovi casi all’anno in tutto il mondo ed è responsabile di un decesso su 8, più delle morti per Aids, tubercolosi e malaria messe insieme. Non fumare, non bere alcol, seguire un’alimentazione corretta, fare esercizio fisico, prevenire le infezioni che potrebbero dare origine a un tumore, sono le prime azioni di prevenzione. L’incidenza in Italia è di oltre 250.000 nuovi casi/anno e nel 2010 sono previsti oltre 2 milioni di casi. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha presentato il nuovo piano oncologico nazionale per il 2010-2012, che dovrà ora passare all’ esame della Conferenza Stato-Regioni. Nel Piano oncologico nazionale è stato dato ampio risvolto sia alla prevenzione (universale, secondaria e terziaria), che alla continuità di cura in fase diagnostica e terapeutica, così come all’assistenza domiciliare e alle cure palliative, ma tale processo non può prescindere da un rinnovo tecnologico che andrà discusso e concordato con le Regioni.

 
Leggi la Sintesi del Piano oncologico nazionale: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_primopianoNuovo_264_documenti_itemDocumenti_
0_fileDocumento.pdf

Documenti pubblicati sul sito del Ministero della Salute:
Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008. Anno di pubblicazione 2009: http://www.salute.gov.it/pubblicazioni/ppRisultato.jsp?id=1144
1) Sintesi dello Relazione sullo stato sanitario del Paese 2007-09: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1144_allegato.pdf
2) Testo integrale della relazione sulla situazione sanitaria del Paese (pdf, 14,5 Mb): http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1144_ulterioriallegati_ulterioreallegato_
0_alleg.pdf
3) Determinanti della salute (pdf, 7 Mb): http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1144_ulterioriallegati_ulterioreallegato_
1_alleg.pdf
4) Le risposte attuali del SSN (pdf, 16 Mb):
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1144_ulterioriallegati_ulterioreallegato_
2_alleg.pdf
5) Problematiche emergenti e prospettive (pdf, 285 Mb)
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1144_ulterioriallegati_ulterioreallegato_
3_alleg.pdf

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 2.2.2010. Dire Fare Creare: un corso sulla creatività negli anziani. Chi, Cosa, Quando, Dove, Perchè? I passaggi di informazione nei servizi alla persona. Un esame della vista per diagnosticare l’Alzheimer. Geriatria per acuti, un convegno a Roma. A Rimini, ginnastica cinese per anziani. Nuovi studi dell’Università di Sydney sulle cadute nell’anziano.
Un esame della vista per diagnosticare l’Alzheimer. (Centro Maderna)
Uno studio effettuato dai ricercatori della UCL (University College London) e pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Cell Death & Disease, ha dimostrato come un esame alla vista specifico ma semplice, economico e non invasivo, potrebbe aiutare a diagnosticare alcune delle principali malattie neurologiche quali l’Alzheimer, nella loro fase iniziale, permettendo cos di intervenire più prontamente di quanto non sia stato possibile fare fino ad oggi. La ricerca, che stata condotta dalla professoressa Francesca Cordeiro e dal professor Stephen Moss, ha presentato una nuova tecnica basata sull’utilizzo di marcatori fluorescenti che a contatto con la retina (che può essere considerata come una diretta estensione, per quanto sottile, del cervello), si attaccano alle cellule celebrali morte mettendole in evidenza. La morte delle cellule cerebrali sta alla base di tutti i disturbi neurogenerativi ma fino ad oggi non era possibile rilevare questo fenomeno in tempo reale: la tecnica in questione permetterebbe dunque di diagnosticare la malattia prima ancora che se ne manifestino i sintomi pi importanti. Per ora l’esperimento è stato condotto soltanto su animali, ma i ricercatori stanno lavorando per far sì che questo esame possa presto essere eseguito anche sugli esseri umani. (University College London)

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.epicentro.iss.it/default.asp
Epicentro é uno strumento di lavoro per gli operatori di sanità pubblica, messo a punto dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto per un osservatorio epidemiologico nazionale. È un portale di epidemiologia che offre aggiornamenti rapidi su differenti argomenti di salute.
Sul numero 327 del 28 gennaio 2010. Giornata mondiale contro il cancro. Oltre 12 milioni di persone ricevono ogni anno una diagnosi di cancro: la Giornata mondiale contro il cancro 2010 è dedicata alla prevenzione dei tumori legati a stili di vita scorretti e alle infezioni croniche. La salute degli europei Continua a migliorare la salute dei cittadini della Regione europea dell’Oms, la speranza di vita si alza e ora va da 82 anni in Svizzera a 66 in Kazakistan. Leggi il report 2009 dell’Oms Europa. Malaria: rapporto oms 2009 Nel 2008 la malaria ha ucciso 860 mila persone, e ogni anno si stima che siano 243 milioni gli individui colpiti da questa malattia: l’Oms pubblica il World Malaria Report 2009. Su EpiCentro i dati aggiornati. Episouth numero 9. On line il numero 9 del bollettino elettronico di EpiSouth. Tema del focus è il report di Médecins du Monde sull’accesso ai sistemi sanitari per i migranti senza permesso di soggiorno, in 11 Paesi europei. Salute delle donne. Le discriminazioni abbassano l’aspettativa di vita delle donne. L’Oms sottolinea la necessità di riforme che rispondano al meglio ai bisogni di salute del sesso femminile. Consulta il focus.

La salute degli europei: il rapporto Oms 2009.
Investire nella salute pubblica diventa importante soprattutto nei periodi di difficoltà come quello che l’Europa ha appena attraversato, sia a causa della crisi finanziaria, sia per la pandemia dell’influenza A/H1N1. Per affrontare al meglio i momenti più difficili i Governi e i policy maker hanno bisogno d’informazioni aggiornate, accurate, comparabili e facilmente accessibili. Per dare agli addetti ai lavori gli strumenti necessari ad avviare politiche sanitarie corrette ed efficaci, l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il rapporto 2009 sulla salute e sui sistemi sanitari dei Paesi della Regione europea Oms. In particolare il rapporto si concentra su: l’impatto delle malattie, i fattori di rischio e il loro peso nel determinare le varie patologie, gli interventi che possono, con evidenza, migliorare lo stato di salute, il ruolo dei sistemi sanitari. La salute degli europei è migliorata negli ultimi decenni, così come testimoniato dal prolungarsi dell’aspettativa di vita alla nascita. Non è da sottovalutare però la crescente disuguaglianza in termini di longevità in associazione a fattori di genere, sociali ed economici. La più alta aspettativa di vita nella Regione europea dell’Oms si registra in Svizzera (82 anni nel 2006) e la più bassa in Kazakistan (66,4 anni nel 2007). A partire dagli anni Novanta la mortalità infantile nella Regione è diminuita del 50%, raggiungendo il valore di 7,3 morti ogni mille nati vivi. Anche la mortalità materna è calata e nel 2006 è stata valutata attorno al 12,9 ogni 100 mila parti. Le malattie non trasmissibili sono quelle con il più grande impatto nella Regione Europea e rappresentano l’85% dei decessi. Le malattie del sistema circolatorio continuano a essere la prima causa di morte (48% dei decessi), seguite da cancro (20%), incidenti (8%) e malattie respiratorie (6%), mentre le infezioni, responsabili del 16% dei decessi a livello globale, sono complessivamente responsabili del 2% dei decessi (con punte dell’8% in alcuni Paesi dell’est europeo).

Donne e salute, il rapporto 2009 dell’Oms.
La salute delle donne è da sempre stata una preoccupazione per l’Oms ma oggi è diventata un’urgente priorità. Le donne di solito vivono più a lungo degli uomini, sia per ragioni biologiche sia per ragioni comportamentali, ma in alcune regioni, come per esempio in parte dell’Asia, questi vantaggi sono compromessi dalle discriminazioni di genere. Le discriminazioni abbassano l’aspettativa di vita del sesso femminile e le disuguaglianze di genere, per esempio nell’educazione, nel profitto e nell’occupazione, limitano la possibilità delle ragazze e delle donne di proteggere la propria salute. Il peso delle disuguaglianze sociali. Le donne di tutto il mondo hanno in comune molti problemi legati alla salute, ma a seconda della regione in cui vivono sono tante anche le differenze. Nei Paesi ad alto reddito, le donne, in qualunque fascia di età, vivono più a lungo e hanno meno probabilità di ammalarsi e morire prematuramente rispetto alle donne che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Un esempio lampante è dato dalla mortalità materna: il 99% circa dei 500 mila decessi per parto avvengono nei Paesi in via di sviluppo. Le disuguaglianze sanitarie tra le donne sono evidenti non solo tra Paesi diversi, ma anche tra differenti classi sociali all’interno dello stesso Paese: fattori sociali ed economici come l’accesso all’educazione, il benessere domestico e il luogo di residenza, influenzano fortemente la salute della donna.

Links
Rassegna di Astrid on-line: http://www.astrid-online.it/rassegna/
Astrid (Associazione per gli Studi e le ricerche sulla Riforma delle Istituzioni Democratiche e sull’innovazione nelle amministrazioni pubbliche, presidente Franco Bassanini) è una Fondazione costituita il 28 maggio 2009, sull’esperienza dell’Associazione fondata nel 2001 da studiosi di varia estrazione politica e culturale, da parlamentari ed esponenti politici, e da dirigenti delle pubbliche amministrazioni, da tempo impegnati nella progettazione e implementazione delle riforme istituzionali e amministrative. Rassegna di Astrid on-line è la rivista elettronica quindicinale sui problemi delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche nella quale sono riprodotti ogni quindici giorni saggi, studi, relazioni, documenti, testi normativi, indagini e ricerche accessibili a tutti (dunque non coperti da password).

Dalla Rassegna n. 104 del 4 dicembre 2009.
Uno studio di Grazia Labate e Andrea Tardiola su: “La sanità integrativa in Italia”, con un’analisi della normativa e delle prospettive di sviluppo. http://www.astrid-online.it/rassegna/04-12-2009/Labate_Tardiola_Sanit--integrativa_11_11_09.pdf

Da “Lavoce.it”
Per la sanità è tempo di scelte strategiche di Francesco Longo e Stefano Tasselli.
La sanità italiana ha un milione di addetti, rappresenta una quota importante del Pil e si segnala per livelli di complessità organizzativa e innovazione tecnologica ben superiori ad altri settori economici. Eppure di rado è vista come volano di sviluppo dell’economia. Perché deve risolvere alcune questioni fondamentali: frammentarietà del sistema di welfare socio-sanitario, federalismo, ambiti di autonomia del management. Sono temi che chiamano in causa in particolare i decisori politici regionali. Leggi l’articolo:
http://www.lavoce.info/binary/la_voce/articoli/cache_pdf/PER-LA-SANIT-C-TEMPO-DI-SCELTE-STRATEGICHE-1001531.pdf
 

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