Block Notes n. 5, marzo 2010


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Rapporto Aiop 2009. Qualità e crescita dopo il sorpasso del 2008
Rapporto Censis. Il “caro-salute” degli italiani
Relazione sullo stato sanitario del Paese
Conto annuale 2008. Nel Ssn più operatori a tempo indeterminato
Fondo sociale, 142 miliardi
Trapianti, il Nord è generoso
Paesi più ricchi se l’assistenza è equa
I passi in più per far decollare i fondi integrativi
Medicina generale: 11 Paesi allo specchio
Corte dei conti. Dove si annida la corruzione

2. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Documento sindacati medici a candidati Presidenti di Regione
Cure palliative: Parlamento approva la legge
Fondo Nazionale per le Politiche Sociali
Indagini Auser: gli anziani italiani sempre più poveri ed indebitati

Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 45, dell’1-7 dicembre 2009
Rapporto Aiop 2009. Qualità e crescita dopo il sorpasso del 2008.
Il 7° Rapporto Aiop “Ospedali e salute 2009” analizza soprattutto tre argomenti: il confronto tra costi degli ospedali pubblici e privati; la tenuta del sistema pubblico-privato in termini di qualità delle prestazioni erogate; la centralità del paziente. Il Rapporto utilizza tre specifici indici per descrivere la fenomenologia del sistema misto pubblico-privato in evoluzione. Il primo indice, costruito da cinque componenti quantitative ed una qualitativa, misura il consolidamento nel tempo del peso dell’offerta privata accreditata. Il dato del 2009 evidenzia una crescita di questo indice, che passa da 203,3 del 2004 a 215,3 del 2009; dalle singole componenti emerge che l’ospedalità privata accreditata rappresenta il 45,6% degli ospedali italiani, il 21,6% dei p.l. totali, il 116,2% dei degenti totali, il 18,3% delle giornate di degenza. Il peso medio delle prestazioni fornite dal privato è progressivamente aumentato: il rapporto tra peso medio delle prestazioni effettuate presso gli ospedali privati e peso medio corrispondente degli ospedali pubblici è passato dal 96,6 del 2004 al 101,7 del 2009, mentre l’incidenza della spesa corrente accreditata sul totale della spesa ospedaliera pubblica è passata dall’8,9% del 1999 al 7,8% del 2004, al 7,5% del 2008. Se si considerano poi i 6 Drg di alta specialità, già nel 2006 l’incidenza media risultava più elevata per gli accreditati per gli interventi sulle valvole cardiache con cateterismo, per il by-pass coronario e più in generale per gli altri interventi sul sistema cardiovascolare. Tra il 2005 ed il 2007 la performance complessiva migliora ulteriormente: cresce la qualità delle prestazioni ospedaliere sia per gli ospedali pubblici, sia per quelli privati; nel 2007 i privati confermano una qualità più elevata per quasi tutti i Drg di alta specialità rispetto ai pubblici. Se nel 2005 l’incidenza media delle prestazioni di alta qualità registrava valori sovrapponibili nel pubblico (15,15) e nel privato (15,08), nel 2007 si consolida il sorpasso del privato, con 19,32 nel privato e 18,78 nel pubblico.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 46, dell’8-14 dicembre 2009
Rapporto Censis. Il “caro-salute” degli italiani.
La salute in Italia costa sempre di più,ma gli italiani rischiano di pagare un conto diverso a seconda della regione in cui vivono. Nel suo 43° Rapporto annuale il Censis avverte che nell’”anno della crisi” emerge una crescita delle spese per la salute, soprattutto per chi vive con stipendi più bassi. A fronte della metà degli italiani che hanno lasciato invariate le loro spese sanitarie, una quota quasi corrispondente le ha aumentate, di molto l’11%, abbastanza il 27,5% e poco l’8,3%, anche perché la spesa sanitaria appare “poco comprimibile”. E sono proprio coloro che si collocano nelle fasce di reddito più basse a dichiarare l’incremento maggiore di spesa. Si delinea quindi un “quadro problematico”, in cui gli effetti della crisi economica si intrecciano con le ricadute degli interventi di razionalizzazione della spesa sanitaria pubblica. La percezione dell’aumento della spesa si riscontra anche per le prestazioni a carico del Ssn, per le quali è prevista la compartecipazione dei cittadini. Un terzo dei cittadini indica la causa dell’aumento della spesa nell’aumento dei ticket per farmaci e diagnostica, il 28% nell’aumento delle spese per analisi e radiografie a pagamento, il 29% per il dentista, il 31% per i farmaci senza ricetta, il 35% per le visite specialistiche a pagamento. Quasi il 40% degli intervistati di reddito basso dichiara di essere stato costretto a rinunciare per motivi economici a prestazioni sanitarie, mentre il 38% ha ridotto l’acquisto di farmaci a pagamento. Il 52% degli intervistati a reddito basso ed il 43% di quelli a reddito medio-basso si sono “rassegnati” alla lunghezza delle liste di attesa, senza poter ricorrere alla sanità privata.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 47, del 15-21 dicembre 2009
Relazione sullo stato sanitario del Paese.
Si vive più a lungo e meglio, anche se si continua a morire per cause evitabili: malattie del sistema cardiocircolatorio e tumori ed un italiano su dieci vive con una patologia cronica. Dalla relazione sullo stato sanitario del Paese 2007-08, che descrive i diversi aspetti della sanità italiana, dal quadro generale ai determinanti di salute, dalle risposte del Ssn alle problematiche emergenti, emergono due messaggi forti: la necessità di spostare definitivamente il baricentro dei servizi dall’ospedale al territorio e di abbattere il divario Nord-Sud. Al 1° gennaio 2009 la popolazione residente aveva superato i 60 mil. di cui 4 mil. stranieri (il 6,5%); è una popolazione sempre più anziana: l’indice di vecchiaia (rapporto tra over 65 e under 15) è pari al 143% e la speranza di vita è salito a 78,4 anni per gli uomini e 84 per le donne (2006) dei quali sono vissuti “bene” rispettivamente 51,6 e 54,5 anni. Si confermano i due “big killer” le malattie del sistema cardiocircolatorio ed i tumori, che da soli causano tre morti su quattro. Ben un decesso su cinque, nonostante la mortalità evitabile sia in costante diminuzione, potrebbe essere scongiurato (dati 2002). Sotto accusa gli stili di vita sbagliati, alla base di patologie emergenti come l’obesità ed il diabete. Nel 2002 i decessi attribuibili a inattività fisica sono stati il 5% del totale, mentre l’assenza di moto comporterebbe una perdita di 3,1 anni di vita. La mortalità infantile continua a decrescere tra il 2001 ed il 2006, con una riduzione del 19% per i maschi e del 31% per le femmine. Per affrontare l’emergenza disabilità tra gli anziani il punto di partenza è il territorio, con punti unici di accesso e Unità di valutazione multidimensionale, per una presa in carico globale.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 45, del 22-28 dicembre 2009
Conto annuale 2008. Nel Ssn più operatori a tempo indeterminato.
Dal “Conto annuale 2008” della Ragionerai generale dello Stato risulta che nel Ssn nel 2008 il personale è aumentato dell’1,14% rispetto al 2007 (+9.153 unità su un totale di 689.939 dipendenti, di cui 433.185 donne); contemporaneamente sono diminuiti gli addetti a tempo determinato ed i “contrattisti”. I medici (112.137, di cui 40.257 donne) aumentano di 1.656 unità, pari ad un +1,11%; diminuiscono solo i primari in esclusiva (-0,57%) ed i dirigenti a tempo determinato (-14,5%). I veterinari (5.787, di cui 956 donne) si riducono dello 0,05%, mentre gli odontoiatri, già scarsi (154, di cui 39 donne) si riducono dell’1,91%. Tra il personale infermieristico (275.749, di cui 211.336 donne), in assoluto il più numeroso del Ssn, l’aumento è contenuto nel +0,96%, ma crescono gli infermieri dei livelli superiori, mentre si riducono quelli di tutti gli altri livelli. Aumentano dell’1,38% i direttori generali (310, di cui 26 donne) e soprattutto i direttori sanitari (299), ma si riducono (-3,33%) i direttori dei servizi sociali, già scarsi numericamente (da 64 nel 2007 sono 58 nel 2008) nelle aziende del Ssn.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 1, del 12-18 gennaio 2010
Fondo sociale, 142 miliardi.
Taglio di 150 mil. (il 25%) ai finanziamenti destinati alle regioni per le politiche sociali. Varato dal ministero del welfare il decreto di riparto del Fondo nazionale delle politiche sociali per il 2009: a disposizione ci sono 1.420 mil. di euro (contro i 1.464 mil. del 2008) da dividere in tre voci: 842 mil. per gli interventi “costituenti diritti soggettivi”, 518 mil. per le somme destinate alle Regioni e 60 mil. al Ministero. Lo stanziamento di 842 mil. (in crescita rispetto ai 766 del 2008) riguarda il finanziamento di più interventi: dagli assegni di maternità a quelli ai nuclei familiari; dalle agevolazioni ai genitori di persone con handicap grave fino alle indennità a favore dei lavoratori affetti da talassemia. Le Regioni, peri loro interventi sul fronte dell’assistenza sociale subiscono invece una sforbiciata: per il 2009 hanno a disposizione 518 mil. contro i 656 del 2008 (-25%).

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 2, del 19-25 gennaio 2010
Trapianti, il Nord è generoso.
Presentati i risultati 2009 del Nord Italia Transplant Program (Nitp), che riunisce Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Friuli VG e PA di Trento ed insieme ad altre due associazioni, Airt (associazione interregionale trapianti) e Ocst (Organizzazione Centro Sud Trapianti) fa parte della rete nazionale trapianti. Positivo il bilancio dell’attività: al 30 novembre del 2009 in Italia sono stati segnalati 1.265 donatori (1.201 nel 2008) con un’opposizione al prelievo passata dal 32,6% del 2008 al 30,5% del 2009; i trapianti effettuati sono stati 3.163 (2.932 nel 2008). Le liste d’attesa contano 9.366 pazienti; molti pazienti in lista di attesa per trapianto salvavita decedono durante l’attesa: per il cuore l’8,2%, per il fegato il 5,1% e per il polmone l’11,7%. Nel caso del Nitp dal 1972 al 2009 sono stati utilizzati 7.875 donatori ed effettuati 24.775 trapianti (13.657 di rene, 615 di rene-pancreas, 4.161 di cuore, 792 di polmoni e 5.550 di fegato). I pazienti in lista sono 3.738 (2.461 di rene, 147 di rene-pancreas, 497 di fegato, 457 di cuore e 176 di polmoni). La Lombardia, con 25,2 donatori utilizzati per milione di abitanti (le opposizioni al prelievo si attestano al 23%), si colloca tra le regioni italiane più attive, con Friuli VG, Marche e PA di Trento. Ottima la sopravvivenza degli organi e dei pazienti trapiantati, che, a cinque anni, è pari all’86% per il rene, 80% per il cuore, 75% per il fegato e 56% per il polmone.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 3, del 26 gennaio-1 febbraio 2010
Paesi più ricchi se l’assistenza è equa.
La lotta contro le disuguaglianze nel campo della salute, oltre a migliorare il livello di giustizia sociale, contribuisce alla crescita della produttività e dell’economia, nel lungo termine. E’ quanto sostiene lo studio “Determine” sulle determinanti socio-economiche della salute, finanziato dall’Unione Europea. Secondo il rapporto esistono prove evidenti che gli interventi contro i divari in salute nei Paesi sviluppati hanno avuto ripercussioni positive sull’economia. Diventa quindi fondamentale premere sulle autorità politiche perché investano in progetti finalizzati a colmare il gap. Investimenti mirati a risolvere le disuguaglianze nella salute, attraverso interventi sulle determinanti sociali, risultano più efficaci in termini di costi rispetto alle azioni attuate per porre rimedio alle conseguenze di questi divari. Attualmente esistono ampie differenze nel livello di salute della popolazione sia all’interno dei singoli Paesi membri dell’Ue, che tra gli Stati stessi. Disuguaglianze che portano a variazioni nell’aspettativa di vita che raggiungono gli 8 anni per le donne e i 14 anni per gli uomini. Tra i fattori che incidono maggiormente ci sono il reddito, l’educazione, le condizioni di lavoro, i comportamenti (fumo, alcol) ed il tipo di accesso alle cure sanitarie. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio europeo dell’Oms “The european halth report 2009” esistono in Europa significative differenze tra le aree rurali ed urbane, tra le diverse etnie e tra i membri di diverso status socio-economico nei singoli Paesi, oltre alle differenze tra gli stati più ricchi e quelli meno sviluppati, differenze che si manifestano non solo nell’aspettativa di vita, ma anche nel numero di anni vissuti in buona salute, nella prevalenza di malattie non trasmissibili e nella morbilità. Diventa quindi fondamentale, secondo l’Oms potenziare gli investimenti sulla salute in questo momento di crisi, mentre molti paesi stanno invece tagliando la spesa pubblica.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 4, del 2-8 febbraio 2010
I passi in più per far decollare i fondi integrativi.
E’ evidente che per garantire la sostenibilità finanziaria dell’intero sistema dell’assistenza pubblica è necessario introdurre forme di finanziamento aggiuntive rispetto a quelle pubbliche, con lo sviluppo dei fondi integrativi sanitari e socio-sanitari. La spesa sociale e socio-sanitaria è destinata ad aumentare esponenzialmente nei prossimi decenni, a causa dell’aumento di persone non autosufficienti. Secondo uno studio di Beltrametti le persone non autosufficienti passerebbero da 1.740.000 del 2010 a 3.200.000 nel 2050, con un incremento dell’80%. Il problema è stato affrontato in alcuni Paesi con l’istituzione di fondi dedicati: in Germania dal 1995, nei Paesi bassi nel 1968, in Francia nel 2002. In Italia invece manca un fondo obbligatorio e le risorse pubbliche sono ampiamente insufficienti; i costi per l’assistenza gravano quindi sulle famiglie; in questo ambito i fondi integrativi possono svolgere un ruolo importante. Il recente DM del 16 gennaio 2010 sulla “Modifica al decreto 31 marzo 2008, riguardante i Fondi sanitari integrativi del Ssn”, che rappresenta un passaggio fondamentale per lo sviluppo del secondo pilastro del Ssn, orienta una quota vincolata del 20% delle risorse dei fondi che intendono accedere alle agevolazioni fiscali verso la non autosufficienza, oltre alla copertura delle spese odontoiatriche. In tal modo si intende obbligare i fondi a farsi carico della copertura di almeno una parte delle spese necessarie a fronteggiare uno stato di non autosufficienza e disabilità, favorendo così il collegamento tra i settori sanitario e socio-sanitario. Per fare questo sarà necessario completare il quadro normativo ed inserire i fondi nelle politiche di contrattazione sindacale.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 5, del 9-15 febbraio 2010
Medicina generale: 11 Paesi allo specchio.
Le cure primarie avanzano in tutto l’Occidente, complici le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e le sfide legate all’aumento dei malati cronici, ma le risposte sono spesso molto diverse e riflettono le impostazioni dei sistemi sanitari, gli investimenti nel settore dell’assistenza di base, le scommesse per il futuro. L’Italia vanta una rete capillare di”generalisti” e pediatri di libera scelta, pronti a curare in tempo reale i propri assistiti e sufficientemente informatizzati, a differenza degli Usa, dove l’assistenza primaria è nelle mani degli internisti e dei pediatri. Sconta però tante carenze organizzative: la burocrazia, la resistenza a lavorare in gruppo, le liste di attesa per la specialistica e la diagnostica, l’assenza di criteri per valutare le performance. Il confronto è contenuto in un’indagine del Commonwealth Fund, fondazione privata statunitense impegnata a promuovere una sanità di qualità, che ha inviato un questionario a 10.320 dottori di 11 Paesi: Australia, Canada, Francia, Italia, Germania, Olanda, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati uniti e Svezia, con l’obiettivo di rilevare il livello di informatizzazione delle cure primarie, l’esistenza di barriere all’accesso e la presenza di sistemi di misurazione della qualità dei servizi. Il 94% dei Mmg italiani dichiara di usare la cartella clinica elettronica rispetto al 50% di canadesi e statunitensi; solo la metà degli italiani accede però via PC agli esiti degli esami dei pazienti, contro il 90% dei norvegesi, degli australiani, dei neozelandesi e degli svedesi. Le difficoltà di accesso alle cure esistono: negli stati uniti sono legate alle restrizioni della copertura assicurativa, in Italia, Germania e Svezia alle liste di attesa per accedere alle visite specialistiche; gli italiani, dopo gli statunitensi (58%) segnalano più frequentemente (37%) difficoltà dei propri assistiti a pagare le terapie di tasca propria. La vera emergenza è però la cronicità, che assorbe una quota crescente dell’attività dei Mmg. Il lavoro di staff per gestire pazienti cronici si impone ovunque, tranne che in Francia (11%); indietro anche Italia (54%) e Canada (52%).

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 6, del 16-22 febbraio 2010
Corte dei conti. Dove si annida la corruzione.
Appalti tagliati su misura per concorrenti unici, protesi scadenti impiantate ai non raccomandati: l’intreccio tra politica e affari e l’uso del potere pubblico per fini privati affiorano periodicamente. La Corte dei conti nel suo rendiconto generale dello stato per il 2008 segnala che i settori della Pa maggiormente colpiti sono quelli della sanità, delle assunzioni del personale, della concessione dei finanziamenti e quello degli appalti pubblici. In materia di appalti, un corpus normativo di più di 600 disposizioni, pur improntato alla cultura del sospetto, non impediscono patti tra imprese, appalti spartiti preventivamente, oppure assegnati agli amici, nel rispetto di tutti i garantismi procedurali. Alcuni istituti previsti dall’ordinamento, quali l’associazione temporanea di imprese, possono addirittura favorire il crearsi di “associazioni a delinquere”. Oggi le distorsioni riguardano non tanto la fase di assegnazione dell’appalto, quanto quella precedente, con la definizione di bandi di gara pilotati e quella a valle attraverso una sua carente esecuzione o, in alcune situazioni, mediante condizionamenti da parte della criminalità organizzata nel reclutamento del personale o l’acquisizione dei materiali. Osservatorio privilegiato dei fenomeni di corruttela dovrebbe essere il “Servizio anticorruzione e trasparenza” presso il dipartimento della funzione Pubblica, con il compito di compiere studi, indagini conoscitive, di monitorare la spesa pubblica e di emanare linee-guida in materia. Il primo rapporto del Saet trasmesso al Parlamento nel febbraio 2009 evidenzia come le più frequenti patologie emerse attengono ai reati di indebita percezione di erogazione ai danni dello Stato e di truffa. Una seconda rilevante categoria di danno riguarda opere o servizi incompiuti, a causa di una inadeguata analisi di fattibilità. Nel settore delle forniture si segnalano acquisti di beni senza verificarne l’utilità o, in ambito sanitario, acquisti non autorizzati di apparecchiature medicali.

Dalle Agenzie di stampa nazionali
Dalla Conferenza delle Regioni: http://www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1533 del 9 marzo 2010.
Documento sindacati medici a candidati Presidenti di Regione.
Centinaia di medici hanno manifestato il 9 marzo a Roma sotto il palazzo sede della Conferenza delle Regioni per chiedere a politica e istituzioni di prendersi impegni concreti per salvare il sistema sanitario nazionale. La protesta unisce tutte le sigle sindacali della dirigenza medica e ha già toccato Milano e Napoli. I camici bianchi consegnano a tutti i candidati alle prossime elezioni regionali un documento da sottoscrivere e da portare avanti una volta eletti. Tra gli impegni che si devono assumere i futuri Presidenti di regione lo stop a tagli indiscriminati di servizi e di personale, così come alla ‘rottamazione’ dei dirigenti e la richiesta di un percorso di stabilizzazione per i precari.

Regioni.it n. 1534 del 10 marzo 2010.
Cure palliative: Parlamento approva la legge.
Con 476 voti a favore e due astensioni l’Aula della Camera ha definitivamente approvato la legge sulle cure palliative e sulle terapie del dolore. Il via libera e’ stato dato il 9 marzo praticamente all’unanimità: fra le astensioni quella della deputata Ileana Argentin (PD), che ha lamentato la scarsa copertura economica della legge. Con l’approvazione del provvedimento, l’Italia sarà il primo Paese europeo a garantire le cure palliative anche ai bambini. Obiettivo della legge e’ quello di creare una rete di hospice e strutture, partendo da quelle già esistenti sul territorio. Nel provvedimento, inoltre, importanti novità per la prescrizione dei farmaci antidolore, tra cui gli oppiacei: i medicinali diventano piu’ facili da prescrivere e il ricettario ordinario che prende il posto di quello speciale per oppioidi e cannabinoidi. Le Regioni sono chiamate ad adeguare i propri Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) con criteri uniformi su tutto il territorio nazionale. Creato un fondo, cui potranno attingere, per 150 milioni di euro per il triennio. Il testo della Legge – che nei prossimi giorni dovrà essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale – è disponibile nella sezione “InParlamento” del sito www.regioni.it.
Il link è: http://www.regioni.it/mhonarc/details_misc.aspx?id=48066.

Newsletter del “Centro Maderna” http://www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 26.2.2010 Accesso all’informazione: anziani e disabili discriminati nell’Unione europea. Progetto DNA per le Demenze non Alzheimer. Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.

Fondo Nazionale per le Politiche Sociali. (Centro Maderna)
E stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2010 il Decreto Interministeriale del 25 novembre 2009, relativo al riparto del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (FNPS) per l’anno 2009. Questo Fondo costituisce la fonte nazionale di finanziamento specifico degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, cos come previsto dalla legge quadro di riforma del settore, la legge 328/2000. Il Fondo Sociale va a finanziare un sistema articolato di Piani Sociali Regionali e Piani Sociali di Zona che descrivono, per ciascun territorio, una rete integrata di servizi alla persona rivolti all’inclusione dei soggetti in difficoltà, o comunque all’innalzamento del livello di qualità della vita. Il Decreto pubblicato ieri ripartisce le risorse per l’anno 2009, che ammontano a euro 1.420.580.157,00. (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 22 febbraio 2010)

Indice della Newsletter del 5.3.2010 Anziani e badanti. Indagini Auser: gli anziani italiani sempre più poveri ed indebitati. I videogiochi contro la depressione. Lo Shiatzu come strumento per le Cure Palliative. Una nuova pubblicazione sui gruppi di automutuo aiuto per caregiver.

Indagini Auser: gli anziani italiani sempre pi poveri ed indebitati. (Centro Maderna)
Presentate ieri a Roma le nuove indagini Auser Condizioni sociali degli anziani ed Enti locali e Terzo Settore che hanno evidenziato come la fascia della terza età in Italia sia sempre pi povera ed indebitata, spesso costretta a ricorrere a prestiti di familiari e conoscenti, ma non solo. La Banca d’Italia conferma infatti che le famiglie anziane con capofamiglia over 64 e quasi anziane con capofamiglia di età compresa tra i 55 e i 64 anni, risultano quelle con il debito per beni di consumo pi elevato, rispettivamente dell’11,9% e del 13,8%. Anche i consumi mensili confermano il peggioramento delle condizioni degli anziani: negli ultimi 6 anni (2003-2008) la spesa media mensile di un anziano che vive solo cresciuta solo nei costi per l’abitazione e l’energia (+1,1%) e dei trasporti (+1%); al contrario, i single over65 hanno limitato le spese essenziali come quelle per l’alimentazione riducendole dell’ 1,4%, dell’abbigliamento e delle calzature (-0,5%). Tutto ci, a fronte di una crescita, in sei anni, della spesa media mensile di circa 244 euro. In questo contesto, sottolinea l’Auser, il sistema pensionistico rafforza ulteriormente le condizioni di disagio, ponendosi come “il regno della disuguaglianza”, soprattutto nel Sud, dove sia le forti differenze nei trattamenti salariali e previdenziali dei lavoratori dipendenti privati e autonomi, sia il fenomeno del lavoro sommerso, hanno pesato negativamente sul rendimento delle pensioni e anche in termini di copertura del sistema di protezione sociale. Secondo l’indagine Enti locali e Terzo Settore poi, non molto pi rosea risultata la situazione dei comuni Italiani, che trovandosi costretti a tagliare le spese proprio nel momento in cui la domanda ed il bisogno sociale si trovano in costante incremento, affidano sempre pi la gestione dei servizi sociali al Terzo Settore, con regole e criteri di affidamento piuttosto perfettibili perchè ancora incerti e poco trasparenti.
Per maggiori informazioni: http://www.auser.it/comunicati/03_03_10.htm
 

Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies