Report oms 2008. un futuro di cure primarie.

fonte: “Sole 24 ore Sanità”

n. 41 del 21-27 ottobre2008

Si stava meglio 30 anni fa. A distanza di 30 anni dalla Conferenza di Alma Ata sull’assistenza sanitaria di base, la situazione sanitaria è caratterizzata da grande specializzazione, alte tecnologie e da altrettanto enormi sperequazioni nell’accesso alla salute. A lanciare l’allarme è intervenuto il World Health Report 2008 dell’Oms, dal titolo “Primary health care. Now more than ever”, che significa che oggi più che mai c’è bisogno di accelerare sulle cure primarie, garantendo a tutti l’accesso all’assistenza sanitaria. Riposizionarsi sulle cure di base sarebbe l’antidoto tuttora valido per combattere le tante inefficienze che hanno determinato una vera emergenza nell’accesso alle cure: il divario tra la speranza di vita nei Paesi più ricchi e quelli più poveri supera ormai i 40 anni. Le spese pubbliche per la salute oscillano da 20 dollari all’anno pro-capite a oltre 6mila dollari, mentre 100 milioni di individui scendono al di sotto della soglia di povertà, schiacciati dalle spese sanitarie. In trent’anni il mondo ha sicuramente fatto progressi, ma in generale le disuguaglianze in materia di cure sanitarie e di accesso alle stesse sono molto più grandi oggi di quanto non lo fossero nel 1978 e molti sistemi sanitari hanno perso di vista i loro obiettivi, cioè un giusto accesso alle cure, la capacità di investire con saggezza le risorse e di andare incontro alle richieste delle persone, soprattutto quelle più povere e marginalizzate. Da qui il richiamo a ricentrare l’organizzazione dell’assistenza sull’approccio olistico di Alma Ata, che significa anche mirare alla prevenzione , attuando politiche che permetterebbero di ridurre il carico mondiale delle malattie di circa il 70%.

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