l'Unità 10 novembre 2011

Sabato a Milano «Riprendiamoci il campo», per chiedere una fase del tutto nuova, nella forma e nei contenuti, della politica italiana. La Cgil: «Il fronte è allargato a tutta la società civile». Pisapia:«Ci vuole l’impegno di tutti».

10/11/2011 | Unità |

«È l’ora della svolta» Milano chiama l’Italia in piazza

Una manifestazione decisa qualche settimana fa, ma che oggi, a dimissioni che Berlusconi al momento ha solo annunciato, assume anche più significato e valore. L’appuntamento è a Milano sabato 12, il titolo programmatico è «Riprendiamoci il campo», un appello lanciato da un cartello di oltre sessanta intellettuali e personalità del mondo culturale, delle istituzioni, dello spettacolo, del sindacato e della società civile che in queste ore stanno raccogliendo adesioni (che stanno arrivando a decine, mentre si vanno organizzando pullman e treni dalle province lombarde) tra «tutti coloro che vogliono bene all’Italia, e non smettono di indignarsi di fronte al degrado e alla negazione di futuro cui siamo condannati da un governo screditato nel mondo e che ha fallito in Italia ». Tra questi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: «Ho sempre parlato - dice - di cittadinanza attiva, di mobilitazione da parte di tutti, di impegno civile e politico: è il momento di scendere in piazza, e riprenderci il campo». Per tutta la Lombardia, e ovviamente per chiunque intenda partecipare, il ritrovo sarà alle 14,30 ai Bastioni di Porta Venezia per poi dirigersi in corteo fino in piazza Castello, dove parleranno alcuni dei promotori, perlopiù leggendo testi della Costituzione.

IL FRONTE SI ALLARGA

Come dice Nino Baseotto, segretario della Cgil lombarda, tra i promotori: «Dopo le dimissioni, la politica deve segnare una forte discontinuità con quanto è stato finora. Su questo, non c’è la sola Cgil, ma il fronte è allargato a cattolici, laici, professionisti, lavoratori dello spettacolo, docenti universitari, sindacalisti». Anche il Pd lombardo ha dato la propria adesione. Assunta Sarlo, per i movimenti «Usciamo dal silenzio» e «Se non oraquando?», chiede politiche centrate sulla questione del lavoro, in un Paese dove un giovane su tre e una donna su due non hanno un’occupazione. E il giornalista GadLerner ricorda: «Nonso se sabato il governo sarà ancora in carica, ma so per certo che resta aperto il tema della giustizia sociale, della redistribuzione della ricchezza, e quello più volte evocato di dare un futuro ai giovani». «La politica - riprende Baseotto - deve tornare a dirigere il Paese. Questa piazza rifiuta la tentazione dell’antipolitica».

ROPOSTE ARTICOLATE

Il programma della manifestazione, come da manifesto, è chiaro: l’Italia deve ripartire, voltare pagina, rinsaldare i capisaldi della convivenza civile. Ha bisogno di una diversa politica economica e sociale e di riscoprire l’etica della responsabilità pubblica e dell’azione di governo. In questo contesto, per la gravità della situazione in cui versa il nostro Paese, continua il manifesto, pensiamo che sia necessario mettere in campo un nuovo protagonismo civile. Con proposte articolate: una diversa politica economica che incentivi la ripresa e l’occupazione, innanzitutto, promuovendo coerenti politiche industriali e terziarie, investendo risorse pubbliche e private su ricerca, formazione, scuola e università. Politiche che coniughino lavoro e formazione: nel sostenere la centralità del lavoro nelle sue diverse declinazioni (manuale, tecnico, professionale ed intellettuale), è condizione necessaria rilanciare un sistema di formazione continua e qualificata. Tra le proposte, anche la definizione di due progetti prioritari per lo sviluppo del Paese: un piano straordinario per l’occupazione giovanile ed uno per il Mezzogiorno, perchè giovani e Mezzogiorno devono diventare risorse fondamentali per il futuro dell’Italia. Il rilancio di una politica di sostegno della cultura e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale. Un welfare rinnovato e più efficiente, e un sistema fiscale che torni ad essere fondato sul principio della progressività e dell’equità, anche attraverso un’imposta sui grandi patrimoni. È possibile aderire e scaricare il materiale sul sito www.riprendiamociilcampo. it  ❖

Laura Matteucci

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