Corriere della Sera 13 novembre 2011 www.corriere.it

Protesta In migliaia alla manifestazione del sindacato
Cgil in piazza contro la crisi «Cambiare politica economica»

Lo slogan Tra Porta Venezia e piazza Castello al grido di «Riprendiamoci il campo» Il simbolo Tutti avevano in mano un cartellino rosso per «espellere» il premier

Potrebbe essere stata l' ultima manifestazione con Silvio Berlusconi seduto sulla poltrona di primo ministro. E tanto è bastato per rendere euforici i partecipanti. Al grido di «Riprendiamoci il campo», infatti, ieri sono scese in piazza oltre quattro mila persone per il corteo partito da Porta Venezia, organizzato dalla Cgil. Tutti con in mano un cartellino rosso, per espellere metaforicamente il governo uscente. Tra i manifestanti anche il sindaco, Giuliano Pisapia, il premio Nobel Dario Fo, Gad Lerner, Moni Ovadia, Roberto Vecchioni, il pd Maurizio Martina e i segretari della Camera del Lavoro e della Cgil lombarda, Onorio Rosati e Nino Baseotto. Quest' ultimo ha spiegato: «Vogliamo mettere fuori gioco chi ha fallito nel governo del Paese. Serve discontinuità nelle scelte politiche ed economiche per l' Italia». Sulla stessa linea le dichiarazioni del sindaco della città, al suo arrivo in via Palestro: «Milano è già entrata in campo sconfiggendo il centrodestra. Ora dobbiamo riprenderci il campo anche nel resto del Paese e ce la faremo». Dai manifestanti, intanto, arriva l' endorsement a Mario Monti: «Ha un profilo istituzionale, la giusta esperienza europea, credibilità e un vasto consenso» dicono. Opinioni condivise da Pisapia: «Se Monti sarà designato e riceverà la fiducia - sottolinea - escludo che si possa parlare di governo tecnico. Sarà un esecutivo politico che farà buona politica. Al contrario di Berlusconi che ha distrutto il Paese». Il corteo è poi proseguito tra le musiche del cantante Caparezza, le bandiere della Cgil, le rose tricolori e i simboli della pace, e si è concluso con un comizio in piazza Castello, dal cui palco Pisapia ha rilanciato: «Bisogna introdurre una legge sul conflitto di interessi e una nuova legge elettorale. Ma, prima di tutto, è necessario tutelare i soggetti più deboli. Serve responsabilità, per fare scelte non più procrastinabili come la patrimoniale, la lotta rigorosa all' evasione fiscale, il taglio dei parlamentari e dei costi della politica. E garantire un lavoro ai giovani». Tra i giovani, però, quelli che con Berlusconi al governo ci sono cresciuti, regna ancora la prudenza. C' è ancora chi non ci crede: «L' atmosfera è strana - dicono -, come se nessuno si rendesse conto che ce ne siamo, dopo 20 anni, finalmente liberati». Giacomo Valtolina

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