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'Se non ora quando?': Camusso, non abbassare lo sguardo, il futuro è nostro

Un'imponente e trasversale mobilitazione in Italia e nel mondo per rivendicare un Paese che rispetti le donne


13/02/2011 'Vogliamo un paese che rispetti le donne', questa la rivendicazione lanciata, oggi (13 febbario), dalle lavoratrici, studentesse, casalinghe italiane a tutta la società civile. E' questo lo slogan contenuto nello striscione che, calato dalla terrazza del Pincio, ha sovrastato una gremitissima Piazza del Popolo a Roma, e ha 'rimbalzato' in tutte le piazza italiane e di tutto il mondo. Da Napoli a Torino, da Milano a Cagliari, da Bari a Venezia, ma anche Parigi, Londra, Madrid, New York, Tokyo.

Un'imponente e trasversale giornata di mobilitazione promossa dalle donne del Comitato 13 febbraio “contro tutti coloro che vogliono violare i diritti delle donne” ha affermato Susanna Camusso, leader della CGIL, tra le prime firmatarie dell'appello 'Se non ora quando?'. Una situazione, quella femminile italiana, aggravata, secondo Camusso, da una politica condotta dal Governo contro le donne, “basti pensare - ha precisato - che il primo provvedimento è stato quello di cancellare la legge contro le dimissioni in bianco, usate per licenziare le lavoratrici incinte”.

E nel prendere la parola dal palco allestito in Piazza del Popolo a Roma che, il Segretario Generale della CGIL, lancia l'allarme: “la misura è colma! Se non ora quando?” perché, ha spiegato “la nostra serenità è non dover mai dire che siamo state zitte o non abbiamo visto” e perché, prosegue Camusso “non si pensi di poter cancellare la nostra intelligenza”. La leader della CGIL afferma “senza paura diciamo che il Paese che vorremmo è un paese che rispetta le donne, è cioè quello che rappresentiamo noi”.

Un elenco di ‘vorrei’, quello che Camusso ha portato in piazza oggi e che ha dedicato a tutte le manifestanti. Per prima cosa, la dirigente sindacale ha espresso il desiderio di “abbracciare simbolicamente” tutte le donne giovani e non “che lottano contro la precarietà e vogliono lavorare e non vogliono sentire su di loro quello sguardo che svilisce e offende”. Camusso ha continuato, “vorrei, che la giustizia fosse uguale per tutte e per tutti”, e ancora “vorrei che quando si parla di minorenni si pensasse allo studio, al gioco, al futuro”.

Rivolgendosi a chi definisce ‘puritane’ le donne, la numero uno di Corso d’Italia ha detto “vorrei che ricordassero i divieti che ci sono stati imposti: dalla fecondazione assistita alla pillola del giorno dopo”. Vorrei, ha proseguito la dirigente sindacale “che quando si dice sesso non si pensasse a un incarico politico, ma ad una relazione alla pari. Vorrei un paese con una sola morale - ha spiegato - perchè quella doppia offende e nasconde la nostra dignità”.

Un messaggio poi anche agli "amici" uomini, “vorrei - ha affermato Camusso - che abbiano la forza di dire: io non sono così, io non faccio così, non voglio essere complice”. Infine, il Segretario Generale parlando di libertà, democrazia, sesso, donne, futuro ha detto “vorrei fossero di nuovo parole pulite”. Nel concludere Camusso ha invitato tutte le donne a non abbassare lo sguardo perché “i nostri sono occhi limpidi. Farlo si può, perchè il futuro è nostro”.

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