Da lunedì parte la campagna sul lavoro femminile in stazioni e metrò

Misure non solo 90-60-90 Cgil rovescia la bellezza ideale

 la Repubblica Milano , 12 febbraio 2011

GAMBE lunghe, bellissimi fianchi, una splendida vita, misure ideali 90-60-90. Qualsiasi donna, da lunecli, potrà vedersi così. Effetto magico di un gioco di specchi montati su 12 totem rettangolari, di un metro per due, che da lunedì appariranno nelle stazioni ferroviarie di Cadoma, Garibaldi, Greco Pirelli e Bovisa. L'obiettivo? Trasformare qualunque donna in una «femminona perfetta», secondo ivalori convenzionali della pubblicità, ma aggiungerci la voce delle donne tradite dalla società dell'immagine.
Donne preoccupate del presente e del futuro. Chi si specchierà, infatti, vedrà stampati i numeri 90 60 90 ma leggerà ai piedi dello specchio lo slogan: «Il valore di una donna si misura su altri numeri». Firmato «donnechelavorano.it».
Lo stereotipo e la realtà. t questo che vuole ricordare la nuova campagna di comunicazione scelta dalla Cgil Lombardia sul tema del lavoro femminile. Non solo il gioco di specchi nelle stazioni ferroviarie. Schermi lcd appariranno anche nei corridoi delle metropolitane di Cadorna, Garibaldi, Cairoli, Cordusio, San Babila, Duomo, Loreto con la scritta: «90-60-90, il valore di una donna si misura su altri numeri». Quali? «Otto ore di lavoro al giorno, taglia 46;1000 euro al mese, 1 coppia, da 3 anni in Italia, 20 anni (poca esperienza); 49 anni (da ricollocare), 56 kg, 2 figli, 4 ore di lavoro pari timé, 6 camicie Bastirare, 6 mesi di maternità retribuita al 30%, 3 ospiti a cena, I ora di traffico ogni mattina». Operaie, mamme, impiegate, pensionate, casalinghe: ogni giorno le donne organizzano, risolvo¬no, inventano, ascoltano. Questo il messaggio. Quando il lavoro più grande delle donne «è essere se stesse. Il più difficile, farsi rispettare per ciò che valgono davvero».
Schermi, giochi di specchi. E volantini che ricorderanno come il lavoro è troppo spesso negato alle giovani donne in attesa di un figlio, che troppo spesso gli uomini sono avvantaggiati nella carriera. Il regista Piergiorgio Gay ha preparato anche un video-shock di denuncia in cui scorrono domande che sono state poste a donne durante alcuni colloqui di lavoro. tratto da esperienze e testimonianze reali.«Questa mobilitazione non solo coincide con l'attualità politica spiega ìl segretario della Cgil Lombardia, Nino Baseotto ma serve a riflettere sul lavoro come elemento centrale nella vita delle donne». In provincia di Milano solo il 46 per cento delle donne lavora. E troppo spesso «ha studiato più degli uomini, ma è pagata meno».
 

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