L’istat presenta la prima edizione di “100 statistiche per il paese”.

fonte: Da “ASI” n. 19, dell’8 maggio 2008


Con la prima edizione di “100 statistiche per il Paese” l’Istat aggiorna i dati sugli aspetti economici, sociali, demografici ed ambientali del nostro Paese, anche in rapporto con gli altri Paesi europei. L’Italia è il Paese più anziano d’Europa, la regione più vecchia è la Liguria, con 239 anziani ogni 100 giovani, la più giovane la Calabria, con 90. la vita media è di 84 anni per le donne e di 78,3 per gli uomini. Il 2006 ha visto, per la seconda volta dal ‘93, un lieve saldo positivo tra nati e morti (2.118 unità). Il tasso di mortalità infantile, data la correlazione negativa con le condizioni sanitarie, ambientali ed economiche, si può interpretare come espressione del livello di sviluppo e di benessere di un Paese; in Italia i più rilevanti progressi si sono avuti soprattutto rispetto a questo indicatore, che negli ultimi 10 anni si è ridotto del 50%, attestandosi nel 2004 sul 3,7 per 1.000. Nel 2005 la speranza di vita libera da disabilità per le persone di 15 anni è pari a 63,5 anni per le donne e a 60,5 anni per gli uomini. Il vantaggio delle donne sugli uomini è di tre anni, che diventano 5 in Trentino e 1 solo anno in Calabria. I tumori rappresentano la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, in genere la mortalità per tumori ha una forte caratterizzazione territoriale e vede le province del Sud in vantaggio, con tassi standardizzati più bassi, in una relazione sostanzialmente opposta a quella della mortalità per malattie del sistema cardiocircolatorio. Un’eccezione è data dalla provincia di Napoli, dove nel 2003 il tasso di mortalità per tumori (3 decessi ogni 1.000 abitanti) è stato superiore a quello medio nazionale (2,8); il valore più elevato si registra a Lodi (3,66) ed il più basso a Cosenza (2,12). La maggior parte delle province del Centro è sotto la media, mentre nel Nord-Est e Nord-Ovest la mortalità per tumori è particolarmente elevata, con livelli superiori del 10-12% in Friuli VG e Lombardia. Nel 2005 la spesa sanitaria più elevata pro-capite è stata raggiunta al Centro, la più bassa al Sud; considerando le sole prestazioni sanitarie, che assorbono il 94% della spesa, il 39% viene erogato da strutture private convenzionate; in Lombardia il 45%.

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