194, finalmente le risorse per la piena applicazione?

fonte: Da “Settegiorni PD Lombardia” Newsletter PD del Consiglio regionale lombardo

Newsletter n. 262 del 25 gennaio 2008.

Formigoni, come annunciato già da giorni, ha presentato martedì scorso con una conferenza stampa le Linee di attuazione operativa della legge 194 nelle strutture sanitarie lombarde con cui tra l’altro viene indicato in 22 settimane e 3 giorni il limite massimo per effettuare interruzioni di gravidanza terapeutiche. Contestualmente, ha previsto uno stanziamento straordinario di 8 milioni di euro che verranno erogati direttamente alle Asl lombarde e saranno riservati al rafforzamento delle attività offerte dai consultori familiari. Risorse queste destinate in particolare al potenziamento del numero degli operatori delle strutture pubbliche oltre a percorsi di formazione-aggiornamento. “Dopo anni - hanno dichiarato le consigliere del PD Fabrizio, Oriani e Valmaggi - in cui Formigoni ha di fatto lavorato per smantellare la rete pubblica dei consultori, oggi con questo provvedimento lascia intendere di volerla rilanciare con interventi consistenti, grazie anche agli strumenti che il Governo nazionale ha messo a disposizione delle Regioni e sui quali la Lombardia arriva con un certo ritardo”. “Il nostro auspicio - proseguono le esponenti del PD - è che questo atto rappresenti la volontà della Regione di svolgere finalmente il proprio compito, cioè quello di dare un reale sostegno alla donna nella scelta di una maternità libera e consapevole. Sulla carta infatti questo provvedimento sembra difficilmente contestabile, ma sull’applicazione che i singoli reparti ne daranno esiste il pericolo di strumentalizzazione. E su questo rischio terremo gli occhi ben aperti anche perché la tempestiva adesione di Formigoni alla moratoria sull’aborto proposta da Ferrara ci suggerisce di vigilare attentamente”. “Infine - concludono - chiediamo alla Giunta che, rispetto a una decisione così delicata e tanto più di fronte alla riduzione di circa 10 giorni dei termini per poter intervenire, vengano al più presto messe a disposizione risorse per aumentare il numero dei centri specializzati che effettuano esami di diagnostica prenatale e per permettere loro l’acquisto di macchinari ecografici all’avanguardia. Oggi infatti in Lombardia sono solo 13 e sono insufficienti a dare a tutte le donne la possibilità di accedere alle indagini prenatali più evolute. Solo così la scelta delle donne sarà veramente libera e incondizionata”.

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