Moratoria, no grazie. scegliamo un’altra strada.

fonte: Da “Settegiorni PD Lombardia” - Newsletter PD del Consiglio regionale lombardo.

Newsletter n. 266 del 22 febbraio 2008.

“…I diritti fondamentali delle donne includono il loro diritto ad avere il controllo e a decidere liberamente e responsabilmente circa la propria sessualità, inclusa la salute sessuale e riproduttiva, senza coercizione, discriminazione e violenza”. Così sanciva la Piattaforma d’azione siglata dai governi partecipanti alla Conferenza mondiale sulle Donne di Pechino nel 1995 ed è questa la citazione che apre l’ordine del giorno con cui il Pd, in Consiglio regionale, chiede un impegno reale per assicurare informazione, tutela, garanzie e sostegno alle donne in difficoltà. Proprio lo stesso giorno, martedì scorso, in cui nella nostra regione è stato presentato il Comitato a favore della moratoria sull’aborto. Al clima di tensione che si è venuto a creare negli ultimi giorni attorno a una delle scelte più drammatiche per la donna, il Pd risponde con proposte concrete: la promozione nelle scuole, attraverso l’educazione alla sessualità responsabile e consapevole, di campagne di informazione e di prevenzione tra le giovani e i giovani (l’unica fascia d’età, sotto i 18 anni, in cui il tasso di abortività è rimasto invariato dal 1982 ad oggi), la garanzia di accesso nei tempi utili alle indagini prenatali più evolute, il potenziamento dell’offerta dei servizi destinati alle donne straniere per informarle sul diritto universale alla salute come fondamento di una piena cittadinanza, gli interventi in favore della scelta genitoriale come il rafforzamento della rete dei servizi dedicati alla prima infanzia e la protezione e il sostegno alle madri, sole e non, che in presenza di condizioni economiche e sociali disagiate risultano essere le più a rischio di esclusione e isolamento. Proposte concrete, quindi, per una piena e migliore applicazione della legge 194 che è una legge civilmente avanzata, basata sul fondamento che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile; una legge che riconosce il valore sociale della maternità tenendo conto in modo equilibrato dei diritti della donna e del nascituro; una legge nata sia per rimuovere le cause dell’aborto sia per tutelare tutte quelle donne costrette ad affrontare un evento drammatico e traumatico, indipendentemente da idee, convinzioni e principi. E sono i risultati, a quasi 30 anni dalla sua introduzione, a rispondere alle polemiche e a confermarne la validità. E’ stata praticamente sconfitta la piaga dell’aborto clandestino e quindi la mortalità materna ad esso collegata, è stata tutelata maggiormente la salute delle donne e, soprattutto, il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza ha subito una drastica riduzione.

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