Rapporto oms. fumo: in italia muoiono 80.000 persone all’anno.

fonte: Newsletter Regioni.it n. 1091 del 21 febbraio 2008.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuovi dati sulle misure di controllo sul tabacco che mostrano come solo il 5% della popolazione mondiale viva in Paesi in grado di proteggerli dai rischi del fumo e si rivela che il denaro raccolto da tasse sul tabacco supera di 500 volte i finanziamenti per le campagne anti-tabacco. Al fine di contrastare la diffusione del tabacco l’OMS ha suggerito l’attuazione del MPOWER ovvero di 6 strategie per la prevenzione dei rischi derivanti dal tabacco: monitorare l’uso del tabacco e attuare politiche per la prevenzione; proteggere le persone dal fumo; offrire aiuto per smettere di usare il tabacco; avvertire sui pericoli derivanti; far rispettare i divieti di pubblicità, promozione e sponsorizzazione; aumentare le imposte sul tabacco. Il rapporto – si legge nella newsletter dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente toscana - è stato l’occasione di attuare il monitoraggio di tutti gli stati partecipanti alla Convenzione, ciò ha permesso di analizzare la situazione italiana dove il 28,3% degli uomini e il 16,2% delle donne over 14 fuma. Il consumo di sigarette a metà degli anni 80 aveva raggiunto il massimo del suo sviluppo e ora in Italia – secondo quanto riferisce l’Arpat - sono fumate 100.000 milioni di sigarette l’anno. In Italia, comunque, la percentuale di fumatori tra la popolazione adulta è del 22%, superiore a quella della Svizzera (20,7 %) ma inferiore a quella di altri Paesi europei come Grecia (48,2 %), Russia (43,4 %), Austria (40,7 %), ma anche Spagna (29,9 %) e Francia (27,1 %). La legislazione italiana include quasi tutte le misure preconizzate contro il tabagismo per proteggere la popolazione dall’esposizione al tabacco (divieto di fumo nei luoghi pubblici), ma è invece meno severa per il bando della pubblicità ed altre forme di promozione. Secondo l’Oms, l’imposta sul pacchetto di sigarette corrisponde al 58% del prezzo in Italia, una percentuale inferiore a quelle di Francia (64 %), Spagna (64 %), Gran Bretagna (63 %) e Germania (62%). L’Italia ha firmato ma non ha ancora ratificato la Convenzione internazionale di lotta contro il fumo, promossa dall’Oms.

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