Rapporto ocse. migliora lo stato di salute dei paesi più sviluppati.

fonte: Da “ASI” n. 1-2-3, del 3-17 gennaio 2008

Continua a migliorare, nel complesso, la salute dei Paesi più sviluppati: l’aumento del tenore di vita e dell’alfabetizzazione, il maggiore accesso ai servizi sanitari sono tutti fattori che svolgono un ruolo cruciale per l’aumento dell’aspettativa di vita e la diminuzione della mortalità infantile nei Paesi dell’Ocse. Cardiopatia ischemica e ictus rappresentano più di un quarto di tutti decessi nel 2004, con un’incidenza maggiore fra gli uomini rispetto alle donne. Bassi tassi di mortalità si registrano nei Paesi scandinavi, Islanda e Finlandia, grazie ad un’adeguata organizzazione dei servizi sanitari. I tumori rappresentano la seconda causa di morte, con un divario di genere dovuto sia ad una maggiore prevalenza di fattori di rischio tra gli uomini, sia ad una maggiore disponibilità delle donne all’uso di programmi di screening. Obesità e fumo sono le principali cause delle malattie cardiovascolari nelle società del benessere e colpiscono mortalmente il 38% dei cittadini. Gli obesi sono il 10% della popolazione italiana, contro una media Ocse del 14,6%; sono il 32% negli Usa, il 30% in Messico ed il 23% nel Regno Unito; in Giappone sono invece solo il 3%. A partire dal 2000 le politiche antifumo hanno fatto registrare una notevole flessione dei consumi in molti Paesi. Anche per l’alcol le limitazioni nella pubblicità, i controlli nelle vendite e l’elevata imposizione fiscale hanno abbattuto i consumi nei Paesi Nordici. Dal 1960 la spesa sanitaria nei Paesi Ocse è salita mediamente di 5 punti, attestandosi al 9% del Pil (ma è il 6% in Messico ed il 15,3% negli Usa), con una spesa media pro-capite di 2.759 dollari; la quota pubblica è mediamente pari al 73%; solo l’11% è destinato ai pazienti cronici. Nei Paesi Ocse la qualità dell’assistenza sta migliorando, contribuendo al miglioramento dello stato di salute dei cittadini, al contempo però la spesa sanitaria non è mai stata così alta. Questi Paesi si dimostrano efficienti nella cura delle fasi acute e carenti nella gestione delle malattie croniche.

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