Block Notes n. 14, giugno 2014

 
Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di M. Oliviero, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
Dalle agenzie di stampa regionali:
Verso il termine l’indagine regionale su stamina
Zero ticket sui farmaci? Si annuncia il flop
Maroni annuncia le linee guida per la riforma della sanità
Zero ticket? Un flop da 200mila euro
Stamina, indagine conoscitiva quasi conclusa
194: Maroni segua l’esempio di Zingaretti. Troppi ostacoli, la legge va applicata interamente
Il Pd chiede un tavolo di programmazione sulla salute mentale
Lombardia. Fragilità, assessore Famiglia: servono nuove misure
Lombardia. Ticket, assessorato salute: nostri cittadini pagano meno di altri
Lombardia. Maroni: libro bianco per sviluppo sanità
Lombardia. Malati cronici,più medicine con una sola ricetta
Lombardia. Salute, medici possono già prescrivere più farmaci con una ricetta in fase di aggiornamento tutti i software telematici
Le tendenze più recenti delle rette delle Rsa lombarde
Il silenzio assordante intorno al Fattore Famiglia Lombardo. Ascesa e veloce declino del FFL

1. Dalle agenzie di stampa regionali.
 Da “Settegiorni PD”, newsletter del gruppo PD al Consiglio regionale
È uscito il n. 271, del 30 maggio 2014.
Verso il termine l’indagine regionale su stamina.
Il direttore del Dipartimento bresciano parla in Commissione e svela di aver incontrato Vannoni nella sede della Direzione generale della Sanità lombarda. Il ruolo della Regione nella vicenda Stamina, sempre negato dall’assessore Mantovani, sta pian pian o emergendo. Il dottor Fulvio Porta, direttore del Dipartimento di Oncoematologia pediatrica e trapianto del midollo osseo pediatrico degli Spedali Civili di Brescia, colui che materialmente si occupava delle infusioni di Stamina, è stato ascoltato mercoledì scorso dalla Commissione Sanità nell’ambito dell’indagine conoscitiva in corso. La notizia è che Porta ha detto di aver conosciuto per la prima volta Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, negli uffici della Regione. L’incontro si sarebbe svolto il 20 aprile 2011 nella sede della Direzione generale della Sanità. Alla presenza di chi, Porta non lo ha voluto dire. “Anche in quest’ultima audizione è emersa ancora una volta in maniera evidente la responsabilità di Regione Lombardia nella vicenda Stamina”, hanno commentato Sara Valmaggi e Gian Antonio Girelli. E’ risultato chiaro infatti che già nel 2011 la Direzione Sanità ha promosso più incontri alla presenza del dottor Porta e dello stesso Vannoni. “A questo punto appare indispensabile per fare chiarezza, ai fini della nostra indagine conoscitiva, svolgere un’audizione con la direzione generale sanità, ha detto Valmaggi. È fondamentale comprendere qual era il drg, la tariffa pattuita per il rimborso della prestazione, applicato nella struttura per le infusioni di staminali nei pazienti, che Porta, da medico, non è stato in grado di identificare, ma che qualcuno deve pur conoscere, trattandosi della quantità di denaro pubblico remunerato da Regione Lombardia agli Spedali Civili. Solo così sapremo precisamente quanti soldi pubblici sono stati spesi per la fallimentare sperimentazione di Vannoni. Lo stesso Porta, peraltro, ha ammesso che le infusioni non potevano e non possono comunque fregiarsi del titolo di cure compassionevoli secondo il decreto Turco Fazio”.

È uscito il n. 272, del 7 giugno 2014.
Zero ticket sui farmaci? Si annuncia il flop.
La misura taglia-ticket è entrata in vigore ad aprile, e i lombardi hanno speso di più. Il taglio dei ticket sui farmaci operato dalla giunta Maroni a dicembre scorso non sta avendo i risultati attesi. I dati ufficiali di Federfarma Lombardia sono chiari: la misura taglia ticket, tanto propagandata negli ultimi mesi con lo slogan “zero ticket”, non sta realmente portando sollievo ai cittadini. Tutto ciò nonostante la Regione avesse previsto, e scritto in delibera, una riduzione degli introiti di 40 milioni di euro l’anno, pari a 3,3 milioni al mese (l’ammontare totale del 2013 è stato di 253,53 milioni). Il confronto sul primo mese di applicazione, aprile 2014, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, non solo non registra una riduzione, ma mostra addirittura un aumento di spesa del 2,23%: i lombardi hanno pagato 470mila euro in più in ticket, anziché 3,3 milioni in meno. Alla fine dei conti, l’operazione ticket si annuncia dunque un flop, almeno nell’intenzione dichiarata di alleviare i lombardi dai ticket sanitari più cari d’Italia, considerando le Regioni “virtuose”, ovvero senza piano di rientro. Il Pd ha presentato un’interrogazione a risposta immediata all’assessore al bilancio che sarà discussa martedì in Consiglio durante il question time. Tabella sui ticket 2013/2014 http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=7350

È uscito il n. 273, del 14 giugno 2014.
Maroni annuncia le linee guida per la riforma della sanità.
Il PD disponibile a discutere, ma sarà inflessibile se non ci sarà discontinuità. La riforma della sanità lombarda comincia a delinearsi. Le linee guida del progetto di Maroni, che ha di fatto avocato a sé la partita esautorando l’assessore Mantovani, sono state illustrate dallo stesso presidente martedì in Consiglio regionale. Il presidente ha annunciato per fine giugno la presentazione di un “libro bianco” per definire lo sviluppo del sistema socio-sanitario lombardo. La proposta di legge conseguente, ma potrebbero essere anche più di una, dovrebbe essere pronta a fine luglio, in modo da concludere il percorso entro fine anno, con l’approvazione in Consiglio. I principi ispiratori del documento, ha anticipato Maroni, dovrebbero essere la libertà di scelta da parte dei cittadini, ovvero la conferma del doppio binario tra ospedali pubblici e ospedali privati accreditati (su questo nella maggioranza si era aperta una faglia, con NCD schierato a difesa dello status quo e l’assessore alla solidarietà sociale Maria Cristina Cantù orientata ad un riequilibrio in favore del pubblico), e il passaggio dalla cura al “prendersi cura” del malato, procedendo a una “maggiore e migliore integrazione sul territorio degli ospedali con i servizi alla persona”. Tra gli assi di intervento Maroni ha fatto espresso riferimento alla creazione di poli territoriali caratterizzati da “da prossimità, presa in carico e continuità delle cure”, usando parole che il Pd sostiene da tempo, così come la separazione delle funzioni di erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, programmazione sanitaria e socio-sanitaria e controllo sulle strutture sanitarie, che oggi sono in capo invece allo stesso soggetto, ovvero le Asl. Maroni ha accennato anche al sistema di nomina dei dirigenti degli ospedali e delle Asl, dicendo che il sistema sarà cambiato - la nuova legge, che non ha accolto le richieste del Pd di utilizzare solo criteri di merito, è di pochi mesi fa - e sarà basato su criteri di alta professionalità e di eccellenza valutati da una commissione di esterni, ma che la decisione finale sarà comunque presa dalla giunta regionale. Su questo punto non ha quindi dato le necessarie garanzie di vera innovazione rispetto al sistema attuale. “Se c’è la volontà di discutere veramente, ha risposto in Aula a stretto giro il segretario regionale Alessandro Alfieri, noi siamo disponibili, ma se non si sceglie la discontinuità saremo inflessibili. Vorrei che fosse chiaro che noi, il PD, siamo orgogliosi del patrimonio di professionalità degli operatori della sanità lombarda. Tuttavia è evidente che va cambiato passo: l’invadenza della politica ha provocato evidenti storture nel sistema. Facciamo tutti autocritica, perché questo non avviene solo in Lombardia, ma non può essere un alibi. Assumiamoci le nostre responsabilità: occorre una riforma profonda della sanità lombarda e se il libro bianco annunciato dal presidente ha i contenuti di cui ci ha detto, gli chiediamo di confrontarlo con i programmi elettorali: scoprirà che è diverso dal suo e molto più simile a quello di Ambrosoli”. Alfieri è intervenuto anche sui controlli, messi sotto la lente dopo gli ultimi scandali: “È ora di riportare le leve del controllo in Consiglio, ha dichiarato, perché 80 consiglieri che controllano sono molto meglio di uno solo che comanda”.

Zero ticket? Un flop da 200mila euro.
Il PD smaschera l’inutilità dell’iniziativa tanto reclamizzata e rilancia: via i ticket sotto i 30mila euro e più progressività per tutti gli altri. Le città lombarde sono state per settimane tappezzate da cartelloni che indicavano l’azzeramento dei ticket sanitari per 800mila lombardi, ovvero i cittadini over 66 con redditi fino a 18mila euro (in pratica, è stata estesa la fascia di esenzione per il ticket sui farmaci). In realtà, per ora, ad aver potuto diminuire la compartecipazione alla spesa sanitaria sui medicinali sono state poche migliaia di lombardi. I numeri sono chiari: se la Regione aveva annunciato che avrebbe avuto una contrazione delle entrate da ticket per 40 milioni, al giro di boa del primo mese, quello di aprile, le entrate sono invece aumentate di quasi mezzo milione. La Lombardia continua dunque ad essere la regione italiana con i ticket più cari, nonostante i conti in ordine, e i lombardi continuano a pagare di più i farmaci e le prestazioni. Lo ha affermato Carlo Borghetti che in Consiglio regionale ha presentato un’interrogazione per sapere dall’assessore Mantovani la verità sulla campagna pubblicitaria “Zero ticket”, uscita peraltro in piena campagna elettorale. “Mantovani ha confermato che l’iniziativa tanto pubblicizzata, oltre al fatto di essere costata alla Regione circa 200mila euro in spese di comunicazione, non è servita a esentare dal pagamento del ticket 800mila lombardi, come promesso, ma solo alcune migliaia. Tanti proclami ma, a conti fatti, si è comunicata ai cittadini un’iniziativa in modo ingannevole, che non ha di fatto ridotto la spesa del ticket per la platea stabilita, ha detto Borghetti. Altre regioni hanno introdotto esenzioni per i redditi medi e medio bassi per tutte le fasce di età, come propone il Pd lombardo da tempo: via i ticket per i redditi fino a 30mila euro e progressività per tutti gli altri”.

È uscito il n. 274, del 21 giugno 2014.
Stamina, indagine conoscitiva quasi conclusa.
Il PD chiede al più presto al Ministero il decreto blocca-cure per fermare le somministrazioni. L’indagine conoscitiva sul metodo Stamina chiesta dal Pd in Consiglio regionale si sta avviando verso la conclusione. La settimana prossima si svolgerà l’audizione conclusiva, mentre nei giorni scorsi è stato ascoltato il responsabile della Direzione generale Salute, Walter Bergamaschi. “A conclusione dell’iter dei lavori, ancora non si è venuti a capo dei reali costi a carico del sistema sanitario regionale e nazionale, ha detto la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi. Anche per questo abbiamo chiesto di poter accedere alla relazione che Regione Lombardia ha prodotto a fronte delle richieste di chiarimento della Corte dei Conti”. “Sicuramente vi sono responsabilità di Regione Lombardia e non ci si può nascondere dietro al fatto che l’autorizzazione alle infusioni non dipendesse dalla Regione: i rapporti tra Stamina Foundation e la Direzione Salute sono emersi ormai con chiarezza da tutte le nostre audizioni”, ha puntualizzato il consigliere Pd Gianantonio Girelli. “Fatte salve le responsabilità di Regione Lombardia, dicono a questo punto i consiglieri Pd, è oggi necessario da parte del Ministero un decreto “blocca cure” per fermare le somministrazioni. In attesa che il comitato scientifico porti a termine i lavori, pensiamo sia comunque ormai indispensabile un atto del Governo a tutela dei medici e degli Spedali Civili che ponga fine alla delegittimazione del nosocomio e dei suoi operatori e che blocchi la speculazione sul dolore delle famiglie”.

È uscito il n. 275, del 27 giugno 2014.
194: Maroni segua l’esempio di Zingaretti. Troppi ostacoli, la legge va applicata interamente.
La Lombardia faccia come la Regione Lazio e rimuova gli ostacoli alla corretta attuazione della legge 194. La richiesta arriva da Sara Valmaggi Laura Barzaghi, del PD, e dalla capogruppo del Patto Civico Lucia Castellano. Il riferimento è al recente decreto del presidente della Regione Lazio che limita l’esercizio dell’obiezione di coscienza all’interruzione di gravidanza vera e propria, escludendo la fase delle certificazioni e la prescrizione dei contraccettivi ordinari e quelli di emergenza favorendo in questo modo la prevenzione. La Lombardia, del resto, ha ben 13 ospedali in cui o tutti i ginecologi o tutti gli anestesisti sono obiettori di coscienza, e il tasso di obiezione tra i medici è del 68%. In Lombardia, inoltre, ben il 40% dei consultori è privato (92 su 240; nel 2005 erano il 20%, pari a 44 su 222) a cui è consentita l’obiezione di coscienza di struttura, introdotta dalla Giunta regionale nel 2000. In pratica, “in deroga a quanto stabilito dalle norme, i Consultori familiari privati possono escludere dalle prestazioni rese quelle previste per l’interruzione volontaria di gravidanza ivi comprese quelle connesse o dipendenti da dette prestazioni”. In Lombardia, inoltre, non esiste un solo ospedale privato accreditato con il servizio sanitario regionale che pratichi l’interruzione volontaria di gravidanza. “La Regione, dicono Valmaggi, Castellano e Barzaghi, deve garantire la piena applicazione della legge 194. Non è plausibile che la somma dell’obiezione di coscienza e delle deroghe concesse ai consultori privati generi un ostacolo difficilmente sormontabile per le donne che decidono di abortire. Maroni faccia come Zingaretti e adotti il medesimo decreto. Non solo, riveda i requisiti di accreditamento per i consultori privati prevedendo la piena applicazione della legge 194”.

Il Pd chiede un tavolo di programmazione sulla salute mentale.
Psichiatri e stakeholder si sono riuniti a Palazzo Pirelli per fare appello alla politica. Si sono dati appuntamento per fare il punto della situazione e lanciare un appello forte e chiaro alla politica. Sono i rappresentanti delle associazioni del Terzo settore, gli psichiatri e tutti i portatori d’interesse che si occupano del tema della salute mentale in Lombardia, intervenuti al convegno “Salute mentale in Lombardia, è tempo di cambiare”, che si è svolto presso il Palazzo Pirelli, a Milano questa settimana, al quale ha partecipato anche il consigliere Pd Mario Barboni. Barboni, che aveva già chiesto con un’interrogazione il superamento delle ex strutture psichiatriche giudiziarie, attraverso la costruzione di un tavolo ad hoc per affrontare i molteplici problemi legati alla salute mentale, lo ha ripetuto nell’ambito del convegno e ha preso l’impegno di fronte ai molti stakeholder riuniti, da Don Virginio Colmegna, presidente Campagna Salute Mentale, ai direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale dell’A.O Mellini di Montichiari e dell’A.O. Fatebenefratelli di Milano, ai rappresentanti di Stop Opg Lombardia. “Prima della scadenza del piano regionale di salute mentale che sarà contenuto nelle linee guida del 2014 occorre convocare un tavolo di programmazione , ha detto Barboni. Quello della salute mentale è un problema complesso, dentro al macro problema della cronicità. E va affrontato prima di tutto con la prevenzione e con la ricerca: questo sarebbe già determinante”.

 Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 3 giugno 2014
Lombardia. Fragilità, assessore Famiglia: servono nuove misure.
“Sottoporrò all’attenzione della Giunta l’ampliamento delle misure di sostegno a servizi per la vita indipendente ed assistita, tenuto conto che l’ampliamento delle tipologie d’offerta è possibile solo generando risparmi dalla marginalizzazione delle inappropriatezze dei consumi sanitari e socio-sanitari. Queste risorse dovranno poi essere reinvestite totalmente, per offrire nuove possibilità e servizi in linea con i bisogni”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato, intervenendo, questa mattina, al convegno ‘Quale abitare per le persone fragili’, che si è svolto presso il Centro congressi della Fondazione Cariplo. Nuove linee di indirizzo. L’assessore alla Famiglia ha poi auspicato che possano essere diffuse a livello istituzionale linee di indirizzo, che definiscano i confini delle nuove offerte, “con particolare riguardo all’utenza eleggibile, in forma integrata con i servizi sociali e domiciliari esistenti”. Secondo l’assessore potrebbero coincidere in prospettiva “con quell’area di cure intermedie che sta tra la casa e la Rsa, contrastando in questo modo l’utilizzo inappropriato di soluzioni a maggior intensità sociosanitaria e di tipo sanitario, con conseguenti aiuti alla sostenibilità del welfare”. L’importanza dei controlli. L’assessore ha poi fatto notare come questo riconoscimento istituzionale “che potrebbe essere supportato da contributi economici di valenza assistenziale e sociosanitaria, debba accompagnarsi a efficaci controlli di appropriatezza, oggettivamente misurabili per escludere abusi e criticità di qualsiasi genere e tipo. Mi rendo conto, ha precisato, che possono esistere tra Asl ed Asl difformità interpretative quali quelle segnalate nella ricerca oggetto della nostra discussione: disomogeneità che sarà mia cura limitare o rimuovere entro tempi ragionevoli”. La valorizzazione dei medici di cure primarie. È da tempo che sto lavorando, ha aggiunto l’assessore, a un progetto che vedrà la valorizzazione e l’impegno dei Medici di Medicina generale anche per la miglior presa in carico del paziente fragile. Mi auguro sia, almeno in parte, la risposta alle esigenze di continuità assistenziale e di contrasto alle in appropriatezze. Per far ciò dobbiamo altresì disegnare un sistema flessibile, che superi la logica dei budget storicizzati e che inneschi un meccanismo di regolazione negoziale committente/fornitore, che consenta di rimodulare, sulla base delle esigenze dell’utenza, la richiesta di prestazioni”.

 Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 9 giugno 2014
Lombardia. Ticket, assessorato salute: nostri cittadini pagano meno di altri.
Nella nostra regione il costo pro capite è di cinquanta euro. Nel 2014 ulteriori risparmi grazie ai provvedimenti di giunta. È corretto sottolineare come la compartecipazione regionale per i ticket della specialistica ambulatoriale è definita dalla normativa nazionale e il risultato per il 2013 è in linea quindi con quanto previsto dalle politiche nazionali. In altre parole, Regione Lombardia non potrebbe applicare ticket inferiori”. Lo scrive una nota dell’assessorato alla Salute della Regione Lombardia in riferimento ai dati pubblicati dalla in base al quale risulterebbe che sarebbero i cittadini lombardi ad aver sostenuto la spesa più alta nel 2013 quanto a pagamento di ticket per farmaci e prestazioni varie (490 milioni di euro). Ecco i dati corretti. “Per quanto riguarda, invece, i numeri pubblicati, questi fanno riferimento a dati assoluti. Prendendo in esame, invece, il dato corretto, ovvero ,quello che considera la popolazione, risulta evidente che il valore pro capite versato dai cittadini lombardi per il pagamento di ticket farmaceutica e specialistica è inferiore a quello di molte Regioni tra cui Liguria (54,8 euro), Emilia Romagna (52,4 euro), Toscana (61,8 euro), Umbria (52,7 euro), Lazio (50,6 euro) e Veneto (65,4 euro)”. 490 milioni nel 2013. “I cittadini lombardi, infatti, in riferimento al 2013 hanno sostenuto un costo di 490 milioni di euro a fronte di una popolazione di quasi 10 milioni d’abitanti (9 milioni 794 mila) con un costo pro capite di 50 euro. Risulta chiaro, quindi, che i lombardi pagano meno dei cittadini di altre regioni. Questo dato nel 2014 sarà destinato a migliorare ulteriormente, in considerazione dei recenti provvedimenti assunti dalla Giunta Regionale per la riduzione del ticket per la spesa farmaceutica di quasi il 20%”.

 Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 10 giugno 2014
Lombardia. Maroni: libro bianco per sviluppo sanità. Entro fine giugno il documento, a fine 2014 la riforma.
Un ‘Libro Bianco’ per definire lo sviluppo del sistema socio-sanitario lombardo. Lo ha annunciato oggi, in Consiglio regionale, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Il testo sarà pronto entro fine giugno e quindi verrà presentato alle parti sociali, per poi costituire, entro la fine di luglio, la base di una o più Proposte di legge da presentare all’esame dell’Assemblea. L’obiettivo auspicato è di “arrivare all’approvazione della riforma entro la fine dell’anno”. Sistema non viene toccato. “Si è dunque intervenuti nella maniera più appropriata e lo si è fatto in modo tempestivo. Il sistema socio-sanitario lombardo, ha ribadito il governatore, non è stato minimamente toccato da queste vicende. Il nostro è un sistema di eccellenza, nella qualità della spesa e nell’erogazione dei servizi. Ed è un’eccellenza che ci viene riconosciuta da tanti, da ultimo, solo ieri, dal presidente di Assolombarda, che nella sua relazione durante l’Assemblea annuale ha citato la Regione Lombardia, chiedendo al Governo di estendere il nostro modello di spesa complessiva a tutte le Regioni e sostenendo che, secondo i loro calcoli, se questo avvenisse, si risparmierebbero 83 miliardi di euro. Tengo a sottolineare questi aspetti, per tutelare la professionalità, l’onorabilità e la competenza, dei tanti che lavorano nel nostro sistema socio-sanitario’. Anticipazione riforma. Aprendo l’ampio capitolo della riforma del sistema socio-sanitario lombardo, Maroni ha anticipato che sarebbe meglio parlare di ‘sviluppo’ del sistema, perché il termine ‘riforma’ “presuppone qualcosa che non funziona”. Il nostro invece, ha ribadito, “è un sistema di eccellenza, che però va adeguato alle nuove necessità. Per fare questo, non oggi o ieri, ma il 16 luglio 2013, abbiamo chiesto al professor Veronesi di costituire una Commissione di ‘saggi’, che il mese scorso ci ha consegnato il suo lavoro. Un risultato eccellente, che abbiamo messo alla base del lavoro congiunto dei due Assessorati competenti, quello della Salute e quello della Famiglia, Solidarietà sociale e Volontariato. Ora stiamo definendo nei dettagli il ‘Libro Bianco sul sistema socio-sanitario lombardo’, che sarà pronto entro la fine di giugno”. Fare benchmark. Un documento, ha proseguito il governatore, “che si articola in due parti fondamentali. La prima è l’illustrazione del sistema attuale, con i suoi punti forti e con i suoi punti deboli, facendo benchmark con le altre Regioni italiane, ma, soprattutto, con le altre realtà europee. La nostra ambizione è di essere la prima Regione d’Europa da questo punto di vista”. Cinque capitoli. Il presidente ha quindi citato i cinque capitoli del ‘Libro Bianco’: ‘Il modello sanitario e socio-sanitario lombardo, il quadro di sistema’; ‘Il contesto di riferimento, evoluzione dei bisogni e sfide da affrontare’; ‘Attività svolte nel primo anno di legislatura’; ‘Linee guida per lo sviluppo del sistema’; ‘I risultati attesi’. Principi ispiratori. Maroni quindi ha voluto spiegare quali sono stati i “principi ispiratori” del documento. “Il primo è il principio di libera scelta da parte dei cittadini, che possono decidere consapevolmente dove farsi curare e assistere”. Il secondo principio, ha proseguito, “è invece una modifica del sistema, cioè passare dalla ‘cura’ al ‘prendersi cura’, del malato. Dobbiamo procedere a una maggiore e migliore integrazione sul territorio degli ospedali con i servizi alla persona”. Costi standard. Facendo riferimento alla “battaglia vinta” dei costi standard, il governatore ha ricordato che questo cambiamento, nei soli primi due mesi del 2013, ha corrisposto alla Regione Lombardia un vantaggio di 54 milioni di euro, che sono stati usati per togliere i ticket farmaceutici a 800.000 Lombardi, a partire dal primo di aprile. “In questi giorni – ha fatto notare - sui giornali è uscito che la Lombardia è la Regione con la maggiore spesa per ticket farmaceutici. In valore assoluto è vero, ma, se analizziamo il dato pro-capite, ci sono dieci Regioni davanti a noi, dove i cittadini spendono di più. Il nostro obiettivo è comunque quello di far spendere sempre meno i Lombardi per i ticket farmaceutici”. Revisione del quadro normativo. La modifica delle leggi regionali che organizzano il sistema socio-sanitario, ha poi informato Maroni, avverrà sulla base di sei linee guida: ‘Completamento e piena definizione di un modello a rete, per l’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale, ospedaliera e territoriale’; ‘Valutazione multi-dimensionale del bisogno delle persone fragili’; ‘Definizione di un assetto organizzativo in grado di consolidare l’asse di cura dall’ospedale al territorio e conseguente creazione di un polo territoriale caratterizzato da prossimità, presa in carico e continuità delle cure’; ‘Separazione delle funzioni di erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, programmazione sanitaria e socio-sanitaria e controllo sulle strutture sanitarie’; ‘Riforma del sistema degli approvvigionamenti con la creazione di una stazione unica appaltante’; ‘Nuovo sistema delle nomine’. Su quest’ultimo capitolo il governatore ha richiamato “il dovere di prendere decisioni che spetta a chi è stato eletto nelle Istituzioni”, specificando che le nuove nomine avverranno “sulla base di requisiti di alta professionalità, perché chi viene a lavorare nel sistema socio-sanitario lombardo, deve avere requisiti di eccellenza, che saranno giudicati e valutati da una Commissione di esterni, che farà anche una valutazione sulle capacità, in base alla quale noi sceglieremo”. Il cronoprogramma. Il governatore infine ha fatto sapere qual è il cronoprogramma della riforma: “Entro fine giugno – ha spiegato - ultimeremo la definizione del ‘Libro Bianco’, che porteremo alla valutazione delle parti sociali. Entro fine luglio, prima della chiusura estiva del Consiglio, vogliamo tradurre quanto contiene il ‘Libro Bianco’ in una o più Proposte di legge da presentare in Consiglio. Mi piace pensare che l’Assemblea possa approvare definitivamente la riforma del sistema socio-sanitario lombardo entro fine anno. In questo non c’è alcun diktat della Giunta, anzi, il Consiglio, maggioranza e opposizione, sarà molto coinvolto. Mi piacerebb che questa grande riforma venga condivisa da tutto il Consiglio regionale, come già avvenuto con la Legge Melazzini sul sostegno alle imprese”.

 Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 25 giugno 2014
Lombardia. Malati cronici,più medicine con una sola ricetta. La regione prosegue nella politica di contenimento dei ticket.
Entra oggi in vigore il DL 90/2014 ‘Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa’, che introduce importanti novità anche per quanto riguarda la sanità regionale. Lo comunica, in una Nota, l’Assessorato alla Salute di Regione Lombardia. Da 3 a 6 confezioni per ricetta. “Da oggi - spiega la Nota – è infatti possibile la prescrizione su ricetta fino a un massimo di sei confezioni di farmaci per i pazienti cronici o soggetti afflitti da malattie rare, invece delle precedenti tre per ricetta”. I costi non cambiano. “Si tratta di una nuova possibilità sia per il medico che per il paziente - precisa l’Assessorato regionale alla Salute -, che nulla però cambierà in termini di costi per i cittadini lombardi. Regione Lombardia, infatti, nel recepire la nuova normativa, conferma le modalità di compartecipazione già in vigore, pari a 1 euro per confezione, insieme a tutte le esenzioni già previste. Da oggi così, su ogni ricetta, potranno essere prescritte fino a sei confezioni di farmaci, senza nessuna variazione di costo per confezione”.

 Da “Lombardia notizie”, notiziario della giunta regionale del 26 giugno 2014
Lombardia. Salute, medici possono già prescrivere più farmaci con una ricetta in fase di aggiornamento tutti i software telematici.
“Già da ieri è possibile per i medici di base prescrivere su ogni ricetta fino a 6 confezioni di farmaci, senza nessuna variazione di costo per confezione, così come comunicato da Regione Lombardia in una circolare esplicativa inviata ieri a tutti gli attori del sistema sanitario regionale”. Lo affermano in una nota congiunta l’assessorato alla Salute di Regione Lombardia e la società Lombardia Informatica in risposta alla nota odierna del segretario della Fimmg Lombardia. “Sono altresì in fase di aggiornamento i software di circa 6.500 medici di base e di circa 1200 pediatri di base e quelli di Lombardia Informatica” prosegue la nota. “Si precisa a tal fine che il DL 90/2014 ‘Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa’ contenente le modifiche legislative in tema di prescrizione medica delle ricette per malati cronici o persone affette da malattia rara - conclude il testo - è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nella giornata di martedì 24 giugno 2014 ed è entrato in vigore mercoledì 25 giugno 2014, senza nessuna comunicazione preventiva che avrebbe consentito un più rapido aggiornamento dei sistemi.

 Da “Lombardia sociale”: www.lombardiasociale.it
LombardiaSociale.it è un progetto realizzato da IRS - Istituto per la ricerca sociale e promosso da Acli Lombardia, Caritas Ambrosiana, Confartigianato Persone, Confcooperative, Gruppo Segesta, FNP Cisl Lombardia, Fondazione Cariplo, Legacoopsociali, SPI Cgil Lombardia, UIL Pensionati, Auser Lombardia, Arci Lombardia. Per iscriversi alla newsletter: newsletter@lombardiasociale.it
Dalla newsletter IX, del 30 maggio 2014
Ludopatie. Dalla legge regionale ai primi provvedimenti attuativi. Elementi di valore e criticità nell’applicazione della norma. Casa. Il welfare abitativo in Lombardia, fra riduzioni di fondi pubblici e apertura al privato (profit). Sistema dei controlli. La delibera di revisione degli indicatori di appropriatezza sociosanitaria. Il punto di vista del presidente di Agespi. Regole 2014. Il contratto di ingresso e i rischi sulla sua legittimità. Un commento dell’avv. Gioncada. RSA. L’andamento delle rette in Lombardia, un’analisi a partire dai dati dell’Osservatorio FNPCisl. Welfare nazionale. Le linee guida per la riforma del terzo settore e il tema della co-progettazione pubblico-privato.
Novità: Le sintesi di LS. Le politiche regionali su minori e famiglia: una presentazione del quadro d’insieme.
Le tendenze più recenti delle rette delle Rsa lombarde. di Laura Pelliccia
Come stanno cambiando le rette nelle Rsa lombarde? Grazie al prezioso lavoro di raccolta dati realizzato dalla Fnp Cisl Lombardia e diffuso on line è possibile monitorare quasi in tempo reale – sono già disponibili dati aggiornati ad aprile 2014 – l’evoluzione dei costi a carico dell’utenza nel variegato mondo della residenzialità per gli anziani di questa regione. In un momento storico in cui c’è grande attenzione attorno al tema dei costi di queste strutture, tali informazioni possono contribuire a rappresentare la fotografia del nostro sistema.
http://www.lombardiasociale.it/2014/05/30/le-tendenze-piu-recenti-delle-rette-delle-rsa-lombarde/

Dalla newsletter X, del 20 giugno 2014
Fattore Famiglia. Che fine ha fatto il FFL? Il silenzio assordante intorno alla sperimentazione lombarda. Piani di zona. Le incertezze del finanziamento e le reazioni dei piani di zona lombardi. Alcune riflessioni a seguito della ricognizione di questi mesi. Tutela. Quali dimensioni e attenzioni per guardare alle modalità organizzative e gestionali dei servizi per la tutela dei minori in un’ottica di qualità ed efficacia? RSA. Il sistema tariffario delle RSA. Un appunto metodologico in attesa delle indicazioni regionali sui costi standard. Disabilità. L’inclusione sociale e le difficoltà che incontrano gli SFA. In dialogo con alcuni gestori. Dati e ricerche. La qualità delle strutture residenziali per anziani. Un confronto tra cinque regioni. Welfare nazionale. I commenti del Forum della Lombardia alle linee guida del Governo per la riforma del terzo settore.

Il silenzio assordante intorno al Fattore Famiglia Lombardo. Ascesa e veloce declino del FFL. di Elisabetta Dodi
A luglio 2013 si è conclusa la sperimentazione del Fattore Famiglia Lombardo. Alla luce dell’approvazione del nuovo ISEE, abbiamo provato a capire quali sono stati gli esiti delle sperimentazioni del FFL e quali indicazioni emergono circa l’applicazione del nuovo ISEE.
http://www.lombardiasociale.it/2014/06/19/il-silenzio-assordante-intorno-al-fattore-famiglia-lombardo/

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