Corte dei conti: soddisfacente avvio piani di rientro sanitari.

fonte: Dalla Conferenza delle Regioni Newsletter Regioni.it n. 1173 del 26 giugno 2008.

Grazie ai piani di rientro, e non solo, migliora la spesa sanitaria. Lo sostiene la Corte dei Conti. In particolare, c’è un rallentamento rispetto agli anni passati, ma sarebbero necessarie misure di contenimento nei settori della specialistica e della diagnostica. Nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, il magistrato-relatore Fulvio Balsamo sottolinea che “il risultato economico che si è raggiunto in un anno di avvio dei piani di rientro sanitari è soddisfacente”. Vi sono, prosegue la Corte, “primi segnali di riduzione delle forti e ingiustificate differenziazioni dei costi pro-capite per regione in rilevanti settori di intervento. Positivo soprattutto il risultato ottenuto nella farmaceutica”. Secondo la Corte dei conti, pur decelerando rispetto agli anni passati, la spesa sanitaria presenta però ancora “variazioni di rilievo che richiedono l’estensione delle misure di contenimento ad altri settori (specialistica e diagnostica) e il mantenimento dei meccanismi di responsabilizzazione regionale introdotti negli ultimi anni”. La Corte dei conti sottolinea, comunque, che il “processo di rientro dai disavanzi strutturali è ancora problematico: solo alcune delle regioni interessate hanno fornito ai tavoli di monitoraggio elementi promettenti sulla strutturalità dei risultati ottenuti; due regioni dimostrano difficoltà di rilievo ad affrontare le cause profonde degli squilibri finora evidenziati”. La Corte dei Conti sottolinea inoltre che “l’Italia ha ‘disperso’ nella spesa pubblica il bonus di 70 miliardi che aveva risparmiato aderendo all’euro. Sempre secondo il relatore Fulvio Balsamo, mentre Germania e Francia hanno ridotto la spesa corrente (di 3,6 e 0,7 punti rispettivamente), in Italia essa è cresciuta di 1,5 punti e più della metà dell’intero bonus dell’euro “è stato disperso in incrementi della spesa pubblica complessiva, anzichè per alleggerire il fardello del debito pubblico”.

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