Parti cesarei corsa senza fine.

fonte: Dal “Sole 24 ore Sanità” n. 21, del 27 maggio – 2 giugno 2008

Il 37,3% dei bambini in Italia nascono con il parto cesareo; un record assoluto (erano l’11% nel 1981 ed il 35% nel 2002), molto lontano dalle indicazioni dell’Oms, che raccomanda l’intervento chirurgico solo nel 10-15% dei casi. Le regioni del Sud si collocano molto al di sopra della media nazionale: la Sicilia con il 52,8%, la Campania con sei nascite su dieci, contro il 22% della Valle d’Aosta. Sono i dati che emergono dal quarto rapporto sull’evento nascita in Italia, pubblicato dal Ministero della Salute, che ha censito oltre 500.000 parti, pari al 92% del totale. Dal rapporto risulta un aumento delle mamme immigrate, protagoniste del 13,8% dei parti totali, con picchi del 20% nel centro Nord; il 41% sono donne dell’Est, il 25% donne africane. L’88% dei parti avviene in ospedale, l’11,6% in case di cura e solo lo 0,18% a domicilio. Nel Sud prevale il privato, dove stravince il parto cesareo, come in Campania, dove il 45% dei parti avviene in clinica. Il 63,7% dei parti avviene in strutture medio-grandi, dove avvengono almeno 1.000 nascite all’anno, ed il 10,8% in ospedali più piccoli, che ne contano meno di 500. Aumenta l’età delle mamme: in media 32 anni contro i 28 delle straniere; almeno 9 su 10 ha vicino il padre al momento del parto. Si conferma il fenomeno della medicalizzazione della gravidanza: nell’83% dei casi sono state fatte più di 4 visite ostetriche, mentre nel 73,6% delle gravidanze sono state fatte più di tre ecografie. In media, inoltre sono state fatte circa 16 amniocentesi ogni 100 parti; per le over 40 avviene nella metà dei casi.

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