Block Notes n. 12, giugno 2011


Dipartimento Welfare e nuovi diritti della Cgil Lombardia
A cura di E. Lattuada, E. Naldi, G. Roversi e M. Vespa

In questo numero:
1. Dalla stampa di settore
Stati vegetativi, varate le linee di indirizzo
Ministero della salute. Lea: le pagelle alle Regioni

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Evitare nuovi costi per le famiglie lombarde per farmaci e prestazioni ambulatoriali
Affido familiare, ecco le nuove regole
Reddito autonomia, Boscagli: meglio altre misure

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Appello: basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile
Nel 2010 la spesa cresce meno del previsto e il disavanzo cala
Salute: i consigli del ministero sul batterio Escherichia Coli
Sicurezza lavoro: Governo impugna legge Marche
Nas: interventi antifrodi in sanità. 475 milioni per danno erariale presunto
Disegniamo il welfare di domani
ISEE: selettività ed equità nell’accesso alle prestazioni sociali
Patologie croniche e rare: diamo i numeri
L’Europa e la vecchiaia
Giornata mondiale senza tabacco 2011. Aspetti epidemiologici
Epidemia di infezioni da Escherichia coli in Germania

4.Links
“Lavoce.info”

1. Dalla stampa di settore
Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 17-18, del 3-16 maggio 2011
Stati vegetativi, varate le linee di indirizzo.
Approvate dalla conferenza unificata le linee di indirizzo per il nuovo modello di assistenza agli stati vegetativi, che puntano sul rientro a domicilio, quando possibile, del paziente con tutta una serie di servizi di garantire; in alternativa, su strutture specializzate (le Suap: Speciali Unità di accoglienza permanente) o “domicili protetti”. Si chiama “Coma to community”, il sistema integrato a rete che dovrà garantire cure e sostegno alle persone “in stato vegetativo e stato di minima coscienza”. L’accesso alla rete è previsto per quelle persone che “permangono in stato di grave alterazione della coscienza”, dopo aver concluso il tradizionale percorso di cura e riabilitazione per le cosiddette gravi cerebro-lesioni acquisite, che si svolge tra servizi intensivi di rianimazione ospedaliera e strutture specializzate di riabilitazione e che non dovrebbe superare i 12 mesi per i pazienti traumatici e i 6 mesi per i non traumatici. Il documento fa chiarezza sugli stati vegetativi, che non potranno più essere definiti “permanenti”, per quella fase che può subentrare al coma dopo patologie improvvise o incidenti (come nel caso di Eluana Englaro); questi pazienti vanno invece considerati persone con “gravissima disabilità”. Nessuna confusione quindi tra stato vegetativo, malattia terminale e morte cerebrale: il concetto di irreversibilità va bandito. Le linee privilegiano il “reinserimento domiciliare”, con l’intervento di un team riabilitativo dell’Asl, che dovrà valutare la capacità della famiglia di gestire la situazione a casa, assicurandole sostegno, con una gamma di servizi che vanno dall’assistenza domiciliare integrata, nell’ambito di un progetto personalizzato, alla riabilitazione domiciliare, con il medico di famiglia che dovrà valutare insieme al servizio territoriale la “situazione psicologica e sociale della famiglia”. In alternativa, la cura dovrà essere garantita dalle Suap: aree-nuclei con spazi specifici, distinte dalla residenze assistenziali e dai reparti ospedalieri, per le quali si valuta un fabbisogno di 30/40 letti per milione di abitanti; l’accesso potrà avvenire direttamente dai reparti o strutture di riabilitazione o dal domicilio, “per periodi di sollievo”. L’altra strada suggerita è quella dei “domicili protetti”: case di accoglienza, strutture sociali in cui coabitano più pazienti, dove le Asl garantiscono le competenza sanitarie di assistenza domiciliare, mentre la gestione viene garantita dagli enti locali, con la collaborazione del volontariato e delle famiglie.

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 19, del 17-23 maggio 2011
Ministero della salute. Lea: le pagelle alle Regioni.
Solo otto Regioni e tutte del Centro-Nord hanno garantito nel 2009 Lea efficienti; per altre tre il rispetto degli adempimenti per il mantenimento dell’erogazione dei Lea è stato parziale, mentre in altre sei, tutte del Sud più il Lazio, la situazione è davvero critica. L’analisi del Ministero della Salute ha verificato alcuni adempimenti, cui sono legati anche i maggiori finanziamenti, che il Comitato Lea deve certificare per “garantire appropriatezza ed efficacia nell’utilizzo delle risorse”. La certificazione degli adempimenti dell’area “mantenimento dell’erogazione dei Lea” va dalle liste di attesa al processo di accreditamento, dalla valutazione di appropriatezza organizzativa e di economicità nell’utilizzo delle risorse, alla verifica che l’erogazione dei livelli aggiuntivi avvenga con ulteriori risorse regionali, dalla verifica dei recepimenti di accordi e intese Stato-Regioni ai controlli sulle cartelle cliniche. Il risultato finale, che classifica le Regioni in “adempiente”, “adempiente con impegno su alcuni indicatori”, e “critica”, promuove Emilia Romagna, Lombardia (con la media dell’8), Toscana, Marche, Piemonte, Umbria, Veneto (media del 7) e Liguria, “rimanda” Basilicata (per alta % di cesarei), Sardegna (per alta spesa farmaceutica e scarse azioni di prevenzione) e Puglia (cesarei eccessivi). Bocciate infine le altre Regioni a statuto ordinario, in genere per avere delegato al piano di rientro l’attuazione di adempimenti per i Lea ed in particolare per l’assistenza territoriale. Oltre ad una valutazione generale, vi sono singoli voti per ogni indicatore; in questo caso in realtà nessuna Regione guadagna pieni voti su tutto il fronte. La Lombardia eccelle (voto 9) rispetto a molti indicatori: copertura vaccinale dell’infanzia, screening, controllo % di imprese e di allevamenti, % di anziani over 65 in strutture residenziali e trattati in Adi, n. di posti in strutture residenziali per anziani e disabili, costo dell’assistenza farmaceutica territoriale, n° di prestazioni extraospedaliere di ecografia, utenti in carico nei centri di salute mentale, tasso di ospedalizzazione standardizzato, % parti cesarei). Un giudizio più critico (voto 6) rispetto ad altre voci: vaccinazione anti-influenzale degli anziani, costo pro-capite assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro, posti letto in Hospice, tasso ospedalizzazione ricoveri ordinari con Drg ad alto tasso di inappropriatezza, % di pazienti over 65 con frattura del femore operati entro 48 ore.

2. Dalle Agenzie di stampa regionali
Dalla Cgil Lombardia
1° giugno 2011. Comunicato stampa:
“La Cgil Lombardia chiede al presidente Formigoni e all’assessore Bresciani di evitare nuovi costi per le persone e per le famiglie lombarde per farmaci e prestazioni ambulatoriali.
Oggi, 1° giugno 2011, nonostante si sia tenuta una riunione di Giunta, gli Assessori e il Presidente non hanno provveduto a deliberare l’ulteriore copertura per il mancato allineamento del prezzo dei farmaci generici, costo che Regione Lombardia ha coperto fino al 31 maggio 2011 dopo le tante proteste avanzate dalla popolazione e dal sindacato. Se non verrà assunto a brevissimo tale provvedimento, è evidente, come già successo ad aprile, che i cittadini e le cittadine lombarde si troveranno a dover pagare di tasca propria, contravvenendo alle promesse spese in queste settimane, che hanno visto la Giunta e il Presidente in prima persona sostenere la centralità della persona e parlare di ipotetiche risorse aggiuntive. Accanto al mancato provvedimento di oggi, vogliamo sottolineare che anche sul versante delle prestazioni specialistiche, a fronte della riduzione del fondo statale, il rischio concreto è quello dell’introduzione del ticket. Ricordiamo che nel riparto dei fondi del servizio sanitario, Regione Lombardia si è vista riconoscere una quota pro capite più significativa di altre regioni. Per questo invitiamo la Regione ad escludere chiaramente qualsiasi ipotesi, per ora e per dopo che, a causa del mancato introito, si reintroduca il super ticket di 10 euro a carico dei cittadini e delle cittadine che verrebbe a gravare sui bilanci delle famiglie lombarde”.

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 1° giugno 2011
Affido familiare, ecco le nuove regole.
Garantire al minore la realizzazione di un percorso per l’affidamento familiare che assicuri unitarietà di intervento e competenze specialistiche adeguate; garantire alle famiglie e ai cittadini informazioni corrette ed esaustive sulle diverse forme di accoglienza familiare e orientamento specifico a chi desidera accogliere un minore; garantire ai percorsi di affidamento una regia specializzata e stabile, che accompagni l’affido e ne verifichi l’evoluzione. Questi gli obiettivi indicati dalle Linee guida per l’affidamento familiare, approvate dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli. Il provvedimento completa il processo di riforma del sistema sociale di accoglienza, rivolto ai minori temporaneamente allontanati dalla famiglia d’origine, avviato nel 2005 con la revisione del sistema residenziale di accoglienza rivolto ai minori e l’introduzione nel sistema sociale d’offerta della Lombardia della Comunità familiare. Alla redazione del testo hanno collaborato attivamente i presidenti dei due Tribunali per i minorenni della Lombardia, giudici onorari, il presidente della Camera minorile di Milano, il presidente dell’Associazione Italiana Magistrati per i Minori e la Famiglia, rappresentanti di ASL e Ambiti territoriali, nonché di Associazioni familiari e di Terzo settore. Le Linee si rivolgono agli Enti titolari, agli operatori, ai soggetti tenuti a collaborare alla realizzazione dell’affido, ma si rivolgono anche direttamente alle famiglie: quelle che desiderano avvicinarsi alla scelta dell’accoglienza che possono trovare nelle Linee uno strumento di aiuto verso una decisione consapevole, ma anche quelle d’origine dei minori, che possono comprendere che l’affidamento temporaneo del proprio figlio ad altra famiglia può essere un’opportunità anche per acquisire e/o recuperare le risorse e competenze genitoriali. Nello specifico, partendo dall’analisi delle criticità dei modelli organizzativi attuali, si è voluto delineare una cornice unitaria per l’affido familiare, individuando e declinando ruoli e responsabilità dei diversi soggetti e dare precise indicazioni ai titolari (Enti locali singoli o associati) in ordine al miglioramento e alla semplificazione del percorso di affidamento familiare. In particolare, gli Enti titolari sono ampiamente sollecitati a rivedere i loro modelli organizzativi in funzione di efficienza e semplificazione, ottimizzando le risorse, superando duplicazioni e sovrapposizioni e valorizzando ed estendendo quei modelli che hanno operato secondo buone prassi e hanno dato buoni risultati, creazione di sinergie tra tutti i Servizi e soggetti che entrano in gioco, in tutto o in parte, nel percorso, attraverso la realizzazione di specifici protocolli operativi (il Comune che è titolare, l’ASL per gli interventi sociosanitari, per la valutazione psicosociale ecc…, le Associazioni familiari che svolgono un importante ruolo per il supporto alla famiglia affidataria ma anche all’ente locale).

Da “Lombardia notizie”, Notiziario della giunta regionale del 7 giugno 2011
Reddito autonomia, Boscagli: meglio altre misure; estendere strumento della dote anche al welfare
“Sinceramente non credo che il reddito di autonomia sia lo strumento più idoneo nell’attuale contesto economico e nella realtà”. Lo ha ribadito l’assessore regionale alla Famiglia Boscagli, intervenendo oggi al convegno “Reddito di autonomia”, promosso dalla Caritas e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Al dibattito, dedicato al tema della lotta alla povertà, hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Caritas italiana monsignor Giuseppe Merisi e il direttore della Caritas Ambrosiana don Roberto Davanzo. “Abbiamo bisogno, ha spiegato Boscagli, di strumenti che facciano della valorizzazione dell’attivazione responsabile dei cittadini e della società civile il loro tratto distintivo. E’ questo il fulcro centrale su cui ragionare: strumenti che favoriscano la relazionalità, la coltivazione delle reti sociali più che il semplice stanziamento di sussidi. Faccio queste considerazioni, ha spiegato Boscagli, anche partendo dalla consapevolezza che oggi non ci sono abbastanza risorse di provenienza pubblica per rispondere alle esigenze di welfare, e quindi emerge, più che mai, la necessità di coinvolgere altri attori nel finanziamento e nell’erogazione di questi servizi essenziali. Ma capite bene che il reddito minimo non è uno strumento su cui si possano far convogliare risorse ‘aggiuntive’ rispetto a quelle pubbliche”. L’assessore Boscagli ha ribadito invece la “bontà” dell’idea di fondo che muove la proposta della Caritas cioè: “la necessità di arrivare a forme di sostegno in qualche modo universali, che non dipendano dalla precedente posizione lavorativa della persona, dal tipo di azienda coinvolta o dal settore di appartenenza, ma che si strutturino in base alle condizioni personali e familiari del soggetto. In questo senso, secondo Boscagli, lo strumento della Dote, che Regione Lombardia ha già sperimentato nel settore dell’istruzione, della formazione e del lavoro, dovrebbe essere esteso anche al welfare”. L’assessore Boscagli ha inoltre criticato “l’eccesso di sudditanza psicologica” che alcuni dimostrano rispetto al sistema anglosassone, “non paragonabile con il nostro per note ragioni storiche, che hanno portato la nostra regione, già nell’anno mille, a dotarsi di ospedali e associazioni che, nei secoli, sono diventate il cardine del Terzo settore”. L’assessore Boscagli ha ricordato come sia “forviante paragonare la Lombardia alle Regioni a statuto autonomo, che ricevono dallo Stato maggiori entrate rispetto alla Lombardia. Va da sé che è necessario agire sulla leva fiscale, mediante deduzioni o detrazioni sia a favore dei singoli sia a favore delle aziende e del Terzo settore. L’attuazione del federalismo fiscale resta perciò un passaggio decisivo di questo percorso avviato. Un primo passo in questa direzione è il progetto di legge n.66, che introduce per la prima volta nel nostro Paese il ‘fattore Famiglia’, sia per definire le soglie di accesso ai servizi che per quantificarne la compartecipazione a carico della famiglia. Con questo istituto Regione Lombardia si candida a rideterminare le modalità di valutazione della situazione familiare”.

3. Dalle Agenzie di stampa nazionali
Da “I diritti alzano la voce”: www. idiritti alzano la voce.org
Basta tagli, ora diritti! Sussidiarietà, non scaricabarile”.
Il 23 giugno a Roma si terrà una giornata di mobilitazione, promossa dalla Campagna “I diritti alzano la voce” con il sostegno del Forum nazionale del Terzo settore, per rinnovare e rilanciare e le politiche sociali, perché con i tagli al sociale non c’è vita buona né società attiva.
Link all’appello: http://www.forumterzosettore.it/?action=news&cat=1&id=610

Dalla Cgil: www.cgil.it
01/06/2011. Commento CGIL al Rapporto 2011 della Corte dei Conti.
Nel 2010 la spesa cresce meno del previsto e il disavanzo cala.
Il Rapporto della Corte dei Conti smentisce i “catastrofisti” sui conti della sanità. La spesa cresce meno del previsto e il disavanzo cala, soprattutto nelle regioni con i piani di rientro. Tuttavia, le regioni sono state impegnate in uno sforzo eccezionale per governare i bilanci. E la situazione sarà ancora più critica nel 2011 e 2012 a causa dei tagli operati dal Governo. Anche nel 2010 alcune regioni hanno dovuto stanziare risorse preventive (almeno 800 milioni) per evitare o ridurre il disavanzo. Diverse regioni, e non solo quelle con piano di rientro, sono costrette a manovre straordinarie. Qui intervengono gli inasprimenti fiscali che, sommati ai ticket regionali, costituiscono per i cittadini un peso difficilmente sopportabile. Il divario tra le regioni si conferma come il vero problema del nostro paese. E se, almeno per il momento, il recente decreto sul federalismo sanitario non agisce, come si temeva, per acuire questo divario, la situazione è critica. E’ facile capire che i piani di rientro non possono reggere a lungo - e nemmeno produrre risultati duraturi - se restano fondati solo su tagli, imposte aggiuntive e ticket. Anche perché i percorsi di risanamento non sono brevi. Non a caso sono stati prorogati. Per questo, soprattutto, ma non solo, per le regioni in difficoltà, abbiamo proposto di individuare una linea di finanziamento, corrente e in conto capitale, vincolata ad una “appropriata riorganizzazione” dei servizi per garantire i LEA ai cittadini. Come dimostra l’esperienza delle regioni “più virtuose”, la riorganizzazione va sostenuta anche con investimenti ad hoc, perché la fase di “riconversione” (ad esempio di un ospedale in servizi territoriali) può avere alcuni costi di avvio, necessari per ottenere successivamente risparmi stabili e duraturi. E presume di controllare il bilancio economico insieme a quello assistenziale. Peraltro la stessa Corte dei Conti, riferendosi più in generale alla situazione economica, segnala giustamente: “Il rischio che una manovra di bilancio impostata col dovuto rigore, ma non sostenuta da un’adeguata strategia di crescita, eserciti effetti depressivi non auspicati e si riveli, per questo, non pienamente sostenibile”.
http://www.cgil.it/Archivio/Welfare/CGIL_su_Rapporto_Corte_dei_Conti_2011_SanitA.pdf

Da “governo.it”, la newsletter del Governo italiano
Dalla newsletter n. 22 del 7 giugno 2011
Salute: i consigli del ministero sul batterio Escherichia Coli
Situazione sotto controllo, non ci sono rischi in Italia di infezioni causate dal batterio – al momento circoscritto nella zona di Amburgo nella Germania del nord. Il ministro Fazio ha ricordato come l’Italia abbia un efficiente sistema di sorveglianza sindromica in grado di segnalare e curare tempestivamente eventuali casi. Ad oggi non è giunta nessuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo di batterio E.coli, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania. Tuttavia, il ministero della Salute a titolo precauzionale ha allertato le Regioni, le strutture sanitarie e gli uffici sanitari alle frontiere, responsabili dei controlli sulle importazioni alimentari e suggerisce alla popolazione italiana, di mantenere le normali norme igieniche: lavarsi frequentemente le mani dopo aver maneggiato alimenti; lavare a fondo le verdure; evitare il consumo di carne cruda; lavare bene coltelli, taglieri e altri utensili usati per la preparazione dei cibi; evitare di utilizzare senza lavare lo stesso tagliere e/o utensile per più alimenti; lavare bene le mani prima di manipolare i cibi e dopo aver usato la toilette.
Link al Dossier: http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/batterio_ecoli/index.html

Dalla “Conferenza delle Regioni”: www.regioni.it/newsletter
Regioni.it n. 1808 del 31 maggio 2011.
Sicurezza lavoro: Governo impugna legge Marche
Il consiglio dei ministri del 31 maggio ha impugnato la legge della Regione Marche n. 4 del 2011, che detta i ‘‘Criteri di premialità connessi alla tutela della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro nelle procedure di aggiudicazione di lavori od opere pubblici di interesse regionale”, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto e su conforme parere del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Regioni.it n. 1812 dell’8 giugno 2011.
Nas: interventi antifrodi in sanità. 475 milioni per danno erariale presunto
Dal 2009 al 2010 il servizio sanitario nazionale ha perso 475 milioni per danno erariale presunto. E’ il comandante dei Nas, Cosimo Piccinno, a fornire questi dati nel corso di un convegno alla Camera organizzato da Farmindustria il 7 giugno. Poi ci sono anche 1,6 miliardi di euro accertati dalla Guardia di Finanza per il triennio 2008-2010. Mentre il colonnello della Guardia di finanza, Fabrizio Martinelli, ha riferito che nel triennio 2008-2010 sono stati effettuati dalla Guardia di finanza 4.911 interventi anti-frodi nel servizio sanitario nazionale e denunciati all’autorità giudiziaria 7.149 persone, accertando frodi per 186 milioni di euro. Sono stati anche deferite alla Corte dei Conti 1.468 persone e segnalati alla stessa danni erariali per 1,6 miliardi di euro. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha stimato che si potrebbero risparmiare 10 miliardi di euro. E fra misure di controllo della spesa, piano di rientro e rafforzamenti dei controlli, grande importanza, per il ministro, è quella di tracciare un disegno della Sanità che ottimizzi l’offerta. “Sappiamo che grazie ai piani di rientro, afferma Fazio, si può arrivare ad un risparmio della spesa sanitaria di circa 5 miliardi di euro. Se poi calcoliamo altre inefficienze intraregionali (anche in regioni con bilanci a posto), a spanne, possiamo ipotizzare un contenimento della spesa di circa 10 miliardi”. Il presidente di Farmindustria, Sergio Dompè, dichiara in merito a possibili tagli per il settore: “è stato così sempre nelle ultime leggi finanziarie. Per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale occorre concentrarsi sugli altri capitoli di spesa (che sono l’84% del totale), aumentando l’efficienza di tutto il sistema sanitario”. Il presidente degli industriali del farmaco ha ricordato che queste voci crescono più del doppio della farmaceutica totale. Dal 2001 al 2010 la spesa convenzionata è diminuita rispetto al Pil dallo 0,9% allo 0,7%, mentre le altre voci sono cresciute dal 5% al 6,6%. “Dal 2006 ad oggi, ha infine ricordato Dompè, la farmaceutica totale è stabile all’1,1% del Pil”. Secondo l’Associazione che rappresenta le aziende farmaceutiche, “l’uso appropriato dei medicinali, oltre a essere evidentemente necessario per la salute del cittadino, può generare risparmi, evitando ogni anno costi pari a 6,6 miliardi per spese sanitarie, cui se ne sommano altri 5,1 legati, oltre che a una maggiore produttività, a minori spese per l’assistenza. Un risparmio complessivo per il sistema, quindi, pari a 11,7 miliardi a fronte di una spesa in medicinali di 6,3”.

Da “SOS Sanità”: www.sossanita.it
Le news del 1° giugno 2011. Due documenti Agenas sui ticket nelle regioni: 1. sulla specialistica 2. al pronto soccorso. Regioni Federalismo: Governo rispetti Accordo. 64° Assemblea mondiale della sanità OMS: le risoluzioni. Report dell’incontro del Comitato “stop opg” al Ministero della Salute. Piani di rientro: la sentenza del TAR Abruzzo solleva il problema dei “poteri” dei commissari ad acta in tutte le regioni (e della garanzia per i cittadini di ottenere assistenza sanitaria “alternativa” alla chiusura degli ospedali). Indennità di esclusività medica, FP CGIL Medici. “Beyond the walls: il passaggio dall’ospedale ai servizi territoriali. Deistituzionalizzazione e cooperazione internazionale in Salute Mentale”. I materiali sul sito: https://sites.google.com/site/ccomsaprile/home. Corte dei Conti: calano spesa e disavanzi per la Sanità nel 2010. Il Rapporto 2011 sulla finanza pubblica presentato dalla Corte dei Conti definisce quelli della sanità “segnali incoraggianti”. La Spesa è inferiore persino a quella programmata dal Governo (113,5 miliardi invece che 114,9) e il disavanzo scende nel 2010 a 2,3 miliardi contro i 3,2 registrati nel 2009. Sanità: Commento CGIL al Rapporto 2011 della Corte dei Conti. Se questo è un ospedale. “stopopg” alla giornata di lavoro al Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Da “IRS - Istituto per la ricerca sociale”: www.irs-online.it
Newsletter n. 8, maggio 2011.
Accordo di Programma provinciale (BO) per l’integrazione scolastica e formativa dei bambini e alunni disabili 2008-2013. Efficacia degli interventi di assistenza economica di base nel ridurre la povertà delle famiglie. Il funzionamento degli Organismi di Coordinamento della Salute Mentale e integrazione socio-sanitaria in Regione Lombardia. Monitoraggio e valutazione del servizio Custodi sociali di Milano.

Disegniamo il welfare di domani
In occasione del suo quarantennale, il quindicinale dell’Irs, Prospettive Sociali e Sanitarie, organizza per il prossimo 29 settembre un convegno dal titolo “Disegniamo il welfare di domani”. La giornata verrà divisa in due sessioni: la prima con relazioni in plenaria, dedicata ai cambiamenti in atto nelle politiche di welfare e alla formulazione di proposte per un loro sviluppo; la seconda, organizzata in workshop paralleli coordinati da un relatore e con interventi pre-ordinati, dedicata al lavoro dei servizi. Verrà chiesto l’accreditamento al Cnoas per gli assistenti sociali. Per saperne di più potete rivolgervi a pss@irsonline.it

ISEE: selettività ed equità nell’accesso alle prestazioni sociali
Si è svolto a Firenze l’11 e 12 maggio scorsi l’ottavo seminario di Welforum, rete dei dirigenti regionali in materia di politiche sociali. Il nuovo sistema di finanziamento che il federalismo fiscale va a definire dà crescente rilevanza alla selezione degli utenti ed al loro livello di compartecipazione ai costi delle prestazioni. Alla luce dell’esperienza ormai decennale dell’ISEE, quale strumento di misurazione della situazione economica delle famiglie richiedenti le prestazioni, tenuto anche conto delle sue varianti regionali e provinciali, Irs ha ritenuto importante riprendere ed approfondire il dibattito in corso per la ridefinizione dell’indicatore ai diversi livelli di governo. Il seminario, molto partecipato ed apprezzato, ha visto tra gli altri, la presenza, in qualità di relatori, di Raffaele Tangorra (Direttore Generale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e di Gianfranco Cerea (Professore alla Facoltà di Economia, Università degli Studi di Trento). Per saperne di più potete rivolgervi a Daniela Mesini e Stefania Stea

Da “Cittadinanzattivanews”: www.cittadinanzattiva.it
Anno 5, numero 197, del 1° giugno 2011
Patologie croniche e rare: diamo i numeri. Un convegno a Riva del Garda il 12 e 13 giugno.
Il numero di cittadini italiani affetti da patologia cronica e rara è in costante crescita e la tendenza è destinata ad essere confermata anche nei prossimi anni. Secondo i dati forniti nel 2010 dall’ISTAT, il 38,6% dei residenti in Italia ha dichiarato di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche rilevate (scelte tra una lista di 15 malattie o condizioni croniche), quota analoga al 2009. Le patologie cronico-degenerative sono più frequenti nelle fasce di età anziane: già nella classe 55-59 anni ne soffre il 57,5%, e tra le persone ultrasettantacinquenni la quota raggiunge l’86,7%. Come per la salute, lo svantaggio del sesso femminile emerge anche dall’analisi dei dati relativi alla quota di popolazione che soffre di almeno una malattia cronica. Sono, infatti, le donne a esserne più frequentemente colpite, in particolare dopo i 50 anni. Il 20,1% ha dichiarato di essere affetto da due o più patologie croniche, con differenze di genere molto marcate a partire dai 45 anni, che aumentano all’aumentare dell’età. Tra gli ultrasettantacinquenni la comorbilità si attesta al 68,4% (60,6% tra gli uomini e 73,5% tra le donne). Le patologie rare, di cui molto poco si sente parlare, sono quelle che hanno una prevalenza inferiore a 5 casi ogni 10.000 abitanti nell’insieme della popolazione comunitaria. In Italia hanno ottenuto un formale riconoscimento normativo 47 gruppi di patologie, per un totale di 284 malattie. Eurordis sottolinea che sul totale della popolazione europea di 459 milioni di persone in Europa potrebbero essere potenzialmente affetti 230.000 individui per ogni patologia rara. Secondo una stima accettata, nei 25 paesi dell’Unione Europea circa 30 milioni di persone soffrono di una malattia rara, vale a dire la somma della popolazione di Olanda, Belgio e Lussemburgo. Come è quindi facile dedurre, il tema delle patolgie croniche e rare non può essere considerato come secondario nelle scelte politiche e di gestione del Servizio Sanitario Nazionale che, anzi, andrebbe riprogettato, al fine di rispondere ai nuovi bisogni di salute e alle reali esigenze della popolazione. Su questi temi, a Riva del Garda il 10 e 11 giugno promosso dal Coordinamento nazionale Associazioni Malati cronici di Cittadinanzattiva in collaborazione con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento e la Provincia Autonoma di Trento si terrà un convegno. Scarica il programma:

http://www.cittadinanzattiva.it/newsletter/2011_06_01-197/files/depliant_conferenza_org_civiche.pdf

Newsletter del “Centro Maderna” www.centromaderna.it
Indice della Newsletter del 3.6.11. L’Europa e la vecchiaia. Varsavia: 19 Conferenza Europea dei Servizi Sociali. Il multitasking non fa per gli anziani. Roma: la salute degli anziani prima di tutto. Catanzaro: Italia e Spagna si confrontano sul volontariato a sostegno degli anziani.

L’Europa e la vecchiaia. (Centro Maderna)
Il laboratorio PiLeJe e l’Ifop hanno condotto uno studio/sondaggio, di cui sono stati recentemente pubblicati i risultati, sugli europei e la longevità, volto a rispondere a domande quali “Cosa ne pensano gli europei dell’invecchiare bene?” e “La percezione della vecchiaia cambia da paese a paese?”. Gli elementi che emergono dallo studio sono diversi. Innanzitutto per invecchiare bene, la maggioranza degli europei sottolinea l’importanza di uno stile di vita sano e, in particolare, della pratica regolare di uno sport (22%). Viene poi anche citata l’importanza di check-up regolari, del tenersi informati in materia di salute, del curarsi bene quando si è malati e dell’assunzione di farmaci o terapie di prevenzione. Gli europei intervistati tendono a considerare la vecchiaia come un periodo di felicità fatta eccezione per gli Inglesi, i meno positivi in assoluto da questo punto di vista, al contrario dei Tedeschi che invece per l’ 84% considerano l’anzianità come un momento positivo. Al primo posto tra le condizioni indispensabili per rendere felice la vecchiaia, gli intervistati mettono il mantenimento delle proprie capacità fisiche e intellettuali. Il fatto di disporre di un minimo di risorse è stato citato dal 31% delle persone intervistate, seguito dall’essere circondati da persone che si amano (26%) e dal continuare ad avere una vita sociale (17%). In tutti i paesi, il fatto di conservare la propria autonomia fisica è stato citato dagli intervistati più anziani (oltre i 65 anni). Contrariamente da quanto ci si potrebbe aspettare, solo il 52% degli europei spera di superare i 100 anni. Ma le risposte variano fortemente a seconda del paese di provenienza dell’intervistato: nel sud dell’Europa, ad esempio, una parte consistente degli intervistati spera di arrivare ad un’età piuttosto avanzata: il 62% degli italiani e il 63% degli spagnoli. In Francia e nel Regno Unito, solo il 48% e il 49% rispettivamente spera di vivere così tanto e i tedeschi risultano essere i più refrattari ad una vita molto lunga (44%). Il 71% delle persone intervistate pensa comunque che vivrà più a lungo dei propri genitori, aspettativa espressa un po’ in tutti i paesi. Il maggior ottimismo in questa stima è stato però rilevato in Spagna e Regno Unito. La Germania si colloca nella media, mentre la Francia e, soprattutto, l’Italia (con il 66%) dimostrano qualche dubbio. In Francia sono i più giovani a dimostrare un forte ottimismo (l’80% dei giovani compresi tra i 18 e i 24 anni si aspetta una vita più lunga di quella dei propri genitori), mentre in Italia e Germania sono, al contrario, i più pessimisti. Il record di ottimismo va alla Francia, in cui la speranza di vita media è risultata essere 85,3 anni, subito seguita dalla Spagna (85,5 anni). Queste stime, però, superano in media di 5 anni quelle che sono le reali aspettative di vita degli europei. Molto stranamente, soltanto in Francia le donne hanno effettuato un pronostico in media superiore a quello degli uomini (cosa che rispecchia invece la realtà). (Age Village, 17 maggio 2011)

Da “Epicentro-Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” dell’Istituto Superiore di Sanità:
www.epicentro.iss.it
Sul numero 392 del 31 maggio 2011. Giornata mondiale senza tabacco 2011. Ribadire l’importanza della Convenzione quadro Oms sul controllo del tabacco per evitare le conseguenze sociali e sulla salute che derivano da fumo e fumo passivo. È il tema del No Tobacco Day 2011. Leggi i dati aggiornati. Escherichia coli in Germania. Continua la sorveglianza del focolaio di infezioni da E. coli complicate da sindrome emolitico uremica, registrato in Germania nelle ultime settimane. L’Ecdc pubblica una valutazione del rischio. Report 2010: i capitoli sul fumo. In Italia fumano solo 3 adulti su 10, abitudine più frequente tra gli uomini, negli adulti di 25-34 anni e nella popolazione con un basso livello socio-economico. In occasione del No Tobacco Day 2011, i nuovi dati e le schede locali. Okkio alla salute: report regionali. È la volta del Veneto nel pubblicare il report regionale dell’indagine 2010 di OKkio alla Salute. Osservati gli stili di vita dei bimbi delle scuole primarie, con particolare attenzione ad abitudini alimentari e attività fisica. Infezioni sessualmente trasmissibili. Con circa 344 mila casi notificati nel 2009, la clamidia è l’infezione sessualmente trasmissibile più spesso riportata in Europa. Dall’Ecdc il nuovo report “Sexually transmitted infections in Europe 1990–2009”. Salute degli italiani nei dati Cnesps. Sarà il Sanit la cornice del convegno previsto per il 16-17 giugno “La salute degli italiani nei dati del Cnesps”. La sede dell’evento, inizialmente fissata all’Iss, è stata spostata al Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma.

Giornata mondiale senza tabacco 2011. Aspetti epidemiologici.
Il fumo di tabacco è uno dei più gravi problemi di salute pubblica al mondo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno, sono 5,4 milioni (1,6 milioni solo nella Regione europea Oms) le persone che muoiono per malattie correlate al fumo. Cifre destinate a crescere in assenza di rigide misure di controllo: per il 2030 si parla di oltre 8 milioni di morti, di cui l’80% nei Paesi economicamente avanzati. Il fumo è implicato in uno ogni dieci decessi in età adulta, manifestando i suoi danni nel lungo periodo, data la latenza tra l’inizio dell’abitudine e l’insorgenza della malattia. Per i fumatori si stima infatti una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 10 anni e un aumento del rischio di malattie pneumologiche, cardiovascolari e oncologiche tanto maggiore quanto più è anticipata l’età di inizio dell’abitudine.
Leggi tutto: http://www.epicentro.iss.it/temi/fumo/epid.asp

Epidemia di infezioni da Escherichia coli in Germania.
Su richiesta della Direzione generale di sanità pubblica della Commissione Europea (DG Sanco), l’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha condotto una valutazione del rischio (pdf 543 kb) relativa all’insolito incremento di infezioni da E. coli produttori di Shiga-tossine (STEC) registrato in Germania nelle ultime settimane. I sintomi presentati dai pazienti sono la sindrome emolitica uremica (SEU) e la diarrea emorragica. Secondo la valutazione del rischio dell’Ecdc, pubblicata il 27 maggio, il focolaio di SEU in Germania è da considerarsi significativo, con una distribuzione dei casi atipica rispetto a età e sesso e con un’esposizione limitata alla sola Germania. Infatti, mentre la SEU si osserva tipicamente nei bambini, nel focolaio tedesco i pazienti più frequentemente coinvolti sono prevalentemente adulti con una netta predominanza di donne.
Leggi tutto: http://www.epicentro.iss.it/problemi/tossinfezioni/EColi31mag2011.asp

4. Links
“Lavoce.info”
Dalla Newsletter del 7 giugno 2011
La povertà in Italia: un problema del Sud. di Nerina Dirindin
Il rapporto annuale dell’Istat descrive un’Italia in cui coesistono regioni del Nord con livelli di benessere o inclusione sociale analoghi a quelli della Svezia e regioni del Sud con rischi di povertà o esclusione prossimi a quelli della Romania. Le politiche sociali dei comuni non riescono peraltro a contrastare i divari, anche perché il Nord continua a destinare per la lotta alla povertà molto di più del Sud. E intanto il governo riduce i fondi per le politiche sociali, nonostante gli impegni presi con l’Europa.
Leggi l’articolo: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002344.html
 

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